In un momento di grande criticità nulla è previsto per gli studenti disabili, neanche a supporto delle loro famiglie
Di seguito l’appello al governatore Musumeci del coordinatore del tavolo per l’autismo Pino Currò
Corre l’obbligo portare a conoscenza delle Autorita’ una grave omissione. Questo è momento di difficoltà per tutti, ma lo è molto di più per le tante famiglie che al proprio interno si trovano a gestire da sole un disabile. Già era difficile prima, figuriamoci ora. Ancor di più per quelle famiglie ove esiste un solo genitore, per svariati motivi. Ancor di più per quelle che sono costrette a vivere in spazi ridottissimi. Ancor di più per quelle in cui i rapporti si sono da tempo deteriorati.
Nulla per gli studenti disabili
Vi sono situazioni al limite della sopportazione, alcune esplosive. Sappiamo che gli insegnanti sono impegnati a seguire on line gli studenti, assegnando e correggendo compiti, nonché preparando le ultime classi per gli esami. Ma non è per tutti così. Nulla è previsto per i disabili che durante l’anno scolastico hanno seguito una Programmazione differenziata. Cioè per coloro che alla conclusione degli studi otterranno un attestato, non un diploma. Si dirà che non c’è stato il tempo per prevedere qualcosa anche per loro, che li impegnasse on line. Ora siamo in emergenza da circa un mese. Rispetto a questa problematica assistiamo al silenzio colpevole di tutte le Istituzioni. Al solito, che si arrangino le famiglie!
L’appello del garante
Come genitori direttamente coinvolti, sosteniamo con forza la presa di posizione del Garante Regionale della Persona Disabile, Dott.ssa Giovanna Gambino, che chiede al Presidente Musumeci interventi urgenti a favore di queste persone e in particolare per quelle affette da Disturbo dello Spettro Autistico. Queste più di tutte soffrono di restare chiuse in casa, e stanno evidenziando comportamenti improntati a grande criticità. Concordiamo con il Garante nel richiedere per loro un percorso sanitario, scolastico, sociale privilegiato, con l’attuazione di specifici protocolli, inclusa la prevenzione, di corsi scolastici ad hoc, di interventi socio-educativi…
Disagio sociale non è disabilità
Ho preso visione di una circolare del 20 Marzo scorso, emanata dall’Assessore Reg. alla Istruzione, Roberto Lagalla, nella quale si assegna un contributo ai Dirigenti scolastici per l’acquisto, il noleggio di dotazioni informatiche, per gli alunni di Scuole secondarie di primo e secondo grado che si trovano in condizioni di disagio economico e sociale e con limiti di reddito. Ritengo che l’equivoco da chiarire stia proprio qua. Disagio sociale non vuol dire disabilità. Credo che l’Assessore Lagalla debba chiarire al più presto tutto questo. Tanto è vero che mi risulta che diversi Dirigenti scolastici non hanno fino ad ora predisposto interventi specifici a favore delle persone diversamente abili. E vorrei essere smentito. La domanda è : come si stanno impegnando gli insegnanti di sostegno e gli Assistenti alla Autonomia e alla Comunicazione in forza ad ogni Istituto scolastico e già assegnati al disabile ? Hanno a disposizione dei Piani specifici da applicare, come stanno facendo gli Insegnanti curriculari con i loro ragazzi ? Gli interrogativi sono tantissimi e oggi tutti i nodi vengono al pettine. Le problematiche dei disabili non riguardano solo la Scuola, che bene o male cerca di fornire delle risposte. Fra di loro vi sono un gran numero di persone che non solo non vanno a scuola, ma che sfuggono a qualsiasi indagine. Tale condizione ce la ritroviamo oggi in tutta la sua drammaticità.
Intervenga Musumeci
Per questo è importante che il Presidente Musumeci intervenga, con interventi coordinati, mirati, integrati. Per tali motivi è auspicabile che i tre assessorati regionali, Salute, Famiglia e Istruzione agiscano in piena sintonia. Intanto è estremamente urgente che i Servizi di Salute Mentale, specificatamente le Neuropsichiatrie infantili ed Adulti, predispongano Piani Riabilitativi on line, come supporto immediato dal punto di vista neurologico, farmacologico, psicologico, sociale…chiamando appunto in causa tutte le figure professionali esistenti. Naturalmente è indispensabile che tali Servizi siano dotati di tutta la strumentazione e delle attrezzature di cui necessitano. Anche qua, mi risulta che molti Servizi non abbiano a disposizione la connessione Internet, le web cam….. Credo che questo sia il momento in cui gli operatori a tutti i livelli debbano rivendicare con decisioni tali dotazioni per essere messi nelle condizioni di operare al meglio.
Gli studenti autistici
Voglio sottolineare ancor di più come i soggetti affetti da autismo siano i più esposti. Stiamo assistendo a evidenti stati di regressione a causa del prolungato isolamento. Ma la risposta che più di ogni altra è in grado di soddisfare le esigenze delle famiglie risiede nel pieno riconoscimento della figura del Caregiver, il familiare che già assiste il disabile in casa. Se ne parla da tempo come conquista di civiltà. Ma nulla si è fatto a livello regionale in questa direzione, nonostante esistano proposte di legge. Oggi più che mai diventa urgente, per garantirne la continuità, la regolamentazione di tale presenza. Diventa di vitale importanza in periodi di emergenza come l’attuale, nel quale la famiglia si trova completamente lasciata sola. Poi esiste un altro aspetto che richiama la responsabilità di ognuno di noi. Non possiamo sempre restare in attesa che intervenga il Servizio pubblico, con i suoi tempi lunghi e le sue specificità, seppur insostituibili. Questo è un vecchio retaggio culturale che ci trasciniamo da sempre soprattutto noi meridionali. Si può cominciare a mettere in moto una iniziativa che avevamo enunciato, ma non avviato, come Tavolo Tecnico Autismo di Messina, a causa del precipitare degli eventi. Si tratta della Banca del Tempo Solidale. Intanto possiamo esplicitarla con questa formula “Adotta un amico”. Ognuno, siano insegnanti, educatori, operatori del sociale, ma anche semplici cittadini, può far sentire la propria vicinanza nei confronti del ragazzo/a disabile telefonando, collegandosi on line tramite Skype, o videochiamate Whats App. Si può intrattenerlo con letture, musiche, canzoni, proponendo attività di ogni tipo e quant’altro. Anche rendendo dei servizi che la famiglia non è in grado di effettuare da sola. Sempre nei limiti impostici dal momento attuale. E’ un modo per non far sentire isolata anche il resto della famiglia. Ma occorre che l’impegno sia continuativo, anche scambiandosi i compiti con altri. L’importante è incominciare e continuare, poiché non sappiamo quanto sarà lunga l’attuale fase di emergenza.
IL Coordinatore del Tavolo Tecnico Autismo Dott. Giuseppe Currò