Dalla relazione presentata dalla presidente di MSC emergerebbero gravi carenze igienico-sanitarie. Ma gli operatori non ci stanno: abbiamo rischiato la vita
Chiusa la casa di riposo Come d’incanto, trasferiti anche gli ultimi anziani, mentre si procede con la sanificazione, si aprono nuovi capitoli. Da un lato c’è il drammatico bilancio del focolaio (su 71 anziani ospiti finora i positivi sono risultati 63 ed i morti 7). Dall’altro lato le polemiche sulle responsabilità a vario titolo di quanto accaduto.
Gli operatori dentro il focolaio
La disperazione dei 16 operatori rimasti mentre il focolaio divampava e ad uno gli anziani venivano soccorsi dalle ambulanze, è rimasta impressa in tutti noi. Per oltre la metà di loro il verdetto attuale è stato il contagio.
La relazione: gravi carenze
Ma c’è un altro capitolo che potrebbe aprirsi con la relazione che la Messina Social City ha trasmesso alle autorità competenti, procura compresa, in seguito all’ingresso dei volontari nella struttura. Stando a quanto emergerebbe dalla relazione si sarebbero riscontrate gravi carenze igieniche, sia nei bagni che nei locali. Alcune criticità sarebbero state riscontrate anche nelle condizioni igieniche degli anziani ospiti.
E il futuro?
I locali intanto saranno sanificati, mentre gli unici 6 anziani risultati al momento negativi sono stati trasferiti temporaneamente in altra struttura, rigorosamente separati dagli altri ospiti. Non sappiamo però come questa relazione possa incidere nelle prossime fasi. Certo è che gli operatori non ci stanno ad essere additati come coloro che dopo essersi presi di cura degli anziani rischiando la loro stessa vita e salute, diventano i responsabili di una situazione di disagio. “Noi abbiamo rischiato la vita”