Un collega calabrese ieri è risultato positivo al Coronavirus. Il 14 marzo l'ultimo turno insieme, tutto l'equipaggio è in isolamento volontario ma chiedono i tamponi
«Chiediamo aiuto per preservare la nostra salute e quella delle nostre famiglie. Sono uno dei marittimi della nave Messina di Rfi, un nostro collega è risultato positivo al test del Coronavirus, noi in questo momento siamo a casa, ma non siamo sereni. Fateci i tamponi».
E’ l’appello che arriva da uno dei membri dell’equipaggio della nave Messina che fa la spola tra la città dello Stretto e Villa San Giovanni. Ieri è arrivata la conferma che un collega calabrese è risultato positivo al Coronavirus. L’uomo era stato a contatto con il fratello, anche lui già positivo al test. Così 31 membri dell’equipaggio sono da giorni a casa, ma non vogliono rischiare di mettere in pericolo qualcuno.
«L’ultima turno insieme è stato nella notte a cavallo tra il 14 e il 15 marzo. Subito dopo il collega ha iniziato ad accusare i primi sintomi. Io ho lavorato anche la mattina del 17 marzo. Poi, vista la situazione, la società ci ha messo tutti in licenza cautelativa dal 18 marzo. Solo che questo non può bastare. Perché qualcuno di noi potrebbe anche essere asintomatico e nel frattempo aver trasmesso il virus alle proprie famiglie. Tra l’altro il 29 dovremmo rientrare in servizio. Per questo chiedo a gran voce attenzione e che ci facciano il tampone».
Una richiesta corale che è stata anche messa nero su bianco dal comandante della nave, in una lettera inviata ai sindaci di Messina e Reggio Calabria, considerato che si tratta di marittimi di entrambe le sponde dello Stretto. In questi giorni sono stati scrupolosi, si sono messi in auto isolamento, ma svolgono un servizio pubblico per la collettività e vogliono essere sicuri.
