Coronavirus: "Svegliati Italia, fatti sentire"

Coronavirus: “Svegliati Italia, fatti sentire”

Autore Esterno

Coronavirus: “Svegliati Italia, fatti sentire”

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venerdì 20 Marzo 2020 - 08:06

La riflessione sul futuro che ci aspetta, scritta da Pino Currò

Di seguito la riflessione di Pino Currò, coordinatore del tavolo associazioni autismo.

Questi sono tempi di grande incertezza. Tante cose stanno cambiando. A tutti i livelli. Nelle nostre abitudini, nei rapporti tra la gente e con le Istituzioni. Tra le Nazioni. Anche sul modo di concepire il futuro, partendo da presupposti comuni, che fino ad ora si sono dati per scontati. Ancora non sappiamo quale nuovo scenario si sta aprendo, ma abbiamo la percezione che si sta preparando qualcosa di nuovo, di sconvolgente. Proprio per questo ne siamo turbati. Ma non tanto per il numero dei decessi, in costante aumento. Per tutto il resto. Ma ancora non ne conosciamo i termini precisi. Intravediamo solo i contorni. Vi sono, però, alcuni dati fondamentali, già delineati dai quali occorre partire, facendo appello alla nostra lucidità.

Serve nuova consapevolezza

Occorre innanzi tutto cominciare a rimodulare il nostro modo di guardare dentro il mondo che ci circonda. -Occorre una nuova consapevolezza, la capacità, come si dice, di aguzzare l’ingegno, di saper reinterpretare gli eventi, senza più delegare ad altri responsabilità per troppo tempo delegate. In passato tante sono state le avvisaglie, tanti i messaggi che Madre Natura ci ha inviati e che non abbiamo saputo raccogliere : Senza contare le guerre spaventose che hanno insanguinato il Secolo scorso, sono state innumerevoli le così dette tragedie naturali, come le inondazioni, i terremoti, lo scioglimento irreversibile dei ghiacciai, i mari sommersi da rifiuti non riciclabili con danni irreparabili per l’ecosistema. Abbiamo pensato che la Terra fosse un pozzo senza fondo ove poter seppellite tutto. L’importante è non vedere e far finta di niente.

Pronti ai cambiamenti

La Scienza comune del Futuro sarà quella che, accomunandoci tutti, ci permetterà in ogni momento di avere il polso della situazione, di accedere alle informazioni giuste, di contribuire alle importanti decisioni che si intraprenderanno e di essere pronti a qualsiasi cambiamento. Come si fa con le esercitazioni militari. Come si fa quando si simulano improvvisi terremoti da fronteggiare. Corsi di sopravvivenza. -Dobbiamo essere pronti a cambiare totalmente le nostre abitudini. Negli anni ’70 la classe operaia e la Sinistra richiedevano con forza di “cambiare il Modello di Sviluppo”, riferendosi soprattutto alle tante contraddizioni del Sistema Capitalistico di allora. Poi abbiamo assistito al supremazia del Capitalismo che in varie forme si è rimodellato fino ad acquisire le varie forme collegate con la globalizzazione di oggi. In atto, fra le voci più autorevoli, l’oppositore a tale stato di cose appare soltanto Papa Francesco con la sua costante opera di denuncia e con la sua Enciclica “Laudato si”. Oggi si parla e il Presidente Conte ce l’ha ricordato più volte, di “Cambiare Stile di Vita”, legato alle attuali restrizioni inerenti l’emergenza Coronavirus. Ma passata l’attuale emergenza, siamo pronti a ricominciare come prima. Si pensa ad una condizione contingente, passeggera. Ma non sarà così.

Cosa cambiare di noi

Cominciamo fin da subito a entrare in questa ottica, mentre siamo subissati e restiamo tramortiti dai dati sui morti giornalieri. Occorrerà ridefinire il nostro modo di vivere e non pensare che tutto possa ritornare come prima. Vi sono due ordini di implicazioni in questa affermazione. Una, riguarda ciascuno di noi e il modo personale di rapportarci alla quotidianità. Si tratta di cambiare le nostre abitudini e la stringente routine delle nostre giornate. Su questo si basa tutta l’organizzazione familiare e sociale del viver comune. Naturalmente essa già varia da cultura e cultura, anche se siamo sempre di più omologati. L’altra riguarda tutti noi. Occorrerà assumere delle regole imprescindibili che si basano su una comune visione del mondo, se interesse comune è salvaguardarlo. Cosa di per se non facile. Ma tutto ciò è impensabile realizzarlo se non miriamo più in alto e non ci prodighiamo a cambiare il “Modello di sviluppo”, il Grande Fratello che sta sopra tutto e tutti e controlla passo dopo passo la nostra vita. Ciò che prima, dati i rapporti di forza che hanno visto la sinistra perdente, anche perché all’interno del mondo comunista e socialdemocratico troppo difformi erano le visioni del mondo, ora, sfrondate dai limiti delle ideologie, le forze del cambiamento possono avere la meglio. Ne va della nostra sopravvivenza. Ma sta anche a sottolineare come le prese di posizione degli anni ’60-’70-’80 non fossero sbagliate. –Modelli di sviluppo significa soprattutto Modelli economici.

Le sfide del futuro

Bisognerà chiedersi come si fa in un mondo interconnesso a conciliare da una parte le regole ferree che reggono i mercati e la libera concorrenza con l’impegno di solidarietà attiva, soprattutto verso i Paesi e i Popoli più deboli. La lotta contro le diseguaglianze rimane la grande sfida del futuro. –Come tutto questo potrà intaccare i nostri Diritti fondamentali, non solo decisionali ma anche di riservatezza. E la possibilità di manifestare la libera espressione e la libera circolazione delle idee. –Inoltre tali implicazioni oggi sono arricchite dalla irreversibilità dei cambiamenti climatici, ormai sotto l’occhio di tutti e dall’azione incontrollata e forsennata dell’Uomo, come tributo al Modello di Sviluppo. Voglio ricordare quanto di recente ha affermato la scienziata virologa Ilaria Capua : Covid 19 è figlio del traffico aereo ma non solo, anche delle megalopoli che invadono territori e devastano ecosistemi creando situazioni di grande disequilibrio nel rapporto uomo-animale. Quindi la lotta per la difesa dell’Eco-Sistema ritorna prepotentemente di grande attualità. Mi è pervenuto, tra le tantissime cose da cui in questi tempi siamo sommersi, un video ove Bill Gates, un profeta del nostro tempo, cinque anni fa preconizzava il fatto che non sarebbero stati gli armamenti nucleari a distruggerci, bensì un virus. E diceva allora, parlando dell’Ebola, che dovevamo prepararci opportunamente a fronteggiare la prossima Pandemia. Che sarebbe sicuramente arrivata. Ed è arrivata, trovandoci impreparati. Gates ci spingeva a dirottare subito i finanziamenti impegnati negli armamenti verso la ricerca e la prevenzione dei virus. Egli ha cominciato a dare l’esempio dedicando tutto il suo tempo ad iniziative umanitarie a favore dei più deboli.

Gli italiani esemplari

Occorrerà capire se Trump, a seguito del negazionismo iniziale e l’attuale non convincente inversione di rotta, vorrà, assieme ai grandi del mondo, impegnarsi senza riserve in tale direzione. -Stiamo parlando dei grandi processi. Siamo troppo abituati ad aspettare che siano gli altri a cambiare, o le Leggi ad imporci un comportamento da adottare. Non dovrà essere più così. Cominciamo da questa fase emergenziale. Il comportamento degli Italiani si sta dimostrando esemplare, contro ogni previsione, nel rispettare le regole. Sta emergendo la grande voglia di sentirsi popolo, nel modo in cui sappiamo farlo noi. Si è dimostrato visibilmente attraverso l’affacciarsi davanti ai balconi e le finestre intonando le nostre canzoni e soprattutto l’inno nazionale, lo sbandierare il nostro tricolore e il riaffermare con orgoglio : “Ce la faremo tutti assieme, siamo italiani”. Scene variopinte che hanno fatto il giro del mondo e che contraddicono l’immagine cupa ed interessata trasmessa da chi ci voleva i maggiori responsabili delle infezioni. Come se il virus fosse partito dall’Italia. Abbiamo inghiottito lacrime amare e il tracollo degli indici della nostra Borsa lo ha subito dimostrato. In queste ore, invece, tutte le Nazioni europee, prima tracotanti, oggi largamente infettate pure loro si sono affrettate a dire che bisogna imitare nelle azioni da intraprendere il modello Italia. Perché è quello vincente. Vivaddio ! -Il dato più importante ci arriva dalle scelte economiche. Ad un tratto si è azzerato tutto. Le vecchie regole non valgono più. La Commissaria europea Von der Leyen garantisce all’Italia il massimo della flessibilità. E anche una nuova e più forte solidarietà. Vedremo. Intanto la Germania, per riguadagnare tempo e spazio di manovra rispetto alla sottovalutazione iniziale della capacità infettiva del virus, si assicura mano libera, senza chiedere permesso a nessuno, offrendo alle proprie imprese un credito praticamente illimitato di 550 miliardi, per contrastare il coronavirus. Di fatto con un colpo solo, con una svolta a 360 gradi abbandona il vecchio dogma del pareggio di Bilancio, che aveva opposto sprezzantemente a tutte le Nazioni in difficoltà, facendosi capofila improvvisamente della posizione opposta. Così facendo mostra una grande capacità decisionale che manca ad un Paese come l’Italia e ribadisce ancora una volta come valga la legge del più forte. Per noi permangono tutti i vecchi interrogativi e soprattutto : quando e se l’Italia avrà un Governo capace di fare altrettanto. Andiamo con ordine. Prima bisognerà uscire dal cerchio mortale. Poi ricominciare a risanare l’Economia. E soprattutto sarà necessario anche per noi un riallineamento rispetto alle vecchie alleanze. L’Europa non potrà più essere quella di prima, se vorrà sopravvivere. Nuovi scenari si aprono. E’ pensabile un ruolo più attivo della Cina. L’America di Trump ha dimostrato di non esserci amica.

Molto dipenderà da chi sarà Presidente. Se sarà Biden allora si può sperare in una stagione più favorevole per l’Italia. Altrimenti bisognerà rivolgersi altrove. Verso la Cina, appunto. Questi non sono scenari futuribili, ma di grande attualità. Detto questo, arrivati a questo punto, è tutto chiaro ? Per non perdere il contatto con la realtà, come un flashback ritorniamo alla domanda iniziale. Abbiamo acquisito la consapevolezza necessaria per comprendere la portata dei fenomeni che abbiamo davanti e quindi per affrontarli nel migliore dei modi per evitare che si ripetano ? Questo è anche il momento del silenzio, Il silenzio compenetrato che ricorda i nostri morti, Il silenzio che è profonda riflessione e ripensamento sui disastri di cui si è resa responsabile l’Umanità, il silenzio di Papa Francesco si aggira a piedi per strade di Roma, il silenzio che si appella alla nostra capacità di ascoltare e dare voce ai nostri pensieri reconditi, a partire dal silenzio delle nostre case.
Messina, 15.03.2020 Pino Currò

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