Covid Messina: lo screening per la scuola comunicato sul whatsapp delle mamme e annullato su Facebook

Covid Messina: lo screening per la scuola comunicato sul whatsapp delle mamme e annullato su Facebook

Rosaria Brancato

Covid Messina: lo screening per la scuola comunicato sul whatsapp delle mamme e annullato su Facebook

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giovedì 03 Dicembre 2020 - 11:50

Storie di ordinaria follia. A Messina succede che le famiglie aderiscano allo screening per la scuola e....

A Messina, oggi, può accadere anche questa storia raccontata dal signor Pietro Giglio. Una storia che riguarda la sua famiglia e quella di altre 40 famiglie che, ai tempi della pandemia in gestione “social”, hanno aderito allo screening destinato alle scuole.

Lo screening gestito su facebook

Da bravi cittadini si sono iscritti ed hanno compilato moduli, con tanto di numero di telefono, mail e dati personali. Ma le risposte ed il giorno dello screening lo hanno dovuto leggere su facebook e sul famoso “gruppo whatsapp delle mamme“. Come se non bastasse, quando si sono presentati puntuali (la puntualità a Messina è considerata un reato peraltro), nel luogo del drive in, non c’era alcun gazebo per i tamponi. Alle 9 sono stati avvisati da alcune persone che lo screening a causa del maltempo era stato annullato. Alle LEGITTIME proteste gli è stato risposto: ma era su facebook….

Storie di ordinaria follia

Non sappiamo quando la famiglia del signor Pietro e le altre 40 potranno effettuare lo screening e se per saperlo dovranno rivolgersi al gruppo whatsapp delle mamme o delle zie, o su messanger. Quel che sappiamo è che quanto accaduto oggi è vergognoso.

La lettera del signor Giglio

Ho peccato. Lo confesso, ho peccato. Questa mattina prima di uscire di casa non ho controllato Facebook. Ma ricapitoliamo. Con tutta la mia famiglia abbiamo aderito allo screening per il Covid-19 proposto per la popolazione scolastica. Giorni fa abbiamo riempito un modulo online e abbiamo lasciato tutte le informazioni personali possibili e immaginabili, telefono, mail, codice fiscale ecc ecc (faccio presente che il modulo non riportava nessuna accettazione della privacy e autorizzazione al trattamento dei dati, ma sorvoliamo).

Il gruppo whatsapp delle mamme

Grazie a Facebook e al tanto vituperato gruppo WhatsApp delle mamme, scopro che lo screening si sarebbe svolto oggi, 3 dicembre 2020; i giornali e la stampa tutta mi confermano che il giorno sarà proprio quello! Allo stesso tempo non ricevo nessuna comunicazione dall’Ente presso il quale avevo proceduto alla prenotazione dello screening: non una mail, non un sms, non un WhatsApp, non un piccione viaggiatore, niente di niente. Ma a che vi servivano mail ed sms???? Boh. Comunque, la notizia è su Facebook….. quindi è vera!

Noi sul posto puntuali

Questa mattina, 3 dicembre, tutta la famigliola si prepara per lo screening, alle 7.45 siamo fuori casa essendo io patologicamente amante delle puntualità. Lo screening inizia alle 9 e noi siamo, checché ne dica mia moglie, “confortevolmente” lì alle 8.15 con la nostra macchinina. Siamo tutti contenti di poter dare il nostro piccolo contributo allo screening per il Covid-19, al fine di far riaprire al più presto le scuole cittadine.

In 40 in attesa dello screening

All’appuntamento troviamo, prima di noi, una 40ina di macchine di persone ancora più patologiche di me. Alle 8.59 una macchina con un lampeggiante ci avverte che causa allerta meteo lo screening non si sarebbe svolto. Un pelino contrariato dopo aver fatto presente che non eravamo stati avvertiti e che il fatto che ci fosse l’allerta meteo si sapeva dal giorno prima (nel frattempo iniziano a cadere le prime gocce di pioggia), mi viene risposto “Ma c’era su Facebook”. Ho peccato, questa mattina non controllato Facebook.

“Ma c’era scritto su facebook….”

Scrivo questa lettera perché esausto e sfibrato da tanto pressapochismo nel gestire ogni aspetto che riguarda il rapporto tra cittadino e pubblico, tra servizi pubblici e cittadino. Stanco di PEC inviate che ti tornano indietro perché il destinatario istituzionale ha la casella PEC piena, stanco di telefoni di uffici pubblici che squillano all’infinito perché il personale è in “smattt wokkingg” e una deviazione della chiamata a casa è complicata, stanco dell’improvvisazione nel gestire servizi che paghiamo con le tasse.

Manca l’abc della comunicazione

Ogni tanto sento qualcuno parlare di smart cities e, giustamente, da informatico auspico assolutamente un’evoluzione in questo senso, ma credo che qui non sia un problema informatico che possa risolvere le situazioni, qui manca l’abc della comunicazione istituzionale, manca la capacità di gestire problemi (non complessi, come quello di mandare una mail ad un elenco in tuo possesso o un sms per avvertire, la sera prima, della non possibilità di effettuare lo screening), manca la capacità di comunicazione tra Ente e cittadino, che non sia solo lo spettacolino grottesco mostrato sui social network. Manca la capacità di elaborare un pensiero che sia risolutivo per rispondere ad un problema.

Meritiamo tutto questo?

“Oggi ho perso una giornata di lavoro io, l’ha persa mia moglie, mia figlia non ha fatto la DAD. Meritiamo tutto questo perché siamo in Sicilia? Perché siamo a Messina? No, non mi voglio rassegnare e pensare che sarà sempre così, ma oggi, permettetemelo, voglio prendere in prestito il titolo di una famosa pagina Facebook che ogni tanto incrocio nella mia bacheca e, mio malgrado la faccio mia: “Io ti maledico”.

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3 commenti

  1. Il signore pretende solo la normalità.
    Pretende la sostanza al posto della forma.
    Pretende che vengano rispettate le procedure note a tutto il resto del mondo civile.
    Pretende insomma una sorta di “Three way handshake” nelle comunicazioni tra cittadino ed enti o istituzioni che siano.
    A domanda segue risposta.
    Facebook come altri strumenti social è considerato da molti come un canale istituzionale.
    Va così a farsi benedire la tracciabilità nello scambio di informazioni tra cittadino ed istituzioni.
    Comodo per queste ultime ovviamente.
    E’ il trionfo del non pensiero, l’apoteosi del qualunquismo e della disinformazione, soprattutto da parte di chi, ed oramai sono in tanti, non trova differenza tra una PEC ed un post.
    Il signore ha tutta la mia stima perché ha anche dovuto sentire offesa la propria intelligenza da chi gli ha risposto:
    “era scritto su facebook”.

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  2. Solo 7 persone alle 17,30 hanno approvato e fatto propria la lettera del sig. Giglio.
    Voglio benevolmente considerare che ogni 10 che approvano solo 1 lo comunica con un like e quindi saremmo in 70 a condividerne il pensiero.
    A tutti gli altri va bene così?
    Spero almeno che anche qualche responsabile dell’organizzazione abbia letto e che, nascondendosi per la vergogna anche solo di chiedere scusa, cerchi di comprendere i disagi dei cittadini (che di fatto lo stipendiano) organizzandosi meglio per il futuro.

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    1. Anche la nostra famiglia con due bambini in macchina era lì ad aspettare.
      Grazie

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