Per il sindacato le misure del Governo per il trasporto pubblico in vista del ritorno a scuola rischiano di creare una situazione assurda
“L’impressione che le Istituzioni stanno dando in questo momento è quella di stare giocando ad un continuo scarica barile, emanando provvedimenti confusionari, incompleti e (a volte) anche inapplicabili. Mi riferisco in particolare alla questione scuole e alle decisioni adottate per il trasporto pubblico locale”. E’ il commento del segretario provinciale di Ugl Messina, Tonino Sciotto, dopo tante polemiche, ipotesi e decisioni adottate dal governo nazionale e da quello regionale.
“Innanzitutto non si può fissare l’apertura generale delle scuole e poi lasciare la facoltà ai presidi di decidere se posticipare l’avvio delle
attività scolastiche a seconda delle condizioni di sicurezza. Questo non
è un provvedimento di cui possono prendersi la responsabilità i
dirigenti scolastici che hanno come unico obiettivo il bene dei ragazzi
e la loro istruzione” spiega il segretario Sciotto.
“La questione del trasporto pubblico locale, invece, è ancora più
assurda: secondo quanto stabilito dal tavolo tecnico tra Stato e Regioni
potranno essere occupata solo l’80% della capienza totale di ogni mezzo,
ma se il viaggio dura 15 minuti si può arrivare anche al 100% – spiega
Sciotto. Vorrei che mi spiegassero perché il Coronavirus non può essere
trasmesso su un mezzo pieno solo perché il tragitto dura 15 minuti. Bisogna tenere in considerazione che il territorio messinese, sia provinciale che comunale, si caratterizza per la sua vastità e, di conseguenza, per la notevole distanza fra i comuni e i villaggi – evidenzia il segretario provinciale di Ugl Messina.
La mattina, quindi, chi deve andare a lavorare o a scuola è obbligato a prendere un determinato treno, autobus o pullman, e i mezzi di collegamento sono sempre strapieni soprattutto per i ragazzi che si recano a studiare. Si suppone che le corse, quindi, debbano raddoppiare la mattina, a pranzo e la sera, per permettere a tutti di tornare a casa e non dover saltare la scuola o il lavoro. Anche questa facoltà, però, è stata rimandata ai vari enti, che già non garantiscono il servizio minimo, figuriamoci un eventuale surplus”.
“La poca chiarezza dei provvedimenti non fa che creare una valanga di
responsabilità che dall’Istituzione più in alto gerarchicamente arriva
fino a quella più bassa, che poi sarà costretta ad assumersi responsabilità più grandi del dovuto. Non basta emanare decreti con ad oggetto il tema della questione per avere la coscienza a posto – conclude Tonino Sciotto – I problemi vanno risolti a monte per garantire agli organi gerarchicamente sempre più inferiori di espletare i servizi nella migliore delle maniere”.