Ecco cosa è accaduto a Messina negli ultimi 5 giorni, dalla diretta facebook del sindaco del 7 gennaio a quella di ieri sera
Prima di raccontare quanto accaduto dalla sera di giorno 7 gennaio a ieri occorrono due premesse. La prima: Messina è zona rossa dall’11 fino al 31 gennaio. La seconda: i numeri sull’andamento del contagio sono allarmanti ed infatti è proprio per questo che Messina è zona rossa. Non abbassiamo la guardia e rispettiamo le regole.
2021: Sicilia arancione
Andiamo a cosa accaduto negli ultimi 5 giorni. Subito dopo la Befana, il governo Conte si appresta a una sorta di “pre-indicazioni” in vista dell’Italia a colori dall’11 in poi. Vi sono quindi regole per il 7 e l’8 (zona gialla) e 9 e 10 (zona arancione). In Sicilia i numeri non rassicurano nessuno quindi il presidente Musumeci concorda con il ministro Speranza di anticipare le decisioni del 15 e far scattare la zona arancione dal 10 gennaio in tutta la Sicilia. E Speranza firma il provvedimento.
Giovedì 7 gennaio
Nel frattempo nella diretta facebook di giovedì 7 gennaio alle 18.30 il sindaco Cateno De Luca, sempre in base alla curva dei contagi, sferra l’attacco al dg La Paglia che è ancora al suo posto, all’assessore Razza che ancora non lo ha rimosso, annuncia la chiusura delle scuole e la richiesta di zona rossa per Messina. “Sono intenzionato a chiudere tutte le scuole di ogni ordine e grado fino al 31 gennaio. Istituiremo il nostro gabinetto di guerra, da martedì prossimi ci trasferiremo nella sede della Protezione Civile. Sabato chiederò la zona rossa. Se ci sono le condizioni, da martedì 12 gennaio a Messina chiude tutto. Ovviamente si dovrà parlare anche dell’attraversamento dello Stretto di Messina. Possiamo consentire i pendolari, il resto dovrà andare a Tremestieri”.
Venerdì 8 gennaio
Tesi confermata anche venerdì 8 e sabato 9 nelle dirette facebook con le quali si appresta a riaprire il Coc ed a predisporre l’ordinanza con misure restrittive ulteriori rispetto a quelle che nel frattempo stava valutando Musumeci. Intanto venerdì 8 gennaio l’ufficio commissariale dell’Asp di Messina trasmette alla Regione dati preoccupanti e chiede l’istituzione della zona rossa.
Sabato 9 gennaio: Musumeci firma
Musumeci, valutando sia l’allarme del sindaco che quello dell’Asp firma nel pomeriggio di sabato 9 gennaio l’ordinanza in base alla quale da lunedì 11 scatta la zona rossa a Messina fino al 31 gennaio. Il provvedimento (uguale a quello adottato negli altri comuni dell’isola e a quelli individuati in Italia come da decreto Conte) è però eccessivamente stringato e pur facendo riferimento alla norma nazionale del 3 dicembre 2020 presta il fianco a incomprensioni, soprattutto per una città delle dimensioni ampie come la nostra.
Il 9 e il 10 gennaio
Nel mezzo poi c’è la domenica durante la quale il sindaco annuncia misure più restrittive per Messina, ritenendo quelle del presidente non adatte alla situazione nello Stretto. Tra sabato e domenica De Luca convoca le associazioni di categoria, i capigruppo del consiglio comunale, l’ufficio commissariale Asp per valutare il da farsi. Si profila l’ipotesi di un lockdown totale.
10 gennaio: ordinanza De Luca
La domenica 10 gennaio l’assessore Dafne Musolino predispone l’ordinanza che firma insieme al sindaco. Il provvedimento viene rese noto in serata e presenta sin da subito alcune incongruenze ed errori materiali. L’ordinanza può generare (e infatti ha generato) confusioni anche perché s’intreccia con i divieti di Musumeci e quelli di Conte. L’errore materiale (al punto 11) il sindaco lo ha corretto subito con un post via facebook. L’ordinanza viene pubblicata il giorno dopo sull’Albo Pretorio del Comune, con la correzione.
11 gennaio: caos e sconcerto
Sia l’errore, che non era un piccolo dettaglio ma mutava il senso stesso dell’ordinanza, che le altre incongruenze del provvedimento, causano nel corso della notte e lunedì 11 gennaio, ovvero entrata in vigore della zona rossa, confusione e sconcerto in tutte le categorie. Nel giro di 24 ore protestano tutti, dai consiglieri comunali di ogni gruppo consiliare alle associazioni di categoria che dicono di essersi trovati davanti un provvedimento diverso da quello a loro annunciato. L’assessore Razza invita il sindaco a rivedere il provvedimento e M5S, Pd, Cgil, Uil chiedono l’intervento della prefetta Librizzi. Nel frattempo c’è il caos oltre al malcontento delle categorie colpite dalle chiusure annunciate dal 15 gennaio. Ed anche nelle dirette facebook del sindaco spuntano i primi commenti negativi.
L’ordinanza post-datata
L’ordinanza del 10 gennaio peraltro è post-datata: una prima parte (relativa a spostamenti e scuole e linee generali) scatta l’11, una seconda parte (quella con le chiusure agli esercizi dell’allegato 23 del decreto Conte definiti essenziali e la sospensione per barbieri e parrucchieri, nonché il divieto di asporto per bar e ristoranti e altri divieti) che scatta il 15 gennaio. La mattina dell’11 gennaio c’è stato l’assalto ai supermercati generato dall’errore materiale dell’ordinanza (il tam tam non è bastato). C’è comunque confusione perché non si sa cosa si può fare e da quando.
La confusione tra ordinanze
Ognuno si chiede se potrà aprire o meno e aspettare il sindaco che nel frattempo, viste le polemiche, ha annunciato modifiche. Nessuno sa che tipo di modifiche saranno effettuate o meno. Lunedì 11, nella diretta serale su facebook il sindaco spiega che qualcosa cambierà, aggiunge che ha avuto insulti social e minacce, ribadisce che i barbieri li ha chiusi Musumeci. Tempostretto nella giornata di lunedì è tempestata di messaggi di lettori che chiedono chiarezza sui cosa si può e non si può fare, visto che le due ordinanze (Musumeci e De Luca) sono diverse e soprattutto la seconda ha scadenze temporali diverse. Le associazioni di categoria si chiedono anche il perché di un’ordinanza post-datata forse in attesa di reazioni o di decisioni nazionali.
12 gennaio: articolo di Tempostretto
Fatto sta che la redazione decide di fare un servizio ai lettori approfondendo l’ordinanza IN VIGORE A MESSINA dall’11 gennaio, l’unica cioè che fino a quel momento era stata pubblicata senza annunci di correzioni o misure post-datate. Martedì 12 gennaio Tempostretto pubblica le misure previste dall’ordinanza di Musumeci (compresa la disposizione che prevede l’apertura sia degli esercizi dell’allegato 23 che dei barbieri e parrucchieri). Va ricordato che l’ordinanza di De Luca prevedeva la chiusura dei barbieri nella parte che posticipava al 15 le decisioni. Ovviamente la confusione causata dall’intreccio delle ordinanze getta nel caos varie categorie. Ci sono bar e parrucchieri e barbieri che decidono di non aprire vista la confusione tra le ordinanze e le date. Una multa infatti in un periodo drammatico come questo può fare molto più male di quanto si pensi. Nell’incertezza c’è chi resta chiuso e De Luca in una diretta dalla scuola Paino annuncia che manderà i vigili a controllare che i barbieri siano chiusi (sebbene sia ancora giorno 12).
La questione dei rifiuti
Il clima si fa ogni ora sempre più teso. Alle 18.30 è convocato il consiglio comunale in seduta straordinaria. Si rincorrono indiscrezioni secondo le quali potrebbe esserci la revoca dell’ordinanza ma anche voci del tutto opposte. Nel pomeriggio Tempostretto pubblica un articolo sull’affidamento del servizio raccolta rifiuti dei positivi al covid dall’Asp al Comune raccontando quanto accaduto dal 5 gennaio (data della pec dell’Asp) fino al 12 gennaio. Il sindaco replica con un post su facebook nei confronti di Tempostretto annunciando che approfondirà la questione in diretta. Nel frattempo continuano le indiscrezioni, arrivano gli aggiornamenti quotidiani sui contagi e sui decessi (purtroppo ieri si è registrato un numero altissimo di morti: 8).
La diretta del 12 gennaio
Alle 18.30 inizia la diretta facebook e al suo fianco c’è il presidente della Messina servizi Bene comune Pippo Lombardo che fa un resoconto dei tavoli tecnici sulla gestione dei rifiuti dei positivi al covid. La situazione è critica e Lombardo spiega una serie di difficoltà anche nei rapporti con l’Asp. De Luca inizia la diretta attaccando l’Asp per la mancata comunicazione dei dati del giorno e di quelli sui vaccini, spiegando che avrebbe voluto fare una banca dati ma che senza il materiale necessario non gli è possibile.
Un’ora di accuse
E’ poi un crescendo di accuse per tutto il tempo della diretta ad Asp, ai consiglieri comunali, alle associazioni imprenditoriali, a quei commercianti che lo hanno contestato “falliti di professione”, al capo di gabinetto dell’assessorato regionale alla salute Ferdinando Croce (che peraltro da due mesi lavora h24 e 7 giorni su 7 per cercare di rimettere in piedi un sistema Asp che era veramente fallace), al sindacalista della Uil Michele Barresi, alla redazione di Tempostretto. Aggiunge di avere ricevuto minacce social e non solo. “Vi dico sciacalli, sciamani, pezzi di merda”. Poco prima delle 19.30 annuncia che si prende la palla e lascia il campo. Ecco che ritira dal fronte emergenza la Messina social City e Messina servizi bene comune, revoca l’ordinanza contestata, lascia il coc (anzi ne annuncia la chiusura) e non farà più dirette facebook per alcuni giorni.
La revoca dell’ordinanza
“Non è utile il sindaco sceriffo, non serve più la mia ordinanza, per qualche giorno non ci vedremo”. Successivamente firma l’ordinanza di revoca specificando che i motivi sono legati al fatto che il Comune non è stato messo nelle condizioni di avere precisa cognizione dell’andamento della pandemia e alle minacce formulate pubblicamente nei suoi confronti e che sono contenute in una denuncia da lui presentata. C’è quindi il pericolo di disordini o fenomeni di pericolosa eversione sociale.
Fin qui la cronistoria ed alla cronistoria in questo articolo ci limitiamo. Le riflessioni le riserviamo ad altro articolo. Ribadiamo che dall’11 gennaio fino al 31 gennaio valgono le regole della ZONA ROSSA, istituita in numerosi comuni della Sicilia e del Paese. Atteniamoci alle regole previste e usiamo la testa e il senso di responsabilità.
Purtroppo il messinese sta dimostrando di non avere nessun senso di responsabilità!
I numeri parlano chiaro! Per saper campare dobbiamo essere gestiti con la forza.L’autodeterminazione e l’autoregolamentazione non
sono caratteristiche dei cittadini messinesi!
Innanzitutto parli per lei non includendo anche me (messinese) nel suo pessimo ragionamento. Si guardi i telegiornali e vedrà che i cattivi comportamenti ci sono in tutta Italia o peggio di quelli che avvengono a Messina. Tutti messinesi? I numeri? Nessuno li dà corretti, forse solo a Messina.
Oltre al commento di questa mattina, relativo ad un vostro precedente articolo ed alle due dirette del sindaco su RTP, desidero intervenire ulteriormente per commentare brevemente la cronistoria meticolosamente ricostruita dalla dr.ssa Rosaria Brancato.
Mi soffermo in particolare sugli irripetibili insulti e le sgradevoli allusioni che il sindaco abitualmente ama fare soprattutto quando – in assenza dell’interlocutore di turno – non è possibile un contraddittorio immediato. Ieri è stato il turno dell’avv. Ferdinando Croce nella qualità di Capo di Gabinetto Vicario dell’Assessorato Regionale alla Salute. Prima di lui è toccato a tante altre vittime come il Prefetto Librizzi, Conte, Lamorgese, Speranza, Musumeci, Razza e così via.
Probabilmente l’Editore ed i Dirigenti di RTP dovrebbero fare qualche riflessione ed impedire, specie in fascia protetta, spettacoli indecenti di questo tipo.
Quanto, infine, a Croce cui tutti riconoscono la serietà ed il grande impegno profusi da un anno a questa parte, concordo con la dr.ssa Brancato e, se posso, suggerisco allo stesso di non replicare neanche. Lasciatelo perdere!
La cosa bella è che quando è lui che insulta tutti va tutto bene, ma quando succede il contrario la cosa non gli va giù……Ma se ne dovrebbe fare una ragione a questo punto arrivati!
Altrimenti detto: comportamento infantile.
Prima di commentare, sapete che a Messina vi sono decine di contagiati assolutamente sconosciuti alla autorità sanitaria,?
Sapete che vi sono stati morti per COVID senza che l’autorità sanitari ne sapesse qualcosa?
Sapete che oggi ci sarà un funerale di un anziano morto per COVID non dichiarato e che vi parteciperanno anche i parenti infetti anche loro?
Se lo sanno loro, ci si chiede perchè non se ne stanno a casa, ovviamente. E se lo sa lei perchè non li denuncia?
Mi fa piacere che molti messinesi si indignino di fronte ai comportamenti di De Luca. Vorrei vedere la stessa indignazione in relazione all’espansione dell’epidemia che ha già portato al collasso i nostri presidi sanitari e se non si ferma con delle ordinanze com’è ha fatto de luca. Poi parleremo di catastrofe sanitaria e la colpa sarà solo dei politici messinesi e del governo regionale che non ha saputo agire con responsabile autorevolezza.