Il Direttore di Neurologia del Policlinico Universitario affida ad una lettera indirizzata all’intera comunità accademica le proprie riflessioni.Un documento attraverso il quale il candidato espressione risponde a Pietro Navarra. E sull’incontro di sabato arrivano anche le precisazioni del professore Giovanni Cupaiuolo
Primo confronto pubblico per i cinque aspiranti candidati alla guida dell’Ateneo peloritano, lo scorso sabato in occasione del terzo congresso provinciale Cisl – Università di Messina, e prime precisazioni in merito ai contenuti del dibattito. Ad aprire le danze è il professore Giuseppe Vita.
Il direttore di Neurologia del Policlinico Universitario, tornando sui contenuti dell’incontro al quale hanno preso parte anche la professoressa Adriana Ferlazzo, il professore Giovanni Cupaiuolo ed il professore Antonio Romano Tassone, affida ad una lettera indirizzata all’intera comunità accademica le proprie riflessioni. Un lungo documento attraverso il quale il candidato espressione della comunità medica dell’Ateneo peloritano risponde a Pietro Navarra che, assente per ragioni istituzionali all’incontro organizzato dalla Cisl, aveva fatto pervenire il proprio contributo mediante un documento autografo.
“Dopo le prime battute di un confronto che ci condurrà alle elezioni – esordisce Vita – sento la necessità di esprimere alcune personali riflessioni finalizzate ad indirizzare il dibattito nella opportuna dimensione accademica; punti cardine sui quali costruire giorno dopo giorno la mia proposta di rinnovamento per la nostra Università.Ho sempre creduto nella correttezza istituzionale – scrive il candidato Rettore – nella coerenza, nella libertà di opinioni e di informazione purché, soprattutto queste ultime, siano giuste ed obiettive.
Le elezioni accademiche rappresentano un momento di elevato e corretto confronto su ricerca, didattica, diritti degli studenti, programmazione di risorse economiche, alta formazione e politiche gestionali per l’inserimento in competitivi contesti nazionali ed internazionali.La mia sensazione è che invece tali temi siano stati da qualcuno, almeno sino ad oggi, marginalmente affrontati, privilegiando argomentazioni improntate a schemi figli di metodologie superate e che nulla hanno a che vedere con l'Istituzione Universitaria. Durante l’incontro promosso dalla Cisl – ricorda il neurologo – è stata data lettura ad una lettera inviata dal prof. Navarra, nella quale si auspicava un incremento delle risorse destinate al Fondo per il salario accessorio.
A meno di una cattiva interpretazione mia e di molti presenti, penso che egli conosca bene come il Fondo si determini automaticamente per legge, venga certificato dal Collegio dei Revisori senza alcuna discrezionalità da parte dell'Amministrazione; pertanto non rimane che ritenere – apostrofa Vita – che in quell’occasione sia stata fatta pura demagogia elettorale.
Appare però più inquietante la seguente frase riportata nel testo della sua lettera: solo quando l’Università di Messina avrà il quadro completo delle abilitazioni conseguite dal suo corpo docente in ciascuna tornata concorsuale, si potrà procedere alla distribuzione dei posti”.
Posizione che secondo Vita sarebbe destinata a stravolgere la normale gestione del reclutamento: “La programmazione dei nuovi posti di professore dovrà essere effettuata guardando alle esigenze ed allo sviluppo dell'Ateneo, non dopo aver conosciuto quali siano gli abilitati del corpo docente. La capacità di innovazione non dovrà essere correlata all’età anagrafica ma alla storia personale di ciascuno, alla voglia ed all’attitudine nel saper affrontare le sfide del cambiamento con umiltà e senza presunzione, con spirito di servizio ed al di fuori di vetuste logiche.Non ho mai immaginato di manifestare con presunzione ai colleghi ed alla comunità universitaria – spiega Vita – la convinzione di avere la vittoria a portata di mano, in maniera da suggestionarli e condizionarne le scelte”.
E sui compiti del nuovo Rettore spiega: “La figura del nuovo Rettore dovrà essere costruita, validata e consolidata giorno dopo giorno nelle regole della democrazia, nel sereno confronto dialettico ed il coinvolgimento di tutte le componenti dell’Ateneo.Il futuro della nostra Università dovrà essere riprogrammato attraverso una profonda autocritica, finalizzata ad identificare gli errori passati al fine di individuare opportune soluzioni attraverso metodi trasparenti e condivisi e vigilando- ammonisce il candidato alla poltrone di piazza Pugliatti – affinché il vecchio non venga riproposto ammantato di nuovo. E’ necessario sperimentare modelli gestionali innovativi per affrontare le sfide che ci vedranno competere con le altre Università, con il tentativo di imporre la federazione di Atenei, con la drastica riduzione delle risorse finanziare, il taglio del numero dei docenti ed il venir meno della fiducia degli studenti. L’Università dovrà essere artefice di una piccola grande “rivoluzione” per costruire insieme un nuovo ed agile assetto istituzionale, coerente con la vocazione del territorio ed al servizio di studenti e cultura. A quanti mi chiedono di voltare pagina – conclude Vita – io chiedo di “cambiare libro”senza derive demagogiche e senza spinte antipolitiche che, portate all’interno dell’Accademia, rischiano di danneggiare la nostra istituzione e di renderla vulnerabile”.
E sull’incontro di sabato scorso arrivano, in merito alla dichiarazioni espresse sulla Fondazione Universitaria, anche le precisazioni del professore Giovanni Cupaiuolo: “Non approvo le modalità attraverso le quali si è giunti alla nascita di questa Fondazione ed auspico, una volta ristabilitosi un clima di reciproca fiducia fra Università e mondo produttivo a questa esterno, la creazione di una Fondazione evidentemente diversa da quella attuale, all’interno della quale – puntualizza – far confluire risorse esterne da destinare agli scopi istituzionali dell'Ateneo”. (Emma De Maria)