A segnalare lo spot il comitato "Scuolainpresenza". E' stato promosso dal Comune per invitare le famiglie a fare i tamponi rivolti alle scuole che iniziano oggi
«Prima di tornare a scuola facciamo tutti il tampone». E’ uno dei messaggi lanciati attraverso lo spot video commissionato dall’assessorato alla Pubblica istruzione del Comune di Messina. Obiettivo dell’iniziativa: promuovere l’importanza di un ritorno in sicurezza e dunque invitare le famiglie messinesi ad aderire allo screening rivolto alle scuole che inizia proprio oggi. Una carrellata di appelli a fare il tampone che parte da alunni e studenti messinesi. Tra di loro anche bambini piccolissimi.
La lente di ingrandimento sullo spot
Proprio per questo lo spot è finito sotto la lente del comitato “Scuolainpresenza” che ha chiesto un intervento del Garante dell’Infanzia e dell’adolescenza del Comune di Messina Fabio Costantino. Con un quesito: era opportuno coinvolgere minori, alcuni in età prescolare, in una campagna pubblicitaria, seppur per veicolare un messaggio utile e legittimo?
Le parole del Garante dell’Infanzia
La risposta del garante Costantino lascia pochi spazi ai dubbi: «Seppur condividendo la finalità della campagna pubblicitaria dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Messina, che ha ad oggetto il ritorno a scuola dei bambini e dei ragazzi nel più breve tempo possibile ed in piana sicurezza, si ritiene inopportuno l’utilizzo nella campagna pubblicitaria di bambini molto piccoli, seppur regolarmente autorizzati dagli esercenti la responsabilità genitoriale, in quanto si rischia di veicolare, attraverso i bambini, “messaggi (…) che “abusano della loro naturale credulità o mancanza di esperienza, o del loro senso di lealtà” (Art. 11 Codice di autodisciplina pubblicitaria del 10/03/2020)».
Bambini inconsapevoli
Costantino richiama tutte le direttive internazionali (Convenzione sui diritti del fanciullo), comunitarie, nazionali e le linee guida raccomandate dall’Autorità Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, per esaminare il caso dello spot messinese. E spiega che utilizzare massima cautela nell’utilizzo di minori per veicolare messaggi anche di alto valore sociale, quale la sensibilizzazione a partecipare allo screening per Covid 19, in quanto i minorenni, anche in tenera età come nella campagna pubblicitaria in oggetto, sono inconsapevoli dello stesso messaggio che viene chiesto loro di veicolare.
Il Garante cita uno dei principi fondamentali della Convenzione sui diritti del fanciullo che prevede “il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerne in adeguata considerazione le opinioni”. Un diritto che sembra non essere stato rispettato in questo spot. «Non può essere chiesto ai minori – spiga Costantino- di pubblicizzare una procedura sanitaria (Tampone Rinofaringeo) che, seppur eseguita da professionisti di altissima competenza e abilità come gli operatori sanitari dell’Asp di Messina, appare minimamente invasiva. I bambini hanno diritto ad essere informati dai loro genitori e dai pediatri che li hanno in cura, nel rispetto del linguaggio della fase evolutiva a cui appartengono per non rimanere delusi dagli adulti di riferimento».
Sospendere lo spot
Per tutti questi motivi il Garante chiederà la sospensione della campagna pubblicitaria o la rimodulazione con il taglio delle parti che vedono coinvolti minori di età inferiore ad anni 14 per la loro tutela e protezione.
La speranza resta comunque quella che l’attività scolastica possa essere ripresa nel più breve tempo possibile in condizioni di sicurezza. In questa direzione, il Garante si farà promotore di un incontro su piattaforma tra con il Commissario per l’ emergenza Covid dell’Asp di Messina, Marzia Furnari ed il Comitato “Scuola in presenza” presieduto dal Prof. Natoli.
I bambini della scuola dell’infanzia sono consapevoli della reale situazione creata da questo virus con la corona, hanno affrontato dal primo giorno di scuola il tema del corona virus, le insegnanti hanno fatto conoscere, attraverso diverse attività e con parole adeguate alla loro età, il problema che li costringeva a limitare la loro libertà ed a cambiare alcuni abituali comportamenti nelle relazioni con i compagni e con gli adulti.
I bambini della scuola dell’infanzia già a 3 anni hanno appreso che ci sono nuove regole da rispettare e le osservano, sanno come e per quanto tempo lavare le manine , mantengono le distanze necessarie.
I bambini , anche i più piccoli, hanno capito che per tornare alla vita normale occorre la prevenzione…quindi il tampone o qualsiasi altro modo x cercare di venirne fuori e tornare a giocare serenamente a scuola, insieme ai compagni ….
perché proprio loro, i bambini più piccoli stanno soffrendo privi della libertà di ridere, correre, giocare insieme agli altri …..
I bambini della scuola dell’infanzia devono fare lo screening prima di poter rientrare in classe dopo un breve raffreddore.
Ma chi lo ha ideato? Daffine?