Coronavirus. "Io, giovane imprenditore dico a Conte: Siamo morti che camminano"

Coronavirus. “Io, giovane imprenditore dico a Conte: Siamo morti che camminano”

Autore Esterno

Coronavirus. “Io, giovane imprenditore dico a Conte: Siamo morti che camminano”

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domenica 29 Marzo 2020 - 07:50

Angelo Maimone ha 40 anni e un'azienda nel settore turistico: "Il decreto di marzo è la fine dei nostri sogni e delle nostre imprese. Non moriremo di virus, ma di fame"

Presidente Conte, le scrivo questa lettera aperta e lo faccio per coscienza. Siamo morti che camminano.

Diamo lavoro a 100 famiglie

Sono Angelo Maimone e sono un giovane imprenditore siciliano di 40 anni, sono separato, ma padre di due bellissimi bambini: Mattia Santi e Gioele. Le scrivo perché devo dare delle risposte proprio a loro ed ai figli dei nostri collaboratori i quali, a breve, finiranno la cassa integrazione.Mi occupo di turismo, precisamente di trasporto turistico con autobus scoperti, ed insieme ai miei partner, diamo lavoro a circa 100 famiglie in tutta l’isola.

Sacrifici per un pezzo di pane

La nostra società opera dal 2012, è titolare del marchio CityBySee Open Top Bus, ed ha l’attività principale a Taormina. La nostra attività si svolge sette mesi l’anno – da aprile ad ottobre – ed in questi pochi mesi dobbiamo cercare di coprire i costi di tutto l’anno, con enormi sacrifici e cercare portare un “pezzo di pane a casa”. In questo, sento di rappresentare tutto il comparto turistico: noleggi con conducente – agenzie di viaggio – tour operator – ristoranti – bar – strutture ricettive.

E’ la fine dei nostri sogni

L’11 marzo 2020, al costo di qualche centesimo di inchiostro, ha sancito, come solo un giudice monocratico può fare, la fine di molte imprese – di molti sogni. “La via della verità e della trasparenza” – che ha affermato di seguire – oppure la dichiarazione del ministro Gualtieri “Nessuno dovrà perdere il lavoro” – sono semplicemente, a mio modesto parere beceri slogan politici.

In Sicilia il turismo muore

L’economia turistica e di molti altri settori, dipendono spesso dalle scelte di Governo, dalle ormai note manovre di bilancio e così via. Non si può chiudere tutto in emergenza senza un piano specifico in materia di salute e di economia. In Sicilia, per quanto ci riguarda, alcune delle categorie che le ho sopra indicato, non supereranno il mese di giugno per mancanza di lavoro oppure di liquidità di cassa necessaria ad onorare gli impegni assunti e quindi saranno destinate al fallimento.

Che dirò ai miei figli?

Io sono tra queste. Inoltre, cosa dovrò dire ai miei figli quando mi chiederanno da mangiare? Se fossi stato destinato al fallimento, avrei preferito che accadesse per scelte imprenditoriali sbagliate, per valutazioni inesatte e non per colpa delle istituzioni che sapevano ed hanno nascosto. Se l’allarme fosse arrivato per tempo ed in modo autorevole, probabilmente ognuno di noi avrebbe gestito le cose in modo diverso.

Lei ha ammainato le vele

So bene che nessuno ha bacchetta magica e capisco la sua situazione ed il peso della responsabilità a dover gestire delle scelte che condizionano la vita 60 milioni di abitanti ma, quelle finora fatte, a mio modesto parere, sembrano quelle di un comandante a bordo di una nave in burrasca che si è limitato ad ammainare le vele.

Caro Conte chieda scusa

Un Uomo, si dimostra tale, anche quando sa chiedere scusa. Con tutto il rispetto, io credo che lei lo debba a tutti gli Italiani. Tuttavia, di recente, l’essersi mostrato all’Europa senza cappello in mano, lo ha reso un uomo più libero e orgoglioso. Anche io voglio essere così, anche io voglio essere come lei. Per questo le dico che rifiuto le 600,00 euro. Ho l’esigenza di avere una immediata liquidità da parte delle banche commisurata agli impegni assunti, e quelli da assumere, fino alla ripresa effettiva dell’economia e con il 50% a fondo perduto a carico dello Stato. I soldi si stampano, la salute no!

Non moriremo di virus ma di fame

Nel massimo rispetto di tutte le vittime del Covid-19, le dico che se non fosse così, alcuni di noi se non moriranno di coronavirus, moriranno di fame. Siamo comunque morti che camminano. La voglio salutare con una frase di Abramo Lincoln: “La cosa migliore riguardo al futuro è che arriva solo un giorno alla volta”. Presidente siamo ancora in tempo, agisca subito.

Angelo Maimone

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6 commenti

  1. con tutto il rispetto,in un momento simile parlare di turismo mi sembra da folli…cosa vuole fare questo signore riaprire tutto per trasportare i cadaveri che ci saranno per le strade (visto che ospedali e cimiteri saranno stracolmi) con i suoi pullman per portare a casa il fatidico “pezzo di pane”? Possibile che l’essere così sistemizzati in una società che ha il culto del denaro faccia dimenticare la gravità del momento?

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  2. Anonimo Messinese 29 Marzo 2020 11:40

    Qualcuno ha spiegato al giovane imprenditore rampante cosa è una pandemia? I turisti vuole accompagnarli in giro, per la nostra bellissima isola, o direttamente al cimitero? Se non si capisce che occorre ISOLARSI, rimanere a CASA TUTTI, questo incubo durerà ancora per molto e finiremo per perdere anche quel minimo di libertà di cui ancora possiamo godere. Credo che dovrebbe essere il signor Maimone, non il governo, a chiedere scusa alle famiglie delle vittime per quello che sta dicendo.

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  3. Luigi Puglisi 29 Marzo 2020 13:11

    Ritengo di aver letto attentamente la lettera aperta di questo cittadino/imprenditore, il quale, non mi sembra sottovaluti le proporzioni di tale pandemia e quello che comporta.
    Mi sembra stia semplicemente chiedendo, proprio in virtu’ di tale gravita’, di prendere anche dei provvedimenti di ordine sociale ed economico in modo da non trovarsi impreparati, dopo questa tristissima pagina di storia sanitaria, nell’affrontare anche il grave problema di chi non sappia come dare da mangiare alla propria famiglia.
    Mi sembrano che siano evidenti a tutti le prime notizie di gravi tragedie di carattere sociale, che nei Tg , si affiancano alle notizie tristi e terribili di morti e contagi. Mi sembra inutile nascondere che la pandemia ha portato con sé anche gravissime conseguenze nell’economia già traballante di piccoli imprenditori, artigiani, padri di famiglia che spesso
    lavorano in nero. Chi riusciva ad arrivare a fine mese a stento, adesso si trova in una situazione di disperazione.
    I politici sono chiamati a rispondere anche a queste problematiche che, inutile nasconderlo, se malgestite potrebbero scoppiare come una bomba a orologeria nel breve periodo.

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  4. La cosa più importante è la salute!
    Tutto il resto si sistema!
    Questo dovrebbe dire ed insegnare ai suoi figli!
    Le disdette delle prenotazioni erano già numerose prima del decreto che lei cita!
    Prenda i 600 euro, se le spettano, e li doni a chi ne ha bisogno e non può richiederli!

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  5. Francesco raffa 29 Marzo 2020 18:05

    Scusate. Ciò che chiede angelo, non è la riapertura del comparto lavorativo, non è l’immediata sospensione dei decreti, ma è ciò che tutti abbiamo bisogno… Un vero aiuto da parte dello stato, visto che da un mese che si parla di soldi da destinare agli italiani, ed ancora oggi niente di fatto. Ciao Angelo da Ciccio raffa

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  6. Mi permetto di entrare nel merito: ho lavorato nel settore turistico 42 anni. Da questo stop ci riprenderemo fra 5 anni. I politici a tutti i livelli parlano ma concludono poco perchè sono totalmente slegati dalla realtà sociale veramente. Roma ci ha abbandonati al nostro destino la scorsa settimana. Qui non arriverà nulla,o solo le briciole. Auguriamoci che il coronavirus non arrivi in modo drastico. L’Europa non vuol saperne di mettere mani al fondo salvastati. Gli USA hanno i loro bei problemi. Sapete chi ci verrà incontro? Compreranno il nostro debito pubblico. Forse solo così e uscendo dall’Europa ce la potremo fare. Anche a livello turistico. Nelle città del nord Milano, Venezia, Firenze, Roma, massimo fino a Napoli giravano migliaia di cinesi al giorno. Li faremo venire anche in Sicilia. Il governo nazionale non può trattarci sempre come i figli poveri e babbi. Ma per questo dobbiamo ringraziare anche i nostri assistenzialisti deputati. Scusatemi

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