Covid in Calabria, dagli Stati generali un "rosa". Longo e tutte le sue stimmate: il commissario espone punto per punto criticità superate e nodi all'orizzonte
Per l’enormità dell’obiettivo da centrare, per l’abnegazione, per l’indubbio sconforto che – pur lasciandolo più volte sull’orlo della possibile rinuncia – però ha sempre lasciato il passo a una speranza forse scritta sulla sabbia, per la solitudine sofferta “quantomeno” ad opera dello stesso Stato che l’ha spedito in Calabria in teoria alla guida di un battaglione ma in concreto a fare da generale artigliere logista telefonista e reparto salmerie tutto da solo, di Guido Longo si potrebbe dire che «è un santo». Di sicuro, agli Stati generali di stamattina l’ex prefetto di Vibo Valentia e già questore di Reggio Calabria ha esposto tutte le stimmate accumulate nel suo ruolo legato alla Sanità.
Intanto, alla fine dell’iniziativa di questa mattina alla Cittadella, il Governatore facente funzioni Spirlì ha fatto sapere che la Calabria non sarà “zona rossa” nella sua totalità, ma a macchie di leopardo.
…”Rosa”? Spirlì: niente “zona rossa” regionale
Il Presidente della Regione facente funzioni Nino Spirlì, nel corso dell’iniziativa di questa mattina, aveva chiaramente operato vari richiami alla responsabilità, salvo poi far capire – e ribadire davanti a telecamere e taccuini – che non c’era una chiusura regionale all’orizzonte e che, al di là delle «libere interpretazioni» di qualcuno, «io che avrei messo l’intera Calabria in “zona rossa” non l’ho mai detto».
Cosa per certi versi singolare, secondo parecchi osservatori, considerando che gli “Stati generali” erano stati annunciati sabato scorso in un post su Facebook in cui si leggeva: «Zona rossa. Sto predisponendo, per lunedì mattina, un tavolo tecnico con tutte le rappresentanze. Raccolti pareri e osservazioni, potrò decidere nell’interesse di tutti». Giusto o sbagliato che fosse, in molti hanno raccolto quell’esplicito ammiccamento alla possibile istituzione di una “zona rossa” regionale.
Invece, nel personale sentire di Nino Spirlì, si sarebbe trattato solo di congetture dei «detrattori» prive di fondamento: « Basta col dare per vere opinioni personali che non corrispondono alla realtà», ha ribadito il Governatore calabrese.
Misure “singole”: si valuterà di volta in volta
Tra un passaggio e l’altro, a lavori in corso Spirlì però ha poi specificato che «si proteggeranno singoli territori o province», intenzione che potremmo sintetizzare con una sorta di “zona rosa”, o se preferite di un rosso “a macchia di leopardo”, spiegandone le ragioni con la necessità anzi di «scongiurare la zona rossa» nell’intera Calabria, magari chiudendo temporaneamente questo o quel pezzo di territorio per evitare che tutti i corregionali simultaneamente debbano mordere il freno.
Epperò, com’era stato ampiamente articolato durante i vari interventi susseguitisi nell’arco della mattinata, è ben difficile impedire misure draconiane come la chiusura generalizzata solo affidandosi alla clemenza del Sars-Cov-2: evidentemente, è ai dati che bisognerà guardare, di volta in volta, deducendone le contromosse da adottare (talmente che Spirlì ha chiesto persino ai sindaci, peraltro assenti in massa alla Cittadella “Jole Santelli”, di «chiudere direttamente le scuole nelle quali la situazione dei contagi sia tale da richiederlo, senza attendere che sia la Regione a farlo»).
Longo, un mix tra Giobbe e Tyson…
Come accennato, immediatamente dopo l’ampio prologo di Spirlì e prima che la parola passasse a commissari, rappresentanti di categoria e corpi sociali diversi, è arrivato l’intervento di Guido Longo.
E il commissario governativo per la Sanità in Calabria non ha lesinato ringraziamenti all’Amministrazione regionale in carica («Sono assolutamente d’accordo con tutto quel che è stato detto» da Spirlì, ha asserito fra l’altro) ma, soprattutto, ha esibito apertamente tutte le “stimmate” ricevute durante un percorso tipico di un “santo” – un mix tra Giobbe e Mike Tyson, diremmo, per pazienza e inesauribili doti da incassatore –, più che di un mero commissario di Governo.
Intanto,la Sanità calabrese rappresentata dai media come una sorta d’Idra di Lerna, mentre «c’è gente che lavora anche di notte per contrastare il Covid con efficacia e in modo tempestivo». Poi la necessità d’«impiantare ex novo il sistema di prenotazione» in partenariato con Poste Italiane, «frangente che ha portato a diverse problematiche tecniche» poi «brillantemente» superate. E ancòra, attesissimo, il richiamo a quelli che – trattenendo lo slang che avrebbe portato probabilmente a ben altre locuzioni – Longo ha sobriamente definito «mezzi un tantino insufficienti».
«Evitare le occasioni di contagio»
Ma il richiamo al senso di responsabilità dei calabresi è stato trasversale, stamattina. E dunque vi si è appellato anche Longo, non prima d’aver dato atto della «grande solidarietà esistente in Calabria, che in questo frangente la sta esprimendo per intero».
Il commissario ha fatto notare che la situazione di ricoveri e terapie intensive in Calabria, tutto sommato, è sotto controllo, «ma i contagi sono un po’ in aumento. Se tutti durante questa pandemia ci laviamo le mani, mettiamo sempre la mascherina, teniamo la distanza droplet necessaria e soprattutto evitiamo direttamente le possibilità di contagio, i contatti con altre persone non conviventi, la curva della propagazione del virus dovrebbe però scendere senz’altro. A questo punto, è una scelta solo nostra – ha evidenziato l’ex questore reggino – se andare avanti o tornare indietro. Un’opzione individuale che,ovviamente, si riverbera però in un grande problema collettivo». La “gente”, già. Ma l’ufficio del Commissario? «Noi stiamo facendo tutto il possibile, anzi spesso anche l’impossibile, anche tenendo conto delle quantità di vaccino effettivamente disponibili – ha rilevato Guido Longo –. Quantitativi fin qui accettabili, eccettuando lentezze o ritardi legati a singole partite di vaccino, mai protrattisi per più di una giornata. Abbiamo già redatto e pubblicato due Piani vaccinali, a giorni se ne farà un terzo in relazione a ciò che faremo insieme alle Forze armate, con le quali verrà approntato un Piano programmatico vero e proprio, destinato a durare fino al termine delle operazioni di vaccinazione in Calabria».
E al generale Francesco Paolo Figliuolo, neocommissario per il Covid in chiave nazionale che ha raccolto il testimone dal predecessore Domenico Arcuri, Longo ha anche porto il suo ringraziamento per le unità di logistica e pianificazione emergenze messe a disposizione dalle Forze armate.