La proposta su cui s'è poi incardinata la discussione in Aula: gestioni-stralcio delle Asp di Reggio e Cosenza per poi azzerarne il debito
Inizia intorno alle 13,30 la prevista seduta del Consiglio regionale che, quale unico punto all’ordine del giorno, ha il dibattito sulle condizioni della Sanità calabrese, con la partecipazione dello stesso commissario governativo per il Piano di rientro dal maxidebito regionale di settore Guido Longo, già prefetto di Vibo Valentia e questore di Reggio Calabria. Cinque ore serrate di lavori d’Aula imperniate intorno alla presenza e al report di Longo.
Spirlì “arringa” i consiglieri
La pandemia, spiega il Governatore calabrese facente funzioni Nino Spirlì, ha fatto emergere l’incapacità della Sanità calabrese d’erogare «livelli minimi» d’assistenza ai cittadini. E Spirlì mette in luce l’assoluta collaborazione prestata fin dalle prime battute al commissario governativo Longo.
Quanto all’emergenza-Coronavirus, il primo pensiero del Presidente va a chi non c’è più, ai degenti e ai parenti di entrambe le sfortunate categorie. «Non posso non sottolineare il lavoro quotidiano frutto di un’opera di collaborazione basato esclusivamente sulla necessità di fornire tempestivamente una risposta immediata alle esigenze del territorio», aggiunge Nino Spirlì, evidenziando il continuo dialogo col ministro della Salute Roberto Speranza e col commissario nazionale antiCovid generale Francesco Paolo Figliuolo. «Abbiamo fronteggiato il virus con l’istituzione delle “zone rosse”, ma pure con uno sforzo importante per potenziare i presìdi locali per effettuare i tamponi e poi per la vaccinazione. In Sanità, però, sono stati stanziati in Calabria molti meno denari pro-capite della media-Paese: e criticità e inadeguatezze sono state troppe, per riuscire nello scopo che il commissariamento si prefiggeva, per non parlare dei commissariamenti e dei due “decreti Calabria” che hanno completamente esautorato la Regione di compiti di attuazione e coordinamento in tema di Sanità, pur assorbendo la materia sanitaria il 76% della spesa corrente della Regione».
Intanto, il deficit in 11 anni di commissariamento «non solo non è diminuito, ma è aumentato: e molti stimano in circa 3 miliardi di euro il disavanzo complessivo accumulato dalle varie Aziende sanitarie e ospedaliere», l’Asp di Cosenza non ha ancòra presentato il consuntivo 2018, in quella di Reggio non ci sono bilanci approvati dal 2013 fino allo stesso 2018, «per non parlare dei tempi di pagamento dei fornitori, che hanno raggiunto picchi desolanti da 900 giorni». Ruberie, disorganizzazione, inefficienze secondo Spirlì caratterizzano la gestione pubblica della Sanità, mentre a farne le spese sono i cittadini, ricorrendo ai privati di tasca propria e, spesso, rimpinguando la già enorme mole debitoria che riguarda la migrazione sanitaria.
«L’unica via praticabile» secondo il Governatore calabrese è «un intervento straordinario dello Stato, che imponga verifica e determinazione certa del debito e il conseguente azzeramento di tutte le pendenze pregresse. In tale direzione, nei giorni scorsi ho inviato una richiesta accorata al presidente Mario Draghi», fa presente.
La relazione di Longo
«Non ho registrato grandi passi avanti nella Sanità calabrese, rispetto a com’era – esordisce il commissario governativo Guido Longo -. Secondo me occorrerebbe una gestione-stralcio per l’Asp di Reggio Calabria, dove non sono stati approvati i bilanci dal 2013 al 2018: ho formulato un’apposita richiesta in questo senso. Idem per l’Asp di Cosenza, decapitata da un’inchiesta giudiziaria, che ha certificato la falsità dei bilanci 2015, 2016 e 2017, ma chiaramente impedendo di avere bilanci 2018 e 2019 perché la continuità amministrativa impedisce di effettuare bilanci per saltum. Ho chiesto dunque un “congelamento” trimestrale per poter quantomeno accertare la situazione debitoria per poi ripartire: attendo la risposta. Asp di Vibo e di Crotone e le Aziende ospedaliere catanzaresi vantano poi un debito assolutamente ingiustificato; la situazione complessivamente non è dunque delle più tranquille. E l’Asp catanzarese, anche se non come altre Aziende sanitarie, ha comunque problemi di bilancio. E a questo punto è bene aprire sùbito il discorso Sant’Anna Hospital: l’accreditamento è stato fatto, le verifiche sono state fatte e tutto è risultato secundum legem, fermo restando il procedimento penale pendente ho dunque dato impulso all’Asp di Catanzaro affinché vengano celermente firmati i contratti. Redigerò a breve il Programma operativo 2022-24, tenendo conto di quel Covid che ha reso il programma 2019-21 largamente inattuale; e il post-Covid, inevitabilmente, imporrà scelte e programmi diversi».
Aggiunge Longo che «questa è l’unica Regione che ha ben tre Piani vaccinali, secondo gli step di progressiva effettiva attuazione del Piano: le altre Regioni hanno recepito quello nazionale. Da 4-5mila vaccinazioni al giorno s’è giunti a 15-16mila, anche grazie all’aiuto sul campo del generale Pirro; e noi contiamo di superare le 20mila immunizzazioni quotidiane. Non abbiamo nulla da invidiare, nei nostri hub vaccinali, a mezzi e organizzazione degli altri territori regionali; presto ai vari siti vaccinali daremo dei target vaccinali, per controllare il quantum delle fiale da utilizzare, e verranno dati tanti vaccini per quante sono le prenotazioni da esaudire».
Longo ringrazia poi per la stretta collaborazione del Dipartimento regionale Tutela della salute, e «per la grossa fortuna d’avere un dirigente generale come Giacomo Brancati, che non è secondo a nessuno e ben conosciuto in tutto il Paese. Un esperto in materia sanitaria e uno in gestione economico-finanziaria sono i due subcommissari che m’affiancheranno, e presto arriveranno dall’Agenas altre 21 unità che sanno bene di cosa parliamo, anche rispetto alle questioni strettamente calabresi. E io spero si riesca a reperire almeno un altro paio di capisettore, nel contesto di un Dipartimento via via depauperato negli anni».