Il commissario dell'Asp di Reggio Calabria: «Dati da rivedere un po' al ribasso, ma il problema c'è. La variante Omicron? Fin qui, non desta preoccupazioni»
REGGIO CALABRIA – L’antidoto alle poche immunizzazioni a San Luca e a Platì? «Le vaccinazioni le faremo lì, sul posto». Lo dice a Tempostretto il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria Gianluigi Scaffidi.
E francamente era anche difficile che una risposta degna di questo nome non arrivasse, dopo una sorta di “indice puntato” sui due paesi della Locride, tra i meno immunizzati dell’intero Paese, da parte del Governatore calabrese. Roberto Occhiuto aveva “ammonito” ad adottare tempestive contromisure; altrimenti, aveva ammonito, al primo focolaio dichiarerò questi centri “zona rossa”.
Vaccinatori a breve nei due centri
Scaffidi sottolinea che «presumibilmente i dati del 29% di vaccinati a Platì e 30% a San Luca sono un po’ da correggere al rialzo». E questo, perché bisogna pur tener conto di «chi materialmente non vive in queste zone della Locride, pur risultandovi residente sulla carta».
Resta un dato: «Siamo comunque a percentuali d’immunizzati molto lontane dalla media nazionale, ma anche locale».
Ecco perché adesso scatteranno i sopralluoghi: saranno poi, nel giro di pochi giorni, le strutture nella disponibilità del Comune di Platì e di San Luca rispettivamente a ospitare i vaccinatori.
Distanza e poca informazione…
D’accordo, ma qual è il motivo scatenante della così grande massa di non-vaccinati a San Luca e a Platì? Scarsa voglia d’affrontrare i chilometri che separano questi due angoli della Jonica reggina interna dal primo centro vaccinale?, carenza d’informazioni?, età avanzata e dunque limitata mobilità di chi dovrebbe materialmente andare a vaccinarsi? «Probabilmente, alla base c’è un mix di tutti e tre questi fattori che ha appena citato», risponde laconicamente Scaffidi.
Adesso, in definitiva, non è il tempo delle parole; ma di dimostrare con i fatti al Governatore calabrese Roberto Occhiuto che la risposta arriverà, e presto.
Dopo gli amministratori di Platì – il sindaco Rosario Sergi e il presidente del Consiglio comunale Paolo Ferrara, incontrati già ieri benché fosse una giornata festiva -, stamattina Scaffidi ha avuto un esaustivo colloquio telefonico anche col sindaco sanluchese Bruno Bartolo.
«Occhiuto? Nessuna “minaccia”, ma solo uno sprone a darci una mossa»
«Comunque, è il caso di precisare che il riferimento del Presidente della Regione all’eventualità di far diventare “zona rossa” Platì e San Luca ai primi focolai non l’abbiamo assolutamente inteso come una minaccia – mette i “puntini sulle i” il commissario dell’Asp 5 -, ma come un energico sprone a darci una mossa, cosa che stiamo facendo…, anche in questi due centri. San Luca e Platì, insieme alla vicina Careri, sono peraltro anche gli unici così in ritardo per le vaccinazioni sul territorio metropolitano».
Fin qui, “Omicron” non desta ansie
Ma a proposito: e la variante Omicron? «La domanda è legittima, anche perché su 11 casi in tutt’Italia uno ricade proprio sul territorio di competenza di quest’Azienda – sorride Gianluigi Scaffidi -. In atto almeno, però, e limitatamente a questo specifico caso, direi che non c’è affatto da preoccuparsi: il soggetto che ha contratto la variante Omicron nel Reggino gode complessivamente di buona salute. All’apparenza, potremmo parlarne come di un caso di raffreddore lieve. Chiaramente – puntualizza il commissario – non può essere questo un dato “assoluto”: un caso è assolutamente troppo poco in termini statistici».