Coronavirus in Calabria, si sfiora il "tutti contro tutti"

Coronavirus in Calabria, si sfiora il “tutti contro tutti”

Mario Meliado

Coronavirus in Calabria, si sfiora il “tutti contro tutti”

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martedì 06 Aprile 2021 - 21:18

Amministratori della cosa pubblica, operatori di settore, rappresentanti di categoria fanno "esplodere" le contraddizioni sùbito dopo il break pasquale

Questo martedì 6 aprile, forse in quanto prima giornata post-weekendone pasquale (pur con restrizioni), registra una deflagrazione di lamentele e critiche di vario segno rispetto al contrasto al Coronavirus, alle questioni organizzativo-sanitarie, alle ricadute economiche. Un caleidoscopio grigissimo con critiche talora incrociate, che non risparmia davvero nessuno.

Crotone: Voce “chiama” Longo

Il sindaco di Crotone Vincenzo Voce

A questo giro, il sindaco di Crotone Vincenzo Voce pretende d’essere ascoltato e scrive davvero “a chiunque”: al commissario governativo per la Sanità calabrese Guido Longo, al commissario dell’Asp crotonese Domenico Sperlì, al Governatore calabrese Nino Spirlì e al prefetto di Crotone Maria Carolina Ippolito. I 40 ricoveri e i quasi mille (992) casi positivi attivi incarnano, evidenzia il primo cittadino pitagorico, «numeri altissimi che stanno superando anche quelli del mese di novembre scorso», fermo restando che dopo un personale sopralluogo al nosocomio di Crotone ha visto coi suoi occhi che «la situazione è al limite per l’impennata che hanno avuto i contagi. Il personale, pur non risparmiandosi mai, è sottoposto ad uno stress costante», ma del resto «preoccupa la capacità di ospitalità della struttura».
Le richieste di Voce sono il ripristino «con urgenza» della struttura mobile all’esterno dell’ospedale e l’incremento del personale.

Il Prc: «Il vaccino sia bene comune»

Rifondazione comunista – attraverso Antonio Campanella della segreteria regionale –, intanto, insiste affinché il vaccino sia in modo definitivo «bene comune», come chiede da mesi: «L’11 marzo – rammentano dal Prc – il nostro segretario regionale presentava un esposto alla Procura della Repubblica di Cosenza per richiedere il controllo sulla reale predisposizione e attuazione del Piano vaccinale regionale e d’accertare eventuali responsabilità in merito a ritardi e possibili vaccinazioni a soggetti non necessitati. Dopo un mese, possiamo dire che confusione e incapacità gestionale e amministrativa sono ancòra lampanti».

In quello stesso giorno, in tutt’Italia, la richiesta (appunto) di dichiarare il vaccino bene comune: «Unione europea, Usa e Giappone hanno risposto con un “no” alla richiesta di moratoria sui brevetti, avanzata da India e Sudafrica», evidenziano a Rifondazione. La scelta del governo Draghi d’avallare questa scelta viene reputata «disumana», visto che contribuisce a mettere a rischio la vita di miliardi di persone nel pianeta, ma al contempo «miope, poiché la moratoria consentirebbe anche all’Italia di produrre vaccini a basso costo».

Le lamentele di Confcommercio

Klaus Algieri, presidente Confcommercio Calabria

Il presidente calabrese di Confcommercio Klaus Algieri, dal canto suo, “spara a zero” contro la politique politiciénne, “chiacchiere e distintivo”: «Proclami, intenzioni e voci di corridoio, ma ancòra una volta il Sud sembra essere sparito dall’elenco dei provvedimenti “urgenti” dell’agenda politica», quasi fosse «passato di moda».
Quanto al contrasto al Covid-19 in particolare la verità, incalza Algieri, è che «ad oggi, non sappiamo nemmeno a che punto siamo con i vaccini. Le Asp fanno quello che vogliono, si veda il caos a Vibo Valentia di questi giorni» mentre «gli pseudocommissari non sanno nemmeno rispondere a semplici domande. Le nostre imprese intanto continuano a rimanere chiuse». Serve un piano strutturale, globale, che canalizzi prioritariamente su turismo e new Green deal i rilevanti fondi di Recovery plan e Piano Sud 2030; soprattutto, rimarca ruvidamente Klaus Algieri, non servono assolutamente «promesse da campagna elettorale».

Querelle-Scilla

I colleghi di Confcommercio sul territorio metropolitano di Reggio Calabria, poi, aprono una querelle-Scilla: si tratta di un emblema del turismo reggino e calabrese, a loro avviso in atto allo sbando. Anche per questo Confcommercio reggina e Sib (Sindacato italiano balneari) si dicono «a fianco dell’imprenditore Pietro Macrì, che da questa mattina ha avviato lo sciopero della fame per sensibilizzare l’intera comunità sulle drammatiche conseguenze che il Piano spiaggia comunale di Scilla produrrà sulla sua attività, così come su molte altre», scrivono il presidente di Confcommercio Reggio Calabria Lorenzo Labate e Carmelo Fiorillo del Sib.
Il Piano spiaggia della “gemma del Tirreno” ha incarnato un’azione della Commissione straordinaria scillese «scarsamente condivisa con gli operatori economici del territorio» a fronte degli «effetti devastanti sul tessuto economico locale» in corso d’opera, fermo restando il ricorso (magari scontato) alla magistratura amministrativa.

L’allerta di Azione

Carmelo Versace, consigliere comunale e metropolitano delegato tra l’altro a Viabilità e Marketing territoriale, responsabile regionale di Azione – il soggetto politico promosso dall’ex ministro Carlo Calenda –, parla senza mezzi termini di «fallimentare» campagna vaccinale in Calabria, con appena 100mila calabresi che hanno completato il ciclo e poco più d’altri 90mila in attesa per la seconda dose (in totale, il 10% della popolazione circa).

Il consigliere metropolitano delegato Carmelo Versace (Azione)

«Di questo passo sarà molto complicato raggiungere la sperata immunità di gregge in tempi brevi, considerando che i picchi massimi raggiunti in Calabria per quanto riguarda le vaccinazioni giornaliere si attestano intorno alle 8 mila dosi somministrate contro un target minimo di 10 mila vaccinazioni al giorno», osserva Versace. E quanto al Reggino, l’hub al Palasport di Siderno e quello al Reparto mobile della Polizia di Reggio Calabria ad avviso del coordinatore regionale di Azione difficilmente potranno bastare. Di qui la rinnovata richiesta di coinvolgere nelle operazioni vaccinali anche medici specializzandi e biologi, assumere più personale anche amministrativo, usare piattaforme «dedicate ed efficienti per diminuire al minimo i ritardi».

I consiglieri reggini strigliano Spirlì

Ma a proposito di centrosinistra, i consiglieri di maggioranza a Palazzo San Giorgio ritengono che l’idea del Governatore calabrese Nino Spirlì d’andare a Roma a chiedere la riapertura delle attività commerciali, dopo aver comunque decretato la “zona rossa” fino al 21 del mese, significhi aver «totalmente perso l’orientamento», prendere in giro i cittadini, affrontare un’emergenza pandemica in «modo irresponsabile». Del resto, aggiungono loro, la gestione di Stati generali sul Coronavirus e visita del generale Francesco Paolo Figliuolo avevano svelato la «totale inadeguatezza dei vertici della Cittadella», tanto più coi calabresi «ultimi tra gli ultimi sulle vaccinazioni e sull’intera organizzazione sanitaria».
Nell’analisi dei consiglieri comunali reggini di centrosinistra, è per quest’approccio gravemente sbagliato che sono venute fuori le proteste di piazza di oggi. «Invece di trascorrere il suo tempo a blaterare in diretta sui social ed occuparsi di nomine di sottogoverno, il presidente Spirlì spieghi ai calabresi cosa intende fare – è il loro appello – per uscire da questa crisi».

L’indice accusatorio di Davi

L’ex candidato sindaco Klaus Davi

Di sapore però completamente diverso l’opinione del massmediologo ed ex candidato sindaco di Reggio Calabria Klaus Davi. «Alzi la mano un commerciante reggino che si ricordi di un solo provvedimento dell’amministrazione dei ‘velini e delle veline’ ‘di Reggio Calabria a favore della sua categoria… – è la sua provocazione di oggi –. Una sola delibera che abbia quantomeno arginato la desertificazione commerciale di questa città certificata da Confcommercio con interventi per esempio sulla fiscalità ? Uno solo che abbia aiutato le imprese e gli artigiani?».
Ed ecco che Davi si scaglia contro il «‘maestrino con la penna rossa’» (il sindaco Giuseppe Falcomatà, ndr) che nel frattempo, «in un tragicomico video spiega che non può fare nulla (chissà come mai) per aiutare il commercio a seguito delle decisioni del governo e della regione che chiudono tutto (che cattivi….)». Per l’ex competitor dello stesso primo cittadino, «un fallimento totale e un’ammissione palese di conclamata incapacità», anche perché Falcomatà in campagna elettorale, al contrario, aveva annunciato che avrebbe tutelato le piccole e medie imprese.

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