Cresce la preoccupazione dei familiari dei pazienti ricoverati nella clinica di Messina dove un paziente è positivo al coronavirus
“Mia madre ha la febbre a 38, ma non è stata sottoposta a tampone. Le dicono che dovrà tornare a casa, ma a noi familiari non danno alcuna notizia”.
Cresce la preoccupazione per un nuovo focolaio di coronavirus, stavolta alla casa di cura Cristo Re. Lo sfogo della parente di un’ospite apre il caso e rinfocola le polemiche sulla gestione Asp dell’emergenza.
“Come mia madre, altri ospiti sarebbero stati pre allertati ma senza fornire loro ulteriori indicazioni. Sono confusi e disorientati. Altrettanto noi, che non riusciamo a parlare ufficialmente con la struttura, che non ci ha comunicato alcunché, neppure informalmente”.
L’ansia raccontata dalla figlia della paziente è comune a tutti i familiari degli ospiti della struttura di via Principe Umberto, dove un uomo è risultato positivo al Covid 19 e trasferito al Policlinico.
In attesa di sviluppi della situazione, tra i figli e gli altri parenti dei pazienti della clinica l’apprensione per le condizioni dei propri cari è ogni ora più grande. Il rischio che tra i pazienti si diffonda il contagio è concreto, così come che siano stati già contagiati buona parte.
Al momento la struttura non ha ancora adottato protocolli, né per la sanificazione né per il trasferimento dei malati ospitati. Tanto meno per i tamponi, che come da protocollo vigente vanno somministrati soltanto ai sintomatici.
Oltre alla paura per le condizioni dei propri cari, quindi, i familiari, in assenza di comunicazioni, temono che gli stessi possano essere rinviati a casa dopo aver contratto il virus ma senza essere sottoposti a screening. A casa l’isolamento è quasi impossibile da garantire, e l’assistenza domiciliare dei malati non è assicurata.
“Come posso proteggere noi stessi e come posso curare lei, se torna a casa e se non so neppure se è ammalata?”, si domanda infatti la donna che ci ha contattati
Sono la parente di un paziente ricoverato nel reparto di riabilitazione del Cristo Re.
Nella giornata di sabato il paziente dal secondo piano viene trasferito al terzo adducendo che mancava del personale.
Nella giornata di domenica, si apprende solo dalla stampa che all’interno della clinica c’era un paziente covid-19 positivo.
Nella giornata di lunedì mattina, dapprima comunicano che la cucina è chiusa, successivamente in mattinata salta la terapia riabilitativa.
Quale sarà l’odissea del martedi????