In programma stasera la compagnia Babel con “Mutu cu sapi u jocu”. Nel segno dei cunti
MESSINA – Sarà “Mutu cu sapi u jocu” di Giuseppe Provinzano, presentato dalla compagnia palermitana Babel, a inaugurare lunedì 22 luglio la XIII edizione del “Cortile Teatro Festival” di Messina, in programma fino al 13 agosto. Per la prima volta (inizio ore 21) sarà utilizzata la nuova location del cortile del Palazzo dei Leoni (Città metropolitana di Messina), con ingresso in corso Cavour.
Il Cortile Teatro Festival
Il Cortile Teatro Festival nasce da un’idea di Roberto Zorn Bonaventura (che ne è il direttore artistico), Giuseppe Giamboi e Stefano Barbagallo. Il Castello di Sancio Panza organizza il Festival insieme con il Comune di Messina e con la collaborazione del ristorante ‘A Cucchiara” e con il sostegno di Latitudini, rete di drammaturgia siciliana, e del Gruppo Caronte-Tourist. Informazioni e prenotazioni al numero whatsapp 3487967879.
Lo spettacolo nel solco della tradizione dei cunti
Lo spettacolo è il terzo capitolo della trilogia (ogni parte è indipendente dalle altre) “P3-coordinate popolari”, tratta dall’opera etnografica di Giuseppe Pitrè (il “Cortile Teatro Festival” aveva già ospitato “(comu veni) Ferrazzano”). Si tratta di «una performance multidisciplinare, pensata per un pubblico trasversale, di adulti che questi giochi (forse) li conoscono ma se ne sono (forse) dimenticati e di bambini che, generazionalmente, ne hanno perduto la conoscenza e l’interesse.
Uno spettacolo che unisce la narrazione di un cunto della tradizione siciliana e la danza contemporanea: a Ferrazzano, personaggio dell’opera di Pitré, trait d’union di tutti gli spettacoli della trilogia, tocca il compito di condurci nei giochi di strada e nei ritmi dettati dalle filastrocche, per affidarci ai due performer che attraversano le relazioni fisiche e le dinamiche emotive che ci suggeriscono i giochi, ne restituiscono l’essenza con un movimento del corpo non didascalico né mimico, in una piazza simbolica che è tutte le piazze del mondo».
Come diceva Pitrè, «il gioco è la manifestazione più pura e spirituale del fanciullo e, assieme all’immaginazione, è il modello della complessiva vita umana, dell’intima e segreta vita dell’uomo».
Gli interpreti sono Federica Aloisio e Roberto Galbo, coreografie di Simona Argentieri, ambiente scenico di Pietra Trombini.
L’importanza degli studi di Pitrè è stata sottolineata da Italo Calvino, che era un suo grande estimatore: «La sua opera monumentale – scrisse fra l’altro – resta pietra miliare per la ricchezza per la ricchezza e la vastità d’informazioni nel campo delle storie e tradizioni del nostro paese, nel suo caso la Sicilia e il Sud Italia,… nessuno ha raccolto “come e quanto” lo scrittore palermitano».