Fallimento Ati Hospital Santa Rita, indagato l'assessore regionale Giovanni Pizzo

Fallimento Ati Hospital Santa Rita, indagato l’assessore regionale Giovanni Pizzo

Fallimento Ati Hospital Santa Rita, indagato l’assessore regionale Giovanni Pizzo

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venerdì 26 Giugno 2015 - 12:11

L'esponente Udc è stato avvisato dalla Procura di Messina nell'ambito dell'inchiesta sul fallimento della società che ha gestito la Casa di cura privata S.Rita fino al 2012. E' il secondo assessore "messinese" indagato della Giunta Crocetta.

L’assessore regionale alle infrastrutture Giovanni Pizzo è indagato a Messina per il fallimento della Ati Hospital Santa Rita che ha gestito l'omonima Casa di cura privata fino al 2012. Il fascicolo, affidato al sostituto procuratore Fabrizio Monaco, è alle battute iniziali e nasce da una trasmissione di atti da parte della procedura fallimentare della stessa Ati Hospital Santa Rita. Agli atti anche le segnalazioni dei sindacati, in questi anni impegnati per salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti della struttura. L’informazione di garanzia è già stata notificata all’esponente della giunta di governo Crocetta in quota Udc.

Al momento l’iscrizione nel registro dell’assessore Pizzo appare come un atto dovuto, il prosieguo delle indagini, coordinate in ultima battuta dall’aggiunto Sebastiano Ardita, dirà di più su eventuali effettive responsabilità sul crack della società che Pizzo gestiva insieme a Grazia Romano.

E' il secondo esponente della Giunta Crocetta che finisce sotto la lente della magistratura in pochi giorni. La scorsa settimana era toccato all'assessore Dr Maurizio Croce, avvisato a Savona nell'ambito dell'indagine sulla centrale di Vado Ligure. Entrambi sono espressione della deputazione messinese.

I guai della Santa Rita cominciano nel 2011. Il 17 maggio di quell’anno l’ASP di Messina sospende l’attività della casa di cura per criticità emerse “sotto il profilo igienico organizzativo e assistenziale”. Il 31 ottobre 2012 interviene il fallimento della società, che aveva una esposizione debitoria milionaria, e che faceva capo al gruppo Sana Group.

Nel mezzo, i lavoratori vengono messi prima in cassa integrazione, poi restano senza ammortizzatori sociali. Di fatto tra il novembre 2011 e l’inizio di quest’anno erano parecchi i dipendenti ancora in arretrato di molti mesi con gli stipendi. Per loro uno spiraglio arriva nell’ottobre 2013 con la pubblicazione del bando per l’acquisto dei beni della clinica e manifesta il proprio interesse la Cot Spa. Il 18 aprile 2014 però la regione avvia la procedura per la revoca dell’accreditamento sanitario. Il 24 settembre 2014 l’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia “a fronte della disponibilità alla salvaguardia dei livelli occupazionali” esprime il proprio “nulla osta alla ipotizzata cessione parziale del ramo d’azienda”. Con Decreto Assessoriale del 16 settembre 2014 vengono stanziati 845 mila euro per la copertura del budget della clinica relativo alle ultime tre mensilità dell’anno. Il 9 ottobre 2014 il Giudice Delegato del fallimento rigetta le istanze proposte da Cot Spa mentre l’Assessorato nega “l’assenso preventivo al trasferimento dei provvedimenti autorizzativi e di accreditamento alla Casa di Cura Carmona Srl, nel frattempo intervenuta dicendosi disponibile all’assunzione dei lavoratori. ” Lo stesso Giudice Delegato, nel provvedimento di ottobre,“prende atto del rigetto della proposta transattiva”.

La revoca dell’accreditamento definitiva arriva nel novembre 2014 e pone come termine ultimo”l’adozione del provvedimento assessoriale di approvazione della rete ospedaliera, e comunque entro il termine ultimo del 31 gennaio 2015”. La nuova rete ospedaliera della Regione Sicilia è stata pubblicata sulla GURS in data 23 gennaio 2015 e prende atto del preventivo assenso dato dagli organi della Regione alla proposta della Cot spa (9 posti letto) col mantenimento dei livelli occupazionali.(Alessandra Serio)

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