Coronavirus, è "inferno Calabria". A Cosenza, 15 pazienti sotto una tenda da 48 ore (con la neve)

Coronavirus, è “inferno Calabria”. A Cosenza, 15 pazienti sotto una tenda da 48 ore (con la neve)

Mario Meliado

Coronavirus, è “inferno Calabria”. A Cosenza, 15 pazienti sotto una tenda da 48 ore (con la neve)

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giovedì 18 Marzo 2021 - 18:19

Coronavirus, è "inferno Calabria". A Reggio, altre due vittime. A Cosenza, 15 pazienti sotto una tenda da 48 ore (con la neve): 4 morti e +248% dei contagi

La gestione della pandemia in Calabria sembra essere “saltata” da più lati. E davvero non si sa come, quando e neppure se si riuscirà davvero a rimediare.
Prima gli over 80 in fila per ore e poi rispediti a casa, a Reggio Calabria come a Vibo Valentia. Dopo la “guerra tra poveri” proprio tra le Aziende sanitarie provinciali delle città appena menzionate, a causa di pedestri squilibri organizzativi relativi alle “seconde dosi” (dello stesso tipo che hanno portato, in un caso almeno, a completare il ciclo d’immunizzazione con un vaccino di tipo diverso rispetto alla prima fiala utilizzata). Infine, l’esaurimento dei posti-Covid e delle risorse umane disponibili da parte di Azienda ospedaliera “Annunziata” e Azienda sanitaria provinciale cosentina, con tanto di pazienti “sfollati” in direzione Catanzaro (e non solo)…
Il baratro – ma non è detto… – sembra essere stato raggiunto oggi, visto che 15 pazienti positivi al Coronavirus in cura appunto all’ “Annunziata”, per la conclamata carenza di posti-letto, da 48 ore ormai sono costretti a trascorrere la notte all’interno della tenda pre-triage (in 6 casi) ovvero in uno stanzone (per altri 11 degenti).
Del resto, a proposito di situazioni emergenziali, lo stesso Pronto soccorso – oltre a tutti gli altri reparti – è full, mentre il Centro vaccinale gestito dall’Esercito non può più ospitare degenti, avendo cambiato destinazione rispetto a quella originaria assunta nel dicembre scorso.
Adesso, a rendere tutto pazzesco e surreale, la neve che sta cadendo a Cosenza e dunque anche sui già precari giacigli/posti-letto di questi 15 degenti: si sta forsennatamente lavorando per provare a trasferirli all’interno del nosocomio.

Nel Cosentino altri 4 morti e +248% dei contagi

Quanto ai dati ufficiali sul Covid, si registra un’impennata di nuovi casi: 404 solo nelle ultime 24 ore (+188), quasi il doppio dei 216 registratisi ieri, quando il numero di soggetti sottoposti a screening è rimasto sostanzialmente identico (593.571 oggi 18 marzo, 590.565 ieri 17 marzo). E schizza verso l’alto proprio la casistica nel Cosentino: 176 i nuovi contagiati a fronte dei 71 di ieri (+105), ovvero il 247,8% dei casi segnalati ieri. Seguono i territori di Reggio Calabria (64), Catanzaro e Crotone (appaiati a 55), Vibo (54).

Altri quattro decessi si sono verificati a Cosenza e provincia, altri due nel Reggino: sei nuove vittime, proprio come ieri.

Riccio: «Non ci salvano neanche le Forze armate»

Il consigliere comunale
di Catanzaro Eugenio Riccio

In un contesto del genere, difficile contestare toni e scoramento dell’intervento del consigliere comunale di Catanzaro del Gruppo misto Eugenio Riccio. «Capita, sempre più spesso in Calabria, che di fronte a problemi di inaudita gravità i cittadini invochino l’intervento dell’Esercito quale ultima spiaggia. Ma, si sa, in Calabria non ci salva neanche l’Esercito, tanto che le criticità segnalate dal generale Figliuolo nella nostra regione, relativamente alla campagna di vaccinazione, con contestuale invio di militari a suonare la sveglia a chi di competenza, poco o nulla sono servite». E via, con la girandola dell’assurdo: gli over 80 di Catanzaro che si prenotano telematicamente per il vaccino «vengono prenotati a Lamezia terme e/o Soverato. Possibile che non vi siano sedi e/o centri vaccinazioni a Catanzaro?» e, quesito di fondo: «Perché per questi incompetenti la Calabria deve andare sulle Tv nazionali come maglia nera della sanità italiana?».

Vaccinazioni, ogni giorno di ritardo ci costa 350 milioni

Ma soggiacere quasi in modo imbelle agli strali del Covid, lo sappiamo tutti, ha anche sconvolgenti costi economici; e ogni istante sprecato nella lotta al Sars-Cov-2 equivale a un botto di tempo sprecato nella ripartenza del Sistema Italia. In particolare, «ogni giorno di ritardo sulle vaccinazioni costa in media all’Italia oltre 350 milioni in mancati consumi – queste le stime Coldiretti effettuate sulla base di dati Istat relativi al 2020 – con un drammatico effetto a valanga sull’occupazione che si aggiunge alle sofferenze e alle vittime causate dalla pandemia».

Le Castella, simbolo turistico calabrese: il comparto rischia grosso per il Covid

Micidiale il riverbero negativo sulla catena del valore nel turismo: alberghi e ristoranti soffrirebbero un calo di fatturati del 40,2 per cento, e un’estate senza turisti stranieri ci penalizzerebbe per 11 miliardi e 200 milioni di euro. Ma ben sopra il 20% di riduzione stanno anche trasporti e cultura.

Longo: «Medici di famiglia-vaccinatori per accelerare»

In questo contesto “balcanico” locale e nazionale, appaiono poco più di un brodino – che, comunque, conforta e male non fa – le parole del commissario governativo per la Sanità calabrese, l’ex questore di Reggio Calabria ed ex Prefetto di Vibo Valentia Guido Longo: dopo lo stop, appena Ema autorizzerà nuovamente i vaccini AstraZeneca «si riprenderà regolarmente dall’ultimo effettuato». E visto che l’Ema ha appena dato il suo (attesissimo, e secondo molti osservatori scontato) “via libera”, rullano i tamburi anche in Calabria, fra le regioni in maggiore ritardo nelle operazioni d’immunizzazione della popolazione.
Per velocizzare le operazioni, si guarda alla campagna Regione/Asp per vaccinare in convenzione coi medici di medicina generale: «Un protocollo che estenderemo per i vaccini di tutte le altre categorie e per la vaccinazione di massa – fa sapere il commissario Longo -, i medici di famiglia ci hanno dato una grossa mano».

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