Il rettore fa capire chiaramente di non gradire fughe in avanti quando ancora è in corso il processo di rinnovamento dell’Ateneo peloritano, che deve adeguarsi ai dettami del nuovo Statuto. Continua la polemica sulla Fondazione
«Ho deciso di candidarmi. Credo nel gioco di squadra, fondamentale in un momento così difficile per gli Atenei Italiani». A parlare, anzi a scrivere su Twitter è il prof. Giuseppe Vita, che dalle “pagine” del social network ha ufficializzato la propria candidatura alle prossime elezioni universitarie. In gioco c’è la poltrona di rettore dell’Università di Messina, oggi occupata dall’ “eterno” Francesco Tomasello, in sella dal 2004 .
La candidatura del prof. Vita, che dal 2009 è Direttore dell’U.O.C. di Neurologia e Malattie Neuromuscolari e Direttore del D.A.I. di Neuroscienze dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico di Messina a era nell’aria da settimane, così come quella di Pietro Navarra, prorettore e docente di Economia Pubblica. In ballo, ma si resta nell’ambito dell’ufficiosità , ci sono anche altri nomi: c’è quello di Adriana Ferlazzo docente di Fisiologia veterinaria e di Antonio Romano Tassone, docente di Diritto amministrativo . Dagli ambienti universitari si vocifera che i partecipanti alla corsa all’ermellino saranno numerosi, ma a mettere un freno ai giochi ed alla corsa «troppo precoce» è il rettore in carica, Tomasello, che fa capire chiaramente di non gradire queste fughe in avanti quando ancora è in corso il processo di rinnovamento dell’Ateneo peloritano, che deve adeguarsi ai dettami del nuovo Statuto, “disegnato” sulla legge 240/2010.
Dopo il recente rinnovo del Senato accademico, bisogna infatti procedere a quello del Consiglio d’amministrazione. «Stiamo lavorando, abbiamo già pronta la bozza di regolamento da approvare» spiega al telefono il rettore, che sulla data delle elezioni precisa: «Non decido io, ma il decano. Tuttavia, ritengo che bisogna rispettare in maniera rigorosa lo Statuto. L’Università deve andare avanti, se ci fermassimo anche solo un mese sarebbe come perdere un anno. Le date non si possono piegare alle singole evenienze». Insomma, se dipendesse da Tomasello, le elezioni per il nuovo rettore slitterebbero oltre la primavera 2013, che non è poi così lontana e che “ospiterà” anche le elezioni amministrative, con le quali rischiano di accavallarsi .
Sui nomi dei suoi possibili successori , il rettore preferisce non sbilanciarsi e sceglie di non “benedire” pubblicamente la candidatura del Professor Vita, che molti -dentro l’Università -considerano il suo erede designato :«Io non posso sostenere alcuna candidatura, non è nel mio stile», taglia corto Tomasello, che al Senato ha già incassato un punto, con la vittoria del prof. Giuseppe Bisignano, a lui molto vicino, eletto al ballottaggio nello scontro con il prof. Giacomo Dugo, area Navarra.
Intanto, nell’attesa dell’ufficializzazione dei nomi tutti i candidati a prendere il posto dell'attuale Magnifico, ANDU, Comitato Nazionale No.Proroga.Rettori, CoNPAss, FLC CGIL, RETE29Aprile dettano l’agenda degli aspiranti rettori, sostenendo che al centro della prossima campagna per l’elezione del nuovo Rettore dovrà esserci «la questione Fondazione», attorno alla quale continuano ad alimentarsi roventi polemiche .
Le suddette organizzazioni sindacali ritengono che «si è costruito nel più assoluto silenzio uno statuto che non è coerente con le leggi cui pretende di ispirarsi e che dà luogo a qualcosa di inesistente nel resto d’Italia: una Fondazione che anziché conferire risorse all’Università, se ne appropria e che, anziché “facilitare” l’Università nello svolgimento dei suoi compiti istituzionali (dalla ricerca, alla formazione, ai rapporti con il territorio), si sostituisce ad essa».
ANDU, Comitato Nazionale No.Proroga.Rettori, CoNPAss, FLC CGIL, RETE29Aprile tornano, infine, a contestare la nomina di Tomasello quale presidente della Fondazione, che «continuerebbe, così, a mandato scaduto ed eludendo i limiti imposti dalla riforma, a tirare le fila dell’Università, potendo anche scegliere di cosa la Fondazione si deve occupare e cosa invece lasciare in carico al suo “impoverito” successore». (Danila La Torre)
Dove erano tutti costoro quando un gruppo di docenti, sparuto si disse e minacciato di procedimenti disciplinari da parte del Magnifico Rettore, combatteva nelle aule dei tribunali amministrativi per garantire a tutte le componenti dell’Ateneo il diritto alla partecipazione democratica e il diritto al voto, contro l’autoproroga delle cariche elettive poi bocciata in sede amministrativa?
Dove erano quando facendo scempio di una sentenza del T.A.R. di Catania, in una ventina di Dipartimenti si negava il diritto al rinnovo della carica dei Direttori scaduti nel 2010?
Cosa hanno provato gli aspiranti rettori, nell’apprendere che la legittimità delle proroghe degli organi accademici era divenuta oggetto di una inchiesta della Procura della Repubblica?
I professori che intendono candidarsi a rettore hanno forse ritenuto che la comunità accademica sia stata ben rappresentata nelle scelte operate in materia del nuovo Statuto, dei Regolamenti ed in ultimo della Fondazione di recente istituzione da parte di un Senato Accademico e da un Consiglio di Amministrazione in regime di proroga e sulla cui permanenza in carica gravano fondate perplessità?
Non sentono i Professori che aspirano a prendere il posto del Prof. Tomasello, l’onta del lapidario giudizio espresso dal G.I.P di Messina Dottor Micali, nella sentenza di primo grado in merito alle note vicende inerenti un concorso nel settore VET/09 espletato presso l’Università messinese nel 2006 ? “…non è, infatti, il merito che deve essere riconosciuto e premiato, non è l’interesse degli studenti fruitori del servizio che il professore è tenuto ad assicurare, a dover essere salvaguardato, non è, ancor prima, lo stesso prestigio della facoltà e, più in generale dell’ateneo, un valore per il quale appare opportuno spendersi. Ciò che importa è, piuttosto, il rispetto, ad ogni costo, della parola data nell’ottica di una discutibile logica di mutuo soccorso…” (Reg. Sent. N. 614/08, pag. 83, nota N. 78 del 19 dicembre 2008).
Non ritengono i candidati che alla comunità accademica messinese sia stato fatto un torto, impedendole di riscattare il proprio orgoglio sedendo tra le parti civili del processo che si avvia a conclusione e che vede tra gli imputati il Magnifico Rettore insieme ad una nutrita schiera di professori di I e II fascia del nostro Ateneo?
Esprimiamo l’auspicio che tutti coloro che aspirano ricoprire la carica di Rettore dell’Ateneo messinese per i prossimi anni diano prova di un sincero desiderio di cambiamento, della necessità di agire nella trasparenza, nel rispetto della legge e delle regole e soprattutto nel segno del dialogo, per la riconciliazione di tutte le anime della comunità accademica e per la piena condivisione delle delicate scelte a venire, in discontinuità con quanto finora osservato. E come primo passo, ringraziandolo in anticipo per la attenzione che vorrà dedicarci, invitiamo il Prof. Vita, l’unico tra i potenziali candidati ad avere ufficializzato la propria posizione, ad esprimersi nel merito delle questioni qui sollevate.
Il Comitato Nazionale NO.PROROGA.RETTORI
Solo chi non conosce Tomasello crede che la fondazione possa avere un futuro ruolo di sostegno dell’Università. Le vere fondazioni funzionano nelle università del nord. Dove mecenati industriali e operatori ecnonomici conferiscono donazioni e lasciti che permettono la gestione della ricerca e dei ricercatori. Checchè ne pensi Tomasello a Messina la ricerca scientifica non ha mai brillato. Su questo presupposto invece hanno costruito la loro fortuna intere generazioni di baroni, baronetti e cavalieri del potere massonico. Tomasello ha creato la fondazione per continuare a gestire l’Università e farà di tutto per far eleggere un proprio uomo. Tant’è che Vita ha dichiarato subito di essere un “uomo di squadra”, ovvero di Tomasello. Ma il cavallo di Troia ha già iniziato la sua corsa verso le porte spalancate dell’ateneo e Achille con i suoi guerrieri farà giustizia…
In questo frangente, gli unici cavalli nei confronti dei quali ci sentiamo di fare affidamento sono quelli in cima al Palazzo di Giustizia. Ci sarà pure un giudice a Messina…
ma come scrivete!?!