Il caporuppo del Pdl Capurro chiede il prelievo della delibera, l’assessore Capone difende la “creatura” della giunta, ma i dubbi occupazionali sollevati dai consiglieri Gennaro e Calabrò “trascinano” tutti verso l’accoglimento della proposta di rinvio. I lavoratori presenti ma silenziosi fanno sentire il proprio “peso”
Un “colpo di mano” non andato a buon fine. Questo l’esito della seduta pomeridiano/serale del consiglio comunale, dove ha fatto capolino la delibera sulla riorganizzazione dei servizi di mobilità urbana, meglio nota come delibera Atm. Per un attimo, ma solo per quello, è sembrato di assistere alle stesse fasi che lo scorso 19 settembre (vedi correlato), a sorpresa, hanno portato alla discussione della prima versione del documento e all’altrettanto inatteso intervento in aula del sindaco Buzzanca, costretto poi all’inevitabile “ritirata”.
In questo caso, lo ribadiamo, è stata solo di un’impressione, frutto anche dell’atteggiamento “trafelato” con cui l’assessore Capone ha fatto ingresso in aula dopo essere stato raggiunto telefonicamente dal presidente Previti. E’ lo stesso rappresentante di giunta ad ammetterlo chiedendo scusa all’aula per l’abbigliamento poco consono alla situazione, casual e non in giacca e cravatta: «Mi scuso ma sono stato colto di sorpresa ero in giro a sbrigare delle cose – (forse ultimi acquisti natalizi?) – non mi aspettavo che si potesse discutere dell’Atm ma ne sono ben lieto perché forse – continua Capone ricorrendo al classico riferimento calcistico – potremmo salvarci in zona cesarini».
A chiedere il prelievo della delibera, sottoposta a votazione (11 sì, 4 no, 4 astenuti) per via del parere contrario del consigliere Pergolizzi «in conferenza di capigruppo – afferma – era stata decisa la trattazione degli atti in ordine cronologico», è il capogruppo del Pdl Pippo Capurro. Il rappresentante della giunta viene invitato ad esporre le ragioni dell’esecutivo e Capone sottolinea subito la “necessità” della votazione: «I tempi stringono e come tutti sanno dal 1. gennaio la Regione non erogherà più finanziamenti per le Aziende Speciali che non siano state trasformate in Spa». Capone ripercorre velocemente l’iter cronologico dei fatti, rassicurando su quelli che, sin da subito, sono stati i punti più discussi: la costituzione in Spa entro sei mesi dall’approvazione della delibera, passaggi che secondo l’assessore potrebbe essere conclusi in tempi ancor più brevi, la messa in liquidazione nei successivi 15 mesi, l’affidamento di tutti i servizi (segnaletica, servizi di ganasce e rimozione mezzi, tranvia, incassi da pubblicità) alla nuova Società, senza più alcun coinvolgimento da parte del Comune; e poi ancora la sottoscrizione di un Contratto di Servizio «che con una Spa diventa necessario, diversamente dal caso di un Municipalizzata» afferma Capone, ed infine, ma certo non per ordine di importanza, l’aspetto occupazionale: «Anche di questo con i sindacati abbiamo ampiamente parlato. In una prima fase, dopo il ritiro della precedente delibera, c’era stato pieno accordo sulle modifiche, poi qualcuno si è tirato indietro continuando ad opporre resistenza rispetto al fatto che la costituzione della Spa, prima della messa in liquidazione, possa generare problemi occupazionali, ma su questo l’amministrazione torna a fornire piena rassicurazione perché i lavoratori, gli ausiliari e gli ausiliare del traffico verranno tutti riassorbiti anche perché, diversamente dal primo caso, ci sarà un’unica società e nessuno spacchettamento».
Quello che per Capone rappresenta dunque l’aspetto “certo” della delibera, cioè lavorativo/sindacale, nel corso della seduta diventa però il “cavallo di Troia”. L’assist lo fornisce il consigliere Gaetano Gennaro, che nel rileggere i passaggi riguardanti il riassorbimento del personale, evidenzia alcuni aspetti considerati poco chiari: «Nelle premesse della delibera si legge che “tenuto conto della riunione sindacale del 17/09/2011…il nuovo soggetto giuridico assorbirà all’interno del suo organigramma tutto il personale in atto in servizio, ivi compresi i lavoratori contrattisti e quelli operanti mantenendo la posizione economica giuridica dallo stesso occupata. Tutto ciò nel rispetto delle disposizioni legislative vigenti”. Nel deliberato però – continua Gennaro – ovvero nella parte che conta, si parla di previsione “stabilire di prevedere le condizioni attraverso le quali al costituenda società possa assicurare l’assorbimento, all’interno del suo organigramma, del personale in servizio all’Atm compresi i lavoratori contrattisi e il personale della Ztl” ecc… . E soprattutto per questo che ritengo necessario discutere della delibera alla presenza del ragioniere generale, del dirigente alle partecipate e del sergretario nonché commissario dell’Azienda Alligo (che nel frattempo fa cenno con la testa di non potersi esprimere per manifesto conflitto d’interessi, ndr)».
A supporto di Gennaro, il capogruppo del Pd Felice Calabrò: «Il concetto espresso dal collega è chiaro, questa delibera non tutela i lavoratori, la trattazione va sospesa fin quando in aula non ci saranno le persone richieste e se per il segretario generale sussiste un ostacolo di incompatibilità con l’incarico di commissario Atm, non può certo essere un problema del consiglio bensì del sindaco che lo ha nominato».
Dello stesso tenore gli interventi a seguire, tanto tra le file della maggioranza che tra quelle dell’opposizione, al punto che viene da chiedersi che fine abbiano fatto gli 11 favorevoli al prelievo della delibera. Prendono la parola Nino Carreri (Risorgimento Messinese) «Si nasconde la polvere sotto il tappeto, la trasformazione in Spa rischia di tagliare almeno 200 posti di lavoro», Giuseppe Melazzo (Udc) «L’unico scopo è quello di rimandare alla successiva amministrazione la patata bollente Atm. Nella delibera non c’è alcune garanzia sui posti di lavoro, sui fondi che la regione garantirà in attesa della trasformazione, niente di niente». E poi ancora Bruno Cilento (Capogruppo Udc) «La proposta di Calabrò è giudiziosa, va accettata all’unanimità, ci sono troppi dubbi». Di fronte alla ritrovata unità, Previti invita i consiglieri a desistere dagli interventi, ma di fronte al pubblico di lavoratori che nel frattempo ha occupato la balconata (allertati da qualche soelrte “talpa” consiliare) nessuno rinuncia al “minuto” di orologio che il presidente concede: “scarica” conclusiva con Ticonosco, Saglimbeni, Tamà e, dulcis in fundo, Capurro, promotore del prelievo: «La mia richiesta è maturata sulla base di quanto deciso in una riunione di maggioranza, il mio non è sicuramente un interesse strumentale e per tutelare i lavoratori accolgo la proposta di Calabrò, ma invito tutti coloro che oggi hanno proposto il rinvio, a presentare una proposta alternativa visto che a priori la posizione dell’amministrazione non viene accettata».
L’Atm rimane dunque ancora in stand-by, i motivi occupazionali, se per “costrizione” o per convinzione non sta a noi dirlo, alla fine mettono tutti d’accordo. Non rimane che attendere la successiva “corsa”…e se i tempi sono quelli dei bus non saranno certo brevi (ELENA DE PASQUALE)
Non voglio ripetermi, lo ritenfo tempo perso
certo che la definizione di capo RUPPO è bellissima e si attaglia a quel +++++++del rappresentante del pdl…ma quando i messinesi cominceranno a votare gente per bene?
MA COSA VUOL DIRE : PRELIEVO DELLA DELIBERA ???