Si muovono gli ospedali messinesi in vista della seconda ondata coronavirus, ma i Nebrodi restano scoperti. A Galati Mamertino i contagi salgono a 134 ma arrivano ambulanza, medici e attezzature
Mentre prolificano i nuovi casi di contagi coronavirus ovunque a Messina e provincia, le strutture sanitarie si attrezzano. Ieri il direttore generale Paolo La Paglia ha incontrato il personale e i dirigenti dell’ospedale di Barcellona, dove ha fatto il punto sulle risorse disponibili, in vista di una eventuale seconda ondata che “stressi” gli ospedali.
Ad oggi ancora nessuno ospedale della provincia è saturo, né nelle terapie intensive né negli altri reparti demandati. A Barcellona non è stato ancora riattivato il Covid Hospital, attivo la scorsa primavera, ma l’incontro con il dg La Paglia è servito proprio a capire se e come può essere riattivato, se sarà necessario.
A Messina si parte dal Policlinico Universitario, dove oggi sono attivi 20 posti letto covid, ma si punta ad arrivare ad almeno 80 posti letto. A marzo scorso, in piena emergenza, il fabbisogno era di 85 posti letto. “Sono 80 posti già pronti – spiega il Rettore Salvatore Cuzzocrea – abbiamo le postazioni, la strumentazione ed anche il personale, e non servono adeguamenti strutturali”.
Cuzzocrea ieri ha sentito l’assessore alla Sanità Ruggero Razza, che ha chiesto a tutte le altre strutture, cittadine e della provincia, di fare la propria parte, e farsi trovare pronti nei casi in cui servisse riattivare i reparti covid.
A Sant’Agata Militello, che serve il popoloso comprensorio nebroideo dove proprio in questi giorni sono esplosi i casi di contagio, non sono ancora partiti i lavori di adeguamento per aggiungere 6 posti letto alla terapia intensiva dell’ospedale.
I sindaci dei Nebrodi occidentali – da Mistretta a Santo Stefano di Camastra passando per Castel di Lucio – attendono ancora risposta per la riattivazione dei posti all’ospedale di Mistretta, già intasato dal focolaio Castel di Lucio.
Il risultato è che i Nebrodi ad oggi sono scoperti, non hanno assistenza di prossimità, e in caso di urgenza scatta la corsa delle ambulanze verso il Policlinico di Messina, non proprio dietro l’angolo.
Così è successo che il 73enne di Galati Mamertino cardiopatico e positivo al coronavirus, che due giorni fa ha accusato un attacco di cuore, è arrivato al Policlinico di Messina già morto, è spirato in ambulanza durante il viaggio.
Nel centro nebroideo che è zona rossa da ieri, i contagi sono arrivati a più di 134 casi, altri 19 potenziali contagiati attendono la conferma. Dopo la richiesta dell’amministrazione comunale è stata riattivata la guardia medica attiva 24 ore su 24. Il sindaco Nino Baglio, però, aveva chiesto un’ambulanza covid con 2 medici, che forse oggi arriverà, se pur senza personale medico.
“Il delegato Asp ha chiaramente detto che il personale della guardia medica deve visitare anche i malati covid – spiega il primo cittadino – ovviamente con la dovuta attrezzatura e i la tuta anti contagio. Adesso lavoriamo per potenziare la guardia medica, attrezzando altri 2, 3 posti letto e ottenendo delle dotazioni di ossigeno e altra strumentazione utile. In questo senso ho interloquito con la Prefettura di Messina, che si è impegnata, e cercheremo di coinvolgere tutte le attività di volontariato e beneficienza raggiungibili.”
In serata nel centro montano, ad esempio, sono arrivati un grosso carico di igienizzanti e mascherine, donate da un grosso commerciante orlandino, mentre ai club service ed alle farmacie che hanno dato la propria disponibilità a fare una donazione è stato chiesto di mettere a disposizione bombole di ossigeno e dotazioni per la respirazione. Attivo già da ieri anche un infermiere professionale dell’associazione San Leone di Longi che ha effettuato numerose visite domiciliari.
“Nel paese c’è un clima spettrale e il morale dei galatesi è basso. Le strade sono vuote e gli esercizi commerciali chiusi – racconta il vice sindaco Vincenzo Amadore – in una settimana siamo passati da centro covid free a zona rossa e certo le camionette dei militari e la Polizia in giro non aiuta. Capisco il clima di preoccupazione e paura di tutti, ma mi sento di rassicurarli. L’amministrazione è tutta mobilitata, ci stiamo attrezzando adeguatamente, momento dopo momento, e l’attenzione nei confronti del nostro paese c’è, dove abbiamo chiesto abbiamo ottenuto risposte concrete”.
Non capisco che che c’è da commentare,il cittadino che legge questo articolo può fare una considerazione la sanità in tutta la provincia di Messina e anche a Messina è morta e sepolta,non c’è nulla che si possa dire che qualcosa funzioni ,come si dice: manca dall’acqua fino al sale,c’ è una cosa però il paziente ammalato pronto per il cimitero anziché essere curato.