Distanziamento e sicurezza assicurati in aula bunker del carcere di Messina, la risposta del Tribunale alle proteste degli avvocati per l'udienza affollata
La sicurezza da rischio contagio nell’aula bunker del carcere di Messina è assicurata. Parola del presidente del Tribunale Marina Moleti, che ha risposto agli appelli degli avvocati, in protesta dopo l’udienza del maxi processo Nebrodi, con una nota di chiarimento dove spiega tutti gli accorgimenti adottati per l’aula della casa circondariale di Gazzi.
La Presidente spiega che il 6 novembre scorso ha effettuato un sopralluogo nell’aula, e dato disposizioni per integrare ulteriormente le dotazioni di sicurezza già presenti nell’aula che, precisa: “è di oltre 500 metri quadri, altra 5 metri, perfettamente compatibile con la presenza di un numero di persone ben superiore a quello dei difensori interessati dal procedimento Nebrodi (84 oltre parti civili, pm e imputati che volessero presenziare)”
Nell’aula bunker – dove si entra dopo misurazione della temperatura e sono disponibili diversi erogatori di igienizzante – sono state così disposti 50 posti a sedere, distanziati uno dall’altra con il divieto di utilizzare le sedute intermedie, e vi sono altri posti a sedere, in ordine di decine, ugualmente distanziati e utilizzabili nelle parti laterali dell’aula che consentono comunque la partecipazione alle udienze.
Ogni posto attrezzato ha un microfono utilizzabile con sacchetto di plastica monouso, che sarà distribuito con i guanti dal personale all’ingresso, che provvederà anche ad arieggiare l’aula. Il pomeriggio precedente ad ogni udienza l’aula sarà sanificata.
“Rimane dunque affidato soltanto all’attenzione ed al senso di responsabilità dei singoli avvocati – scrive la Moleti rispondendo in particolare alla Camera Penale Pisani – presieduta dall’avvocato Bonaventura Candido – che aveva sollevato la vicenda – il concreto rispetto del necessario distanziamento interpersonale”.