Coronavirus. Dall'Irlanda il racconto di Giovanni: "Spero di riuscire a tornare a Messina"

Coronavirus. Dall’Irlanda il racconto di Giovanni: “Spero di riuscire a tornare a Messina”

Francesca Stornante

Coronavirus. Dall’Irlanda il racconto di Giovanni: “Spero di riuscire a tornare a Messina”

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domenica 22 Marzo 2020 - 08:00

Giovanni è messinese e si trova in Irlanda con una cinquantina di studenti del Politecnico di Torino. Rientrare si sta rivelando difficile e temono anche per i loro studi

Una cinquantina di studenti italiani del Politecnico di Torino sono bloccati in Irlanda. Non sanno come tornare in Italia e non sanno se rischiano di perdere esami e sacrifici. E’ una delle tante storie di questa emergenza Coronavirus. Tra di loro c’è anche un messinese. Si chiama Giovanni Di Mauro, ha 24 anni, è iscritto al primo anno del corso di laurea magistrale in Ingegneria della Produzione industriale e dell’innovazione tecnologica. Si trova nella città di Athlone, in Irlanda, insieme a colleghi di corso e studenti che da Torino stanno frequentando questo anno fuori dall’Italia. L’Ambasciata italiana a Dublino ha detto loro che nel giro di 48 ore dovrebbe essere disponibile un volo charter che li riporterà in Italia. Nel frattempo aspettano. Tra confusione e incertezze.

«In Irlanda al momento l’emergenza è più contenuta, ci sono stati poco meno di 700 contagi e 3 morti, quindi l’emergenza non è esplosa come in Italia. La gente è ancora abbastanza libera, non ci sono state le misure restrittive che sono state prese in Italia. Hanno chiuso i pub, hanno sospeso i festeggiamenti per San Patrizio, ma per il resto la vita continua in modo abbastanza normale». racconta Giovanni. Tanto normale che in questa situazione di emergenza si sono ritrovati spiazzati.

L’Università che frequentano ha sospeso le lezioni il 12 marzo con la previsione di riprenderle il 30, anche se non sanno se davvero potrà accadere. Nel frattempo in tanti si sono attivati per tornare in Italia. E si sono resi conto che è tutt’altro che semplice. «Un ragazzo ha fatto scalo a Francorte e a Nizza, un altro ha fatto Dublino-Monaco, poi da Monaco è arrivato in Svizzera e lì è rimasto bloccato. Adesso la Farnesina ci ha comunicato la possibilità di questo volo charter ma non sappiamo ancora nulla. Non sappiamo soprattutto se tornare in Italia significherà perdere l’anno di studi, perdere la possibilità di fare esami, vanificare studio e sacrifici. Vorremmo solo che il Politecnico di Torino e l’Università di Athlone che stiamo frequentando ci dessero qualche garanzia. In tanti per paura stanno pensando addirittura di rimanere qui senza sapere quanto durerà tutto questo e con il rischio di non poter poi rientrare in Italia per chissà quanto tempo».

Giovanni, nel caso specifico, dovrebbe rientrare a Messina. Dunque teme che un volo charter con arrivo a Torino o a Roma comunque lo esporrebbe a rischi di contagio elevati visto che poi comunque il suo viaggio dovrebbe continuare verso la Sicilia. Con tutte le difficoltà che questo comporta, visto il taglio quasi totale dei collegamenti.

Intanto dall’Irlanda seguono con apprensione ciò che sta accadendo in Italia e hanno paura di tornare. «Ogni giorno alle 18.30 guardiamo i dati dei contagi, delle vittime, è drammatico. Qui usciamo solo per fare la spesa, anche se le misure sono meno ferree. Usciamo con le mascherine e al supermercato ci guardano di traverso. Anche a lezione sapendo che siamo italiani ci hanno quasi isolati. Non è stato bello ma comprendo la paura».
Giovanni e i cinquanta studenti del Politecnico di Torino vogliono tornare a casa. Chiedono alla loro università di tutelarli in questo momento, di dar loro risposte rassicuranti su quello che sarà il loro percorso di studi e una garanzia che non perderanno ciò che hanno fatto fino ad oggi. E chiedono di non essere abbandonati.

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