Coronavirus, dai numeri alla politica, il nostro dossier sui servizi regionali e a Messina

Coronavirus, dai numeri alla politica, il nostro dossier sui servizi regionali e a Messina

Alessandra Serio

Coronavirus, dai numeri alla politica, il nostro dossier sui servizi regionali e a Messina

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sabato 30 Maggio 2020 - 08:13

Come la Regione ha affrontato l'emergenza coronavirus e in base a quali dati, dai rifiuti al potenziamento dell'offerta sanitaria

Da inizio epidemia ad oggi, politiche ed interventi regionali per fronteggiare il coronavirus si sono dovute attenere alle direttive nazionali. Alle regioni è stato giustamente chiesto di potenziare i propri apparati per essere pronti ad una emergenza possibile, senza attendere quella reale e nella speranza di scongiurarla. Ma sono stati anche concessi ampi margini di autogoverno locale, per adottare proprie politiche. Politiche che sono state supportate da quali numeri? E i servizi?

Leggi qui il nostro dossier sul balletto dei numeri

I SERVIZI GESTITI DALL’ASP – L’ESEMPIO DEI RIFIUTI- Proclamata l’emergenza, si è posto il problema dello smaltimento dei rifiuti dei malati di Covid-19. Tra metà e fine marzo la Regione ha cercato la strada, stabilendo che i rifiuti delle persone positive in isolamento domiciliare dovessero essere trattati nella filiera della differenziata, alla stregua dei rifiuti sanitari potenzialmente infettanti.

Scartata l’ipotesi che ad occuparsi della raccolta fossero gli addetti delle società che svolgono il servizio per gli enti locali, il 27 marzo la Regione ha adottato l’ordinanza con la quale regola la raccolta e lo smaltimento, assegnando alle Asp il compito di affidare il servizio alle società che già trattano per loro la raccolta dei rifiuti speciali presso i medici di base e le altre strutture convenzionate.

Le Asp hanno quindi esteso il contratto già in essere con le varie società che se ne occupano, ai quali quotidianamente comunicano il numero delle persone positive in isolamento domiciliare presso le quali effettuare il servizio, e il numero dei positivi ricoverati. Insomma, il numero degli attuali positivi certificati Asp. Il servizio di smaltimento dei rifiuti, quindi, viene calibrato su quello che appare la rilevazione più veritiera.

Anche agli gli addetti della filiera rifiuti la discrasia tra il dato comunicato dalla Regione e quello in possesso dell’Asp salta subito agli occhi, così come è evidente anche a loro l’allargamento della forbice della differenza tra i due dati, man mano che passa il tempo, fino ad arrivare ai numeri clamorosi di oggi.

Agli operatori del servizio, un po’ ovunque, è capitato di presentarsi a casa di persone che erano nel frattempo già guarite, o che erano in isolamento perché positive da diversi giorni. Anche supponendo un ritardo di trasmissione dall’Asp e le società che effettuano la raccolta, però, la differenza tra i numeri – raccontano gli addetti – è risibile. E’ capitato cioè, per esempio, che arrivando in un comune della provincia il sindaco abbia segnalato loro che i positivi in isolamento erano un paio in più di quelli agli addetti segnalati, o di presentarsi da un ex positivo ormai guarito.

Ma in questo caso, raccontano gli addetti, si è trattato di casi che si contano sulle dita di una mano, nulla che pregiudichi la rilevazione dell’Asp. Nulla di paragonabile alla differenza tra i 45 casi certificati dall’Asp ieri contro i 255 comunicati dalla Regione.

LE AZIONI REGIONALI – LE CONVENZIONI CON LE CASE DI CURA.

L’Asp di Catania afferma di aver notato anomalie nei dati dopo un caso eclatante di una quindicina di giorni fa. L’Asp di Messina afferma di aver segnalato le anomalie alla Regione anche in data precedente. La differenza tra le due rilevazioni era già evidente, come scritto sopra, il 3 aprile.

Attenzione: fin qui abbiamo parlato del numero dei positivi, in isolamento domiciliare e ospedalizzati. Impossibile confrontare il dato delle terapie intensive, per esempio, visto che la Regione fornisce soltanto il dato complessivo regionale e non provincia per provincia, dove è possibile verificare i dati con l’Asp.

Il 23 marzo in conferenza Stato- Regioni Musumeci, a proposito del potenziamento dell’offerta sanitaria per fronteggiare l’emergenza, ha affermato: “Puntiamo a 2 mila posti letto per i contagiati, stiamo acquisendo disponibilità i qualche centinaio di posti letto, 150 li abbiamo trovati a Palermo, ne stiamo cercando un centinaio nel messinese, oltre 200 nel catanese, in serata firmiamo i primi contratti.

Per quel che riguarda le case di cura private, dove vengono creati altri posti letto per ospitare eventuali pazienti gravi non ospedalizzabili o altri pazienti Covid, l’accordo tra l’assessore regionale Ruggero Razza con l’Aiop arriva a fine marzo e il 26 c’è l’accordo quadro. Vengono poi varate tutta una serie di disposizioni successive, nella prima settimana di aprile, che definiscono i rimborsi, i criteri e le prestazioni.

Alle strutture private nel frattempo era stato chiesto di non effettuare prestazioni se non quelle relative ai trattamenti oncologici e ai casi urgenti, in linea con le previsioni per la sicurezza generale.

Tutto ciò, cioè, quando sembrava già abbastanza evidente che gli ospedali siciliani non averebbero avuto “il pienone” e l’intasamento delle terapie intensive registrate al Nord, anche soltanto a leggere il dato regionale, ma a maggior ragione a guardare i numeri Asp.

A Messina questa era la situazione al 7 aprile: Casa di Cura Cappellani: 43 posti letto Covid con 2 posti di terapia sub-intensiva e 7 di terapia intensiva; Casa di Cura COT: 60 posti letto Covid con 2 posti letto di terapia intensiva; Casa di Cura Villa Salus “no COVID”: 85 posti letto con 3 posti letto di terapia intensiva; Casa di Cura Carmona “no COVID”: 71 posti letto.

Il 10 aprile la Uil e Uil Fpl di Messina puntano i riflettori su queste convenzioni, chiedendo all’Asp di capire quali sono i criteri richiesti, per verificare che le strutture siano idonee. “L’Asp ci ha risposo fornendoci i numeri degli addetti dedicati a questo servizio, i posti letto effettivamente ricavati, i criteri richiesti – spiega Pippo Calapai della Uil – abbiamo chiesto lumi anche sul capitolo rimborsi, ma non ci è stata ancora data risposta“.

Fortunatamente nelle strutture private messinesi non ci sono stati casi di pazienti covid gravi, sono bastate le terapie intensive delle strutture pubbliche“, dice Gustavo Barresi dell’Aiop Messina. “La regione ci aveva chiesto di mettere a disposizione un centinaio di posti letto sia come covid hospital, quindi per i malati acuti e le terapie intensive, che come covid center, ovvero per i contagiati dimessi dalle strutture pubbliche. Ma gli effettivi ricoverati nelle cliniche messinesi sono stati pochi, qualche ospite covid center inviato da Barcellona e qualche altro caso inviato dal Policlinico”.

E il capitolo rimborsi? I tariffari regionali parlano di un rimborso che va da 220 circa a 1100 euro euro per i diversi casi di pazienti covid, in extrabudget. Rimborso giornaliero si intende, per effettivo ricoverato. . “Non ci è stato riconosciuto alcun vuoto per pieno”, precisa Barresi. Le strutture, cioè, sono stati rimborsate – o saranno rimborsate – soltanto per gli effettivi ricoverati e non per i letti messi a disposizione. “Abbiamo ovviamente ospitato pazienti non covid inviati dagli ospedali, in over booking per fronteggiare l’emergenza o per via delle disposizioni dettate per la sicurezza dei pazienti e del personale. E per quelli è previsto il rimborso, ma alle tariffe ordinarie. E ci è stato concesso la liquidazione di un dodicesimo del budget assegnato per il 2020″.

consulta qui L’ACCORDO QUADRO REGIONE SICILIA-AIOP

e qui la relativa APPENDICE

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