Viene rimandata la decima edizione di Taobuk, il Festival Internazionale del Libro di Taormina ideato e diretto da Antonella Ferrara, originariamente in programmadal 18 al 22 giugno. L’attuale situazione di emergenza nazionale e internazionale ha infatti portato gli organizzatori a questa difficile decisione, che nasce dalla volontà di offrire al proprio pubblico un’edizione del decennale quanto più ricca possibile. L’organizzazione assicura che il nuovo calendario verrà comunicato tempestivamente, non appena sarà possibile garantire uno svolgimento del festival nella totale sicurezza di pubblico e lavoratori.
Edizione dedicata all’entusiasmo
Ed è al sacro fuoco dell’entusiasmo che Taobuk aveva deciso di dedicare questo importante traguardo, con un’intuizione che si dimostra ora tanto più profetica e necessaria. Se infatti è l’entusiasmo che ha permesso all’uomo di trascendere i propri limiti determinando i più spettacolari balzi in avanti nella storia dell’umanità, è anche vero che, oggi come mai prima, esso si accompagna – quasi per definizione – al suo contrario: al lato oscuro del progresso, alla paura di una velocità e di una complessità che ci sta sfuggendo di mano, e le cui profonde implicazioni sono ora sotto gli occhi di tutti.
E proprio di questa visionarietà che trova invece nell’entusiasmo un necessario manifesto politico si è nutrito, fin dalla sua nascita, Taobuk – kermesse ispirata alla tradizione culturale di Taormina, meta prediletta di scrittori e artisti, da Tennessee Williams a Truman Capote a Greta Garbo: il decennale del festival intende perciò porsi come un traguardo che non segni un punto di approdo, ma che con questo stesso spirito sappia guardare al futuro in un’ottica nuova.
La promessa di un arrivederci
L’organizzazione, le istituzioni e lo staff tutto continuano dunque a lavorare per poter garantire alla comunità affezionata che negli anni si è stretta attorno al festival un’edizione all’altezza della tradizione che Taobuk ha saputo costruire negli anni. E con la promessa di un arrivederci che avrà la forma di una festa quanto mai condivisa, Taobuk intende esprimere la propria vicinanza alle persone colpite dagli effetti dell’emergenza e a tutti coloro che stanno lavorando per farvi fronte, nell’attesa di rivedersi per festeggiare un ritorno che si va caricando di un valore tanto più denso e significativo.
Le parole di Antonella Ferrara
Così Antonella Ferrara, ideatrice e direttrice del festival: “La lezione più importante che abbiamo appreso dall’emergenza sanitaria in atto, il monito severo di questa battaglia contro il virus, è che nessun sacrificio, collettivo o individuale, debba considerarsi troppo oneroso o, peggio, negoziabile, se serve a salvaguardare la sicurezza della vita umana. In questo caso addirittura tutte le vite umane, minacciate dalla pandemia globale. E mentre rinviare la decima edizione del festival appare una decisione necessitata e obbligata per tutelare la salute di chi frequenta la rassegna e di chi vi lavora, perfino più forte emerge la consapevolezza che le riflessioni e i contenuti di Taobuk 2020 devono essere fin d’ora ripensati, alla luce di un cambiamento epocale dei comportamenti in scenari inediti.
È quello che stiamo già facendo. Ripensare e riprogrammare. Lavoriamo, con il massimo impegno dell’intero staff, per riconfigurare il programma che abbiamo costruito sul tema dell’entusiasmo, sempre più convinti che di questa spinta interiore, di questa “invasione” quasi divina, ognuno di noi ha bisogno per ricominciare. Per rialzarci una volta di più di quelle in cui siamo caduti. Rialzarci tutti insieme. Nel macrocosmo del pianeta, come nel microcosmo delle nostre esistenze, tutte, senza eccezioni.
Ed è evidente che, oggi più che mai, ognuno è chiamato a fare il proprio dovere. Taobuk lo assolve, rinsaldando ogni giorno la fitta e ricca rete di rapporti intrecciati negli anni operosi del proprio cammino: una vasta comunità internazionale di scrittori, editori, artisti, organizzatori, partner e istituzioni. Il pensiero va soprattutto al popolo dei lettori, senza i quali il festival non sarebbe mai nato, né tanto meno avrebbe raggiunto tante persone, tante menti, tanti cuori”.