L'ex consigliere comunale incasso' rimborsi per le giornate di lavoro non effettuate nell'azienda di famiglia. Carte al perito per Calió e Sauta, al quale il Comune ha liquidato 13 mila euro di oneri riflessi.
Comincerà il prossimo 21 settembre davanti al giudice monocratico il processo a carico di Marcello Greco, il deputato regionale Dr imputato per gli oneri riflessi intascati quando era consigliere comunale a Messina. Greco è stato rinviato a giudizio stamane dal Gup Maria Luisa Materia per falso e truffa. Poco meno di 1500 euro l’ammontare degli oneri riflessi indebitamente percepiti, cioè i rimborsi che il Municipio riconosce ai consiglieri comunali che hanno dovuto assentarsi dal lavoro per svolgere l’attività amministrativa. Un fardello costato al Comune di Messina mediamente un milione di euro l’anno, nell’ultimo mandato.
Nel 2008, infatti, l’allora consigliere del Pd intascó circa 1500 euro per i giorni persi nell’azienda agricola di famiglia, la Eredi Greco Francesco, come florovivaista. Contratto brevissimo, qualche mese, per poi conteggiare gli oneri riflessi, a fine anno. Più articolati ma sempre conducenti alla famiglia Greco, i passaggi societari e le assunzioni che gli permisero, qualche anno prima, di ottenere rimborsi ben più consistenti.
Proscioglimento pieno, invece, per Cristina Petrucci, alla quale il Gup non imputa alcuna responsabilità. Esce perció dal caso.
Va avanti invece l’inchiesta della Pg della Polizia sugli altri consiglieri che hanno percepito i rimborsi. Buona parte di loro ha chiarito la propria posizione, registrando l’archiviazione. Escono dall’indagine, quindi, Tonino Conti, Salvatore Ticonosco, Nicola Barbalace, Emilia Barrile. Per altre posizioni, invece, il pm Ada Merrino ha chiesto un approfondimento e, dopo un ulteriore sequestro a Palazzo Zanca nel novembre scorso, gli atti sono stati affidati all’esame di un consulente della Procura. Si va avanti, perció, per Elio Sauta e Carmelo Calió. A Sauta, sotto processo per le presunte truffe alla formazione professionale attraverso l’ente Aram, il
Comune ha liquidato circa 13 mila euro di rimborsi. Dipendente Aram risulta anche Calio’, che avrebbe continuato a percepire i rimborsi mentre il grosso del personale dell’Ente era già in cassa integrazione.