Covid, Family Card e disabili. Alessandro Russo: "Dare a Cesare quel che è di Cesare"

Covid, Family Card e disabili. Alessandro Russo: “Dare a Cesare quel che è di Cesare”

Rosaria Brancato

Covid, Family Card e disabili. Alessandro Russo: “Dare a Cesare quel che è di Cesare”

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sabato 18 Aprile 2020 - 12:08

Il consigliere comunale per un anno ha chiesto al Comune, sentenze alla mano, che l'assegno d'invalidità non venisse considerato cumulo con i redditi degli altri familiari.

Dare a Cesare, quel che di Cesare è. Così il consigliere comunale Alessandro Russo in merito alla questione dell’estensione della Family card ai portatori di disabilità che percepiscono assegni d’invalidità.

La Family card e i disabili

Come previsto dalle norme, dal Consiglio di Stato e dal buonsenso, infatti, quegli assegni NON POSSONO fare reddito, perché sono destinati a sostenere spese per cure mediche e assistenziali. Nei giorni scorsi però i disabili gravi e gli invalidi gravi che godessero di assegni di assistenza, NON HANNO potuto chiedere la “Family Card” perché – per i criteri applicati dal Comune – risultavano erroneamente percettori di reddito, quindi non in stato di bisogno tale da poter accedere alla domanda di Family Card.

Russo: le mie richieste da 1 anno

Adesso il Sindaco decide di correggere questa stortura come gli si chiedeva- scrive Russo- Spiace dover vedere attribuito al solo merito della Giunta questo risultato. Spiace perché credo che essere responsabili significhi anche attribuire il giusto peso al contributo di chi sui temi ci lavora in silenzio da tempo. Ebbene: nel maggio 2019 (il 3/5/2019) presentai – grazie allo studio congiunto con CittadinanzAttiva Messina, Dino Smedile e Angela Rizzo – una interrogazione urgente al Sindaco per chiedere le ragioni per cui il Comune di Messina facesse pagare quote di compartecipazione al costo dei servizi sociali anche alle famiglie con portatori di disabilità gravi e gravissime che godessero di assegni di assistenza”.

L’assegno d’assistenza fa cumulo?

L’assegno di assistenza veniva considerato dal Comune come “reddito”, quindi, confluendo nel reddito complessivo familiare, secondo l’amministrazione la famiglia col portatore di disabilità grave al cui interno sia presente un altro percettore di reddito, anche piccolo, sia erroneamente ritenuta di livello reddituale alto, facendosi cumulo, ad esempio, la pensione e l’assegno di invalidità. Quindi, a questa famiglia viene fatta pagare una quota di compartecipazione elevata.

Le sentenze

L’assistenza domiciliare per soggetti con disabilità grave viene fatta pagare perché gli assegni di assistenza che sono erogati per la sola assistenza medica del portatore di disabilità e che per questa ragione lo Stato NON riconosce come reddito sono cumulati col reddito familiare. Summa iniustitia. E lo è anche alla luce di numerose sentenze della Giustizia italiana”.

Lo scaricabarile

All’interrogazione del 2019 la Giunta rispose in Consiglio comunale che era la Regione che imponeva quelle linee guida e quindi Il Comune non faceva altro che applicare quei criteri. Russo definì quella risposta insoddisfacente e nel mese di settembre 2019 anche la trasmissione televisiva “Le Iene” venne a Messina a farsi spiegare come mai le cose funzionassero così. Il Sindaco di Messina rispose ai giornalisti che: “Entro 10 – 15 giorni al massimo si sarebbe risolta la grave lacuna a danno dei portatori di disabilità”.

Disabili esclusi da Family card

Non è mai accaduto ed in occasione della vicenda della Family Card la problematica si è riproposta. Anche per chiedere la “Family Card“, il Comune piuttosto che includere anche i portatori di disabilità grave tra i soggetti titolati li ha esclusi fino a ieri. Perché? Perché… percettori di assegni di disabilità! Il consigliere comunale evidenzia come si sia riproposto lo stesso problema della compartecipazione ai servizi assistenziali dei mesi scorsi.

CittadinanzAttiva chiede tempo

E’ così che Dino Smedile 3 giorni fa chiede, come responsabile di CittadinanzAttiva Messina, al Sindaco di rivedere i criteri di valutazione nel senso di ampliare i termini di tempo per accedere alla “Family Card”- prosegue Russo– Io mi attivo mandando una urgente PEC al Sindaco richiedendo – alla luce delle sentenze del Consiglio di Stato che ESCLUDONO gli assegni di assistenza ai portatori di disabilità grave dal cumulo di reddito familiare – di dare ulteriore tempo a questi soggetti di fare richiesta alla “Family Card”, ammettendoli al diritto ed estendendo i termini di richiesta.

Il chiarimento della Regione

Nei giorni scorsi anche il deputato regionale Franco De Domenico in una seduta di commissione Politiche Sociali all’ARS aveva espressamente sollevato il quesito al Dirigente Generale dell’Assessorato, chiedendo se per la Regione gli assegni di disabilità dovessero essere ritenuti “cumulo di reddito” (come fino al 2019 il Comune di Messina sostiene) Il Dirigente Regionale ha risposto che a seguito di sentenze del Consiglio di Stato quegli assegni NON VANNO considerati cumulo per i redditi familiari. Il Dirigente si è impegnato a diramare una circolare immediatamente ai Comuni siciliani, cosa che ha fatto ieri.

A Cesare quel che è di Cesare

Non metto in dubbio che la Giunta e l’Assessora competente su questo campo abbiano lavorato- conclude Alessandro Russo- Ma quel che si dovrebbe avere il coraggio e l’onestà di dire, quando si ottengono risultati – almeno per questione di stile – è che i risultati si ottengono anche grazie al contributo di tanti altri come me o come Cittadinanzattiva Messina o come De Domenico, che in silenzio ci lavorano. In silenzio, la differenza sta tutta qua. In silenzio… ma ci lavorano da molto tempo”.

Revochi quote di compartecipazione

Il consigliere comunale chiede quindi al Sindaco di revocare per le stesse ragioni di cui alla circolare del Dirigente Generale regionale, le quote di compartecipazione ai servizi sociali di cui all’ interrogazione di un anno fa. Si chiede inoltre come mai nel corso di un anno intero il comune non sia sia preso la briga di chiedere alla Regione Siciliana, quali criteri si dovessero in effetti applicare e se quelle presunte “linee guida” della Regione fossero effettivamente ancora valide o meno

3 commenti

  1. Giacomo de natale 18 Aprile 2020 15:56

    Io prendo 515€ al mese mia moglie 130 al mese da quest’anno non mi spetta. Più niente x che la pensione io fa reddito

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  2. Giacomo de natale 18 Aprile 2020 15:57

    Ok grazie

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  3. Il problema è proprio questo
    In un momento di così grande emergenza la percezione è che Messina sia guidata da un uomo solo onnipotente e onnipresente
    Il contributo di altri non di vede e non si percepisce
    È vero che bisogna lavorare con discrezione in silenzio per contribuire al bene della città ma forse è troppo
    Chissà!!!

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