Nuova pronuncia del Riesame sulle esigenze cautelari per gli imputati di Corsi d'Oro, dopo che il tribunale ha concesso la libertà a tutti. No all'arresto della D'Urso.
Nuovo ribaltamento di fronte nella sempre più dura battaglia tra accusa e difesa impegnati in Corsi d'oro, l'inchiesta sullo scandalo Formazione professionale a Messina. Il Tribunale del Riesame, dopo le udienze del 3 e 24 marzo scorso, è tornato a pronunciarsi sui provvedimenti cautelari emessi per gli imputati. E ha confermato sostanzialmente quanto stabilito in prima battuta, mesi fa: l'ex assessore Comunale Melino Capone, patron dell'Ancol, insieme all'ex consigliere comunale Elio Sauta, gestore dell'Aram, sono individuabili come i principali referenti delle "lobby" che agivano sui fondi destinati alla formazione, quindi andavano arrestati, e devono tornare ai domiciliari perché le esigenze cautelari non sono venite meno. No all'arresto di Daniela D'Urso, moglie dell'ex sindaco Giuseppe Buzzanca, gravitante intorno all'Aram. Nessuna esigenza cautelare, per lei, alla luce delle risultanze investigative. Per gli altri, da Graziella Feliciotto moglie di Sauta a Chiara Schiró moglie del deputato Francantonio Genovese passando per gli altri imputati coinvolti, basta il divieto di dimora a soddisfare le esigenze cautelari. Così il collegio del Riesame, chiamato a pronunciarsi su input della Procura dopo che il Tribunale che sta conducendo il processo, a fine gennaio, ha revocato i domiciliari a tutti gli imputati. Per chiarezza occorre sottolineare che la decisione del Collegio della Liberta' non é immediatamente operativa, deve comunque tornare al vaglio della Corte di Cassazione, e che la scadenza "naturale" della misura cautelare preventiva è il 12 aprile prossimo. Il processo intanto va avanti. Prossima udienza prevista, l'8 aprile. Udienza che viene da un rinvio senza nulla di fato di due settimane fa causa sciopero degli avvocati penalisti. Proprio quel giorno é scattato il "secondo" terremoto, cioè l'arresto dell'esponente Pd Salvatore Lamacchia, il commercialista Stefano Galletti e altri due fedelissimi di Genovese, nonché la notifica della richiesta di arresto per il parlamentare. Intanto, riceviamo e pubblichiamo la richiesta di rettifica dell'avvocato Giuseppe Tortora il quale precisa che per il suo cliente, Nicola Bartolone, ilmTribunale ha rigettato l'appello della Procura. Per Bartolone, dunque, non è stato disposto alcun obbligo.
Ma di quale scandalo state parlando?
Siate pronti a chiedere scusa a questi benefattori.
E’ grazie a loro ed ai loro metodi formativi che tanti giovani messinesi hanno potuto trovare idoneo collocamento lavorativo, il resto conta poco o niente.
Grazie di tutto. Quando si voterà la prossima volta non vi dimenticherò.