Covid, il triste bilancio di gennaio. 135 vittime in provincia di Messina

Covid, il triste bilancio di gennaio. 135 vittime in provincia di Messina

Marco Ipsale

Covid, il triste bilancio di gennaio. 135 vittime in provincia di Messina

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lunedì 01 Febbraio 2021 - 07:00

Più di quante erano state nei tre mesi precedenti sommati

Mensis horribilis. A gennaio sono 135 le vittime con coronavirus nei tre ospedali Covid (Policlinico, Papardo e Barcellona) della provincia di Messina. Più di quante ce n’erano state nei tre mesi precedenti sommati: a dicembre 56, a novembre 61, a ottobre 11: in totale 128. Il dato degli ultimi quattro mesi segna 263, che sommato alle 59 vittime tra marzo e giugno fa 322.

La “calma apparente” di dicembre

La seconda ondata è iniziata a ottobre, si è affermata a novembre, è calata a dicembre per poi purtroppo “esplodere” a gennaio. In Sicilia, nella settimana dal 21 al 27 dicembre c’erano stati 5.087 nuovi contagi, il 26 dicembre si era registrato il picco minimo della percentuale di positivi, l’8.3 %, rispetto ai tamponi. Appena cinque giorni dopo, il 31 dicembre, quella percentuale era schizzata al 17.8 %, preludio al “disastro” di gennaio.

Il “disastro” di gennaio

Tre settimane con nuovi casi alle stelle, fino a diventare la regione italiana con più contagi, tanto da far proclamare la zona rossa il 15 gennaio, a Messina anticipata di quattro giorni.

E gli effetti della zona rossa si sono visti subito: il primo calo nella settimana dal 18 al 24 gennaio, quello ancora più forte nella settimana appena trascorsa.

Ora tutti i dati favorevoli. Ma non quello delle vittime

Ora tutti i dati siciliani sono favorevoli tranne uno, quello delle vittime. Nella settimana dal 18 al 24 gennaio c’era stato un calo rispetto alla precedente, da 261 a 237. Ma in quella appena trascorsa il numero di vittime è aumentato fino a 252, una media di 36 al giorno.

Quello delle vittime, dicono gli esperti, è l’ultimo dato a scendere. Perché accada, però, è necessario che continui il calo dei contagi. Mascherine e distanziamento le uniche armi in attesa dei vaccini. Tutto sta alla sensibilità dei cittadini. Se non si rispettano le regole si rischia l’ennesimo passo del gambero.

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2 commenti

  1. E quindi siccome dopo il disastro la zona rossa stava dando i primi segnali di inversione dell’aumento dei casi che si fa? Invece di pazientare almeno 7-14 giorni per consolidare il risultato si decide di togliere la zona rossa e anche di riaprire le scuole. Col fortissimo rischio di vanificare tutto ed essere punto e daccapo tra quindici giorni, con il relativo numero di morti. Sembra incredibile, se non fosse vero!

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  2. Tra un paio di settimane saremo punto e a capo, se non peggio. Mah!

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