La società fa traghettare gratis solo un ristretto numero di medici, gli altri devono pagare. "Non ci sono medici di serie B". Interviene anche l'ordine dei medici
Un medico specializzando presso il policlinico di Messina nel reparto di cardiologia ha segnalato nei giorni scorsi a Tempostretto l’amarezza sua e dei suoi colleghi che, da pendolari della sanità al tempo del covid, devono pagare 39 euro di biglietto alla Caronte nonostante gli accordi presi tra gli ordini professionali e il servizio di traghetti.
“La nostra vita vale di meno?”
“Apprendiamo che la compagnia Caronte e Tourist fa un grosso passo indietro nel sostenere il personale sanitario nella lotta al Covid-19. Oggi hanno cambiato le regole e senza nessun preavviso. Solamente gli OSS ed una manciata di specialisti hanno la possibilità di traghettare gratuitamente. Questo implica, non solo che sia considerata di minor valore la vita di infermieri , medici di pronto soccorso, cardiologi, pediatri e una lista infinita di altri specialisti che ogni giorno rischiano la propria vita per garantire l’assistenza a tutti i pazienti , sia Covid-19 positivi che non ;ma anche che i suddetti dovranno (visti gli esosi costi di traghettamento) tornare a viaggiare a piedi aumentando il rischio di infettare gli altri passeggeri essendo personale a rischio.
“Medici di serie B?”
Inoltre all’interno di quella piccola fetta di specialisti riconosciuti “validi” vengono ulteriormente esclusi gli specializzandi della medesima branca, vale a dire che la vita di un laureato in medicina che in qualità di specializzando di Anestesia ogni giorno frequenta il policlinico, vale meno di uno strutturato che lavora al suo fianco per gli stessi pazienti. Ricordiamo che il primo medico cinese a lanciare l’allarme e ad aver perso la vita è stato un oculista e che in Italia ogni giorno cresce il numero dei decessi che non fa distinzioni tra le specializzazioni dei medici e infermieri, al contrario delle Caronti. Speriamo che tutti prendano a cuore questa questione perché coinvolge l’intera santità calabrese e siciliana . Ancora una volta sembra che il Dio denaro sia più importante della salute pubblica. Spero riusciate a far risonare la voce di chi è attivo sul territorio e altro che eroe, già inizia ad esser dimenticato. Grazie
L’appello dell’ordine dei medici
Sulla vicenda è intervenuto il presidente dell’Ordine dei medici, Giacomo Caudo con una lettera inviata al sindaco, al governatore ed alla società di traghettamenti. In qualità di rappresentante della classe medica e odontoiatrica della provincia di Messina, mi preme appellarmi alle vostre sensibilità per accendere i riflettori e risolvere, nel più breve tempo possibile, alcune questioni legate all’attraversamento nello Stretto di Messina, riscontrate grazie a segnalazioni e contestazioni che ci sono pervenute in questi giorni da numerosi iscritti, sintetizzate qui di seguito.
Eroi solo a parole
Premesso il massimo apprezzamento nei confronti del sistema da voi ideato di controllo e vigilanza dell’attraversamento, preciso, puntuale e ben organizzato dato che la tutela della salute pubblica è un’assoluta, oltreché comune, priorità; che tutti ritengono e urlano la parola “eroi” ai medici, e più in generale al personale sanitario, che continua a lavorare sodo e rischia la vita per salvarne altre; alla luce del fatto che sono già oltre un centinaio i medici morti per covid-19, specie nel Nord; dato che i turni nelle strutture ospedaliere sono più stancanti di prima, in alcuni casi e nei reparti dedicati al coronavirus si possono definire “massacranti”, soprattutto per chi deve indossare tutto il giorno DPI, spogliarsi, rivestirsi e affrontare difficoltà finora in parte sconosciute, urge quanto segue:
I disagi sullo Stretto
1) sono state ridotte a 4 le corse giornaliere Messina – Villa San Giovanni e viceversa, dunque molti medici sono costretti a ore di fila per rientrare a casa, tempo che si aggiunge spesso a turni di 12 ore; spesso infatti le navi non sono compatibili coi turni lavorativi; ne servirebbero almeno 6 al giorno. 2) sarebbe auspicabile e quantomeno opportuno prevedere un canale preferenziale per i medici per l’imbarco;
Biglietti esosi
3) i medici sono costretti a pagare esosi ticket giornalieri (alcuni ci hanno mandato persino le ricevute); inoltre devono scendere dall’auto e recarsi in biglietteria rischiando ulteriormente il contagio; bisognerebbe prevedere l’acquisto facendoli rimanere a bordo e una convenzione sui prezzi o, meglio ancora, un’esenzione a carico delle rispettive Regioni finché perdura l’emergenza.
…e persino sanzioni
4) ci sono giunte segnalazioni addirittura di verbali e sanzioni, o minacce di ciò, per colleghi che si sono imbarcati “troppo tempo dopo” (a volte anche nel giorno seguente) rispetto agli orari di lavoro o non hanno vidimato i biglietti: chiediamo una tolleranza, assolutamente comprensibile e giustificabile, per chi è costretto ad una vita con ritmi drammatici in questo periodo, ai quali non si possono certo aggiungere ulteriori problemi né di natura economica, né di natura psicologica.
secondo me ognuno svolge una professione e non lo fa in modo gratuito,i carabinieri e la polizia rischiano di morire per la delinquenza e via dicendo…ma quando si sceglie una professione oltre allo stipendio bisogna accettare anche i rischi….altrimenti si può sempre cambiare lavoro..ammesso che lo trovate. Lasciate in pace gli eroi…in questo mondo basato sul denaro e sull’apparire francamente ce ne sono pochi.
Se mi consente mi sembra eccessivamente asettica la Sua considerazione nel senso che anche se è pur vero che in linea di massima si sceglie la propria attività e la si esercita anche per lo stipendio È anche vero che qui stiamo parlando di lavoratori ( tutti dico tutti medici infermieri polizia Ecc ) che per raggiungere il proprio posto di lavoro devono sborsare cifre esose per 3 km di mare mentre chi sta sulla terra ferma come si suol dire spende 30 cent per percorrere lo stesso spazio.Capisco che non è la stessa cosa ma un po’ di comprensione non guasta
Ritengo corretto che chi non svolge servizio nei reparti COVID e che il COVID lo vede solo in Televisione per quanto riguarda i priviligi non ne deve aver diritto anche perche’ svolge la sua professione con lo stesso rischio in cui la svolgeva prima del COVID, stessa cosa per il saltacode al supermercato, io personalmente ho visto operatori sanitari che il Covid lo vedono solo in tv restando chiusi nelle loro UNita’ Operative,ed altri che svolgono smart working,ma esibiscono tesserino scroccando il privilegio del saltacoda.
A me risulta che a piedi non si paga.