Coronavirus: la quadratura del cerchio. Il teorema della causa ed effetto

Coronavirus: la quadratura del cerchio. Il teorema della causa ed effetto

Autore Esterno

Coronavirus: la quadratura del cerchio. Il teorema della causa ed effetto

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venerdì 20 Marzo 2020 - 08:11

Pubblichiamo la riflessione di Mario Cento, da uno dei suoi editoriali "da qualunquista in quarantena"

Di seguito, dalla pagina facebook di Max Mario Cento Batterius, pubblichiamo una delle riflessioni da lui definite “Brevi editoriali di un qualunquista in quarantena”

Qualcosa non quadra


Già da qualche giorno, i dissociati sociali che non hanno partecipato ai concerti sul terrazzo, alle passeggiate in bicicletta ed alla collezione di denunce, hanno potuto notare stando seduti davanti al loro fedele pc, come il confronto dei dati cinesi con quelli italiani, manifestasse una discrepanza pressoché inspiegabile. “Qualcosa qui non quadra”. La mortalità italiana da coronavirus si attesta all’incirca al 10% dei contagiati, mentre quella dei cinesi sfiora appena il 2,5 %; tutto ciò a fronte di un numero di contagiati in Cina pari a 3 volte quello italiano.

Chi ha fornito dati inesatti?

Si è gridato subito all’inesattezza dei dati forniti dal governo cinese, che nasconderebbe chissà quanti altri deceduti (…..vuoi vedere che neanche da loro, essendo tutti uguali, si accorgono di chi muore ….). Si è avanzata l’ipotesi che il nostro Istituto Superiore della Sanità e la Protezione Civile Italiana produrrebbero dati poco realistici a causa di sistemi di rilevazione completamente differenti da quelli cinesi, rendendo in tal modo impossibile un confronto esatto e puntuale con questi ultimi (un po’ come dire che abbiamo a che fare con due enti che fino a un mese fa si occupavano del conteggio dei bollini del supermercato).

Coprifuoco a confronto….

E mentre nessuna delle due teorie mi convince, vado a scavare tra i video e le notizie di metà gennaio, quando a Whuan, una città di 11 milioni di abitanti, dopo soltanto 15 giorni dallo scoppio dell’epidemia, è stato imposto il coprifuoco: le immagini spettrali della città completamente vuota, dove tutto si è fermato (tutto compresi i trasporti, le fabbriche, gli aeroporti e le stazioni dei treni) , e dove i militari e le forze dell’ordine giravano con le armi spianate, mi fanno capire che non c’è nulla che non quadri, nulla che non torni. Confronto quelle immagini con quelle odierne delle nostre stazioni ferroviarie, delle metrò, dei parchi cittadini e delle strade delle città italiane, e mi rendo conto che la differenza tra i cinesi e noi non risiede nei numeri e nei dati, ma nelle cause che li hanno determinati, e delle quali ancora non riusciamo a prendere corretta coscienza.

Teorema della causa ed effetto

Non comprendere il significato del termine “asintomatico” e della sua mostruosa pericolosità in una epidemia globale, equivale ad imprimere al nostro numero di deceduti una impressionante impennata sino a raggiungere le famigerate stime del Consiglio Nazionale delle Ricerche (che prevede “sic res stantibus” entro il 21 aprile, un numero compreso tra i 5000 ed i 25000 morti). Tutto quadra perfettamente benchè appaia impossibile come la quadratura del cerchio: non vedo distorsioni di numeri e di dati, ma il semplice realizzarsi di effetti dovuti agli improbabili appelli ed ai continui ed inutili richiami alla responsabilità dei cittadini italiani. Vedo le cause nelle stazioni ferroviarie strapiene di gente che si accalca, nei vagoni della metrò e nei bus del mattino piene di lavoratori, nelle mense delle fabbriche con file infinite. Vedo le cause e gli effetti di un popolo che ha seguito con molta più attenzione ed ammirazione le volgarità di Sgarbi anziché i preoccupanti appelli di Burioni.

Mario Cento

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