Oggi il consiglio comunale torna a riunirsi per riprendere la discussione sul consuntivo 2016, ma ai consiglieri non è piaciuto il pressing dell'amministrazione per votare come al solito il bilancio in fretta e furia. Ecco da dove si ricomincia
A Palazzo Zanca, ormai da anni, dicembre non è solo il periodo delle festività natalizie, ma è il mese del rush finale in vista delle scadenze che impongono celerità su bilanci e atti finanziari. E, come ogni anno, ecco servito il menù di questi giorni che impegneranno consiglio comunale e amministrazione Accorinti nel consueto tour de force che tutti i consiglieri puntualmente stigmatizzano ma che alla fine è diventato il modus operandi di questa amministrazione. Oggi l’appuntamento in aula è alle 11.30 e la settimana inizierà all’insegna del bilancio consuntivo 2016. Si arriva a questa seduta dopo quella dello scorso mercoledì 6 dicembre, quando l’aula decise che serviva tempo per analizzare il parere dei Revisori dei Conti e provare a capire qualcosa in più di questo bilancio.
La discussione si era concentrata sulla richiesta di trattare con urgenza il bilancio inviata all’aula dal sindaco Accorinti e motivata semplicemente dal fatto che intanto era stato depositato il parere dei Revisori e dunque era tutto pronto per votare. Una richiesta che i consiglieri non hanno digerito per diverse ragioni: innanzitutto il parere dei Revisori era stato consegnato solo il pomeriggio precedente e dunque il tempo quantomeno per leggere le 82 pagine di relazione non era sicuramente stato sufficiente, ma soprattutto questo continuo tentativo di mettere l’aula nell’angolo, chiedendo continuamente sacrifici e voti “di responsabilità”, ha indisposto i consiglieri che hanno così avuto l’assist per attaccare l’amministrazione su questo aspetto. Un copione visto e rivisto e che non stupisce soprattutto perché poi si sa anche come andrà a finire e che il voto arriverà comunque.
Era stato l’assessore Enzo Cuzzola a spiegare invece perché è urgente votare questo consuntivo 2016: «Vi sono circa 60 milioni di euro da incassare e il servizio accrediti della Banca d’Italia chiude il 15 dicembre, quindi il mandato deve essere emesso almeno il 12 o 13 dicembre. Si devono rispettare delle procedure tecniche. Inoltre, una prima parte dei finanziamenti per la realizzazione del secondo Palazzo di giustizia attende di essere sbloccata e vi è poi la questione legata alla commissione ministeriale per l’approvazione della dotazione organica, che si riunisce il 14 dicembre. Queste scadenze così vicine certamente preoccupano e comunque si ha ormai il parere dei revisori che hanno fatto un lavoro egregio, anche laddove evidenziano criticità ed inesattezze. Peraltro, il rendiconto è una presa d’atto di numeri e non vedo cosa si possa ancora modificare in questo documento» aveva detto l’assessore in aula invitando i consiglieri a trattarlo subito.
L’aula però ha deciso di prendersi dei giorni per avere il tempo di riunirsi almeno in due commissioni Bilancio e oggi si torna a discutere alle 11.30. Sull’urgenza intimata dal sindaco però si è espressa anche ufficialmente la presidente Emilia Barrile che ha scritto al primo cittadino evidenziando che il commissario ad acta Garofalo ha diffidato il consiglio comunale all’approvazione del bilancio entro il 31 dicembre, quindi «non si riscontra l’urgenza dell’immediata esitazione in consiglio comunale del rendiconto 2016». Poiché però l’assessore Cuzzola in aula ha espresso determinate considerazioni sulla necessità di approvare l’atto al più presto, la presidente Barrile ha chiesto al sindaco di inviare al consiglio «una dettagliata relazione in cui vengano definiti i caratteri d’urgenza e la tempistica per l’approvazione del consuntivo 2016».
Sicuramente dunque oggi la discussione ripartirà da questi punti. In ballo però c’è anche l’atto che contiene il debito fuori bilancio dell’Ato3 e la transazione di queste somme a vantaggio del concordato di Messinambiente. Su questo fronte è stato l’assessore Guido Signorino a sollecitare l’aula a votare al più presto anche questa delibera che doveva essere approvata insieme all’altro atto con cui il consiglio decise di impegnare il Comune a pagare i debiti di Messinambiente per evitare il fallimento attraverso il concordato. Ad oggi, di quei 30 milioni complessivi, ne mancano ancora 9,5. La partita è ricominciata.
Francesca Stornante