Secondo il giudice non vi furono né truffa né falso nella richiesta di rimborso avanzata dall'azienda in cui figurava l'allora consigliere comunale.
Si è chiuso con l'assoluzione piena il processo a carico del deputato Ars Marcello Greco, imputato per gli oneri riflessi percepiti dal Comune di Messina tra il 2008 e il 2009, quando era consigliere comunale. Il giudice monocratico Calabrò lo ha assolto perché il fatto non sussiste. Greco era accusato di due ipotesi di falso ed uno di truffa, per un ammontare complessivo di poco meno di 1500 euro. Secondo l'accusa si trattava di oneri finanziari illecitamente percepiti, perché il contratto con la Eredi Greco, l'azienda di famiglia, durava appena un paio di mesi. Abbastanza, secondo l'accusa, per richiedere il rimborso. Il difensore del deputato, l'avvocato Forganni, ha invece argomentato sulla non corretta impostazione del capo di imputazione, poiché la richiesta era stata presentata, dopo la morte del titolare dell'azienda, dai fratelli Greco, in fase di liquidazione dell'azienda. In udienza preliminare era già stata prosciolta per Cristina Petrucci, alla quale non era stata imputa alcuna responsabilità.
L'inchiesta sugli oneri riflessi percepiti dai consiglieri comunali di Palazzo Zanca, condotta dalla Polizia Giudiziaria della Polizia, ha passato al vaglio la posizione di praticamente tutti i consiglieri: per 12 di loro è arrivata l'archiviazione, in quattro sono sotto processo.
Alessandra Serio