In fondo ai lavori d’Aula, nella seduta consiliare dedicata all’emergenza-Sanità in Calabria, le repliche di Nino Spirlì prima e Guido Longo poi.
Il Governatore: in certi “pollai” tv, non mi vedrete mai
«Mai detto che “non ci sono problemi” di sorta: ho detto invece che, con una Sanità malata, abbiamo avuto risultati da Sanità “sana”. Proprio per comunicarvi dati precisi – così Spirlì –, mi son fatto mandare il calendario con le previsioni al minimo, giorno per giorno, dal 23 aprile al 5 maggio. Il 23 avevamo previsto almeno 9.646 vaccinazioni, ma ne abbiamo fatte oltre 12.500. Il 24, previste almeno 11.170, ma ne abbiamo fatte 19.200. Il 25 aprile, previste 11.449: abbiamo superato le 15mila. Oggi, previste al minimo 11.500 vaccinazioni, e stasera vedremo cosa ci dirà la “macchina” che ha lavorato oggi». Previsioni “in crescendo”: il primo e 2 maggio, ad esempio, sono previste 12mila vaccinazioni quotidiane; 15.550 ne sono programmate come minimo per il 3, 4 e 5 maggio. Questa “macchina” sta funzionando bene, nonostante le sollecitazioni che ancòra riceviamo da parte di qualcuno». Quanto agli over 80, già vaccinati il 63% della platea: «Col “colpo di reni” di questi ultimi giorni, e l’inserimento in banca-dati di coloro che, pur vaccinati, non vedevano caricati i relativi dati, si ottiene il “vero” dato, di un risultato che avremmo dovuto ottenere fin dal primo giorno, non avessimo avuto una Sanità debole come la nostra».
E le “arene” tv? «Da autore televisivo, caro Aieta, conosco perfettamente la differenza tra format diversi: se siamo davanti a format d’informazione abbiamo l’obbligo di parteciparvi, in caso contrario spesso ritroviamo atmosfere da “pollaio” e lì non mi vedrete mai, la Calabria non va rappresentata in luoghi nei quali è pregiudizialmente condannata, dove s’inscena solo una volgare presa per i fondelli di una Regione che invece sta lavorando bene. La Calabria non va dove si suppone debba andare a “difendersi”; la Calabria va nei luoghi in cui, da pari a pari, s’incontra con gli altri territori. E allo stesso modo non partecipo a incontri-scontri con probabili candidati alle future Regionali: io non sarò candidato, per cui non ho motivo di farlo. Né ho motivo di fare sgarbi istituzionali al presidente della Regione Campania De Luca incontrandomi col sindaco di Napoli, anche perché le nostre Sanità sono diverse: pure nei nostri ospedali si muore, ahinoi, ma non sul pavimento di un gabinetto o in nosocomi in cui s’allevano letti di formiche. Per chi ha urgenze d’apparire, posso mettere una buona parola per farlo partecipare a Forum».
Rispetto agli interventi sul territorio, «il 19 febbraio, siamo stati la prima Regione d’Italia a sottoscrivere un protocollo coi medici di medicina generale, e va alla grande – dichiara il Governatore calabrese –. Ne abbiamo firmato un altro con pediatri, odontoiatri e farmacisti; e non mancherà occasione di farlo, come all’orizzonte col Rotary International, con associazioni che possono dare una mano». Tre giorni di vaccinazioni con AstraZeneca, abbiamo 50mila vaccinati: «Usiamo i nostri canali social per invogliare la gente a vaccinarsi – è l’appello di Nino Spirlì –, la risposta è stata eccezionale».
Rabbia e numeri: Longo chiude il dibattito così
Al termine, intorno alle 18, la controreplica di Guido Longo, che ha mischiato quasi con foga rabbia – per le molte contestazioni a suo avviso infondate subite, anche in Aula – e numeri.
Nel ribattere punto su punto (richiesti gli Atti aziendali di Ao e Asp, attesa che i privati accreditati possano al più presto firmare i contratti salva la dilazione di alcune situazioni come il Sant’Anna hospital a Catanzaro), il commissario ha tra l’altro sottolineato: «Presto io stesso mi vaccinerò, e lo farò con AstraZeneca». L’ex questore di Reggio Calabria si dice impegnato per tre quarti della sua giornata nell’attivazione del Piano vaccinale: «Cosa non facile, anche per le difficoltà d’implementazione della piattaforma di prenotazione di Poste Italiane», ha specificato il commissario, ringraziando poi per la loro collaborazione il commissario nazionale generale Francesco Paolo Figliuolo e la Protezione civile.
Ritardo nei pagamenti, instaurazione di una grande mole del contenzioso e mancata cura del contenzioso: queste, secondo Guido Longo, le tre cuspidi del gigantesco debito di Aziende ospedaliere e Aziende sanitarie provinciali. «E tutto ciò che si fa, non prevede alcuno scudo penale o erariale, né per me né per i miei due subcommissari: è bene che si sappia», mentre quotidianamente arrivano decine di ricorsi di cui risponde sotto il profilo gestionale proprio Longo.
Grande attenzione alla quantificazione dei debiti, specie nelle Asp di Cosenza e Reggio: «Ma una volta quantificati, i debiti certi, liquidi ed esigibili andranno pagati», è il monito di Longo.
Dati puntuali forniti anche sulle vaccinazioni, dati che talvolta risentono d’incertezze perché Iss e piattaforma relativa ai contagi hanno una convergenza “faticosa”, spiega il commissario. E parecchie migliaia di vaccinazioni non sono state trascritte, «specialmente a Reggio Calabria», conferma lui: in questi e vari altri casi è stata adita l’autorità giudiziaria. Over 80: 61-62% prime dosi, 45% le seconde dosi. Quanto ai “fragili”, per quanto risulta dalle tessere sanitarie siamo al 60%:«Ma ci siamo accorti che su Siderno ci sono state 193 certificazioni da parte dello stesso medico: così non può andare bene», ha aggiunto il prefetto Guido Longo. E il commissario difende la sua scelta di disporre la vaccinazione dei dipendenti del Dipartimento regionale Tutela della salute, «anche per evitare che eventuali contagi paralizzassero la stessa attività dell’Ufficio del Commissario».
Ingente, poi, l’incremento dei posti di terapia intensiva e sub-intensiva, specie nel Cosentino. Assunte a termine 1.080 unità; 690 assunzioni a tempo indeterminato all’orizzonte fra tutte le varie Asp: «I fondi ci sono, ma le Aziende fin qui non hanno assunto. Proprio le assunzioni, coi soldi già disponibili, sono tra gli obiettivi aziendali: dopo il terzo sollecito, per i commissari ci sarà la decadenza». Mentre gli ospedali andranno riaperti, non più chiusi: in questo senso, una profonda modifica al “dca 64” è all’orizzonte.