La consigliera provinciale di parità Mariella Crisafulli e la consigliera comunale Antonella Russo evidenziano l'incoerenza dell'adesione al Patto per la parità promosso dall'Anci da parte di un'amministrazione composta da 8 uomini e 1 donna.
L’adesione del Comune di Messina al “Patto per la Parità di genere” promosso dall’Anci, annunciata con tanto di comunicato stampa con il quale si esprime “vivo compiacimento”, ha, giustamente, suscitato il disappunto della Consigliera provinciale di Parità Mariella Crisafulli e della consigliera comunale Antonella Russo che con due distinte note hanno evidenziato come l’amministrazione Accorinti “predichi bene ma razzoli malissimo”.
Val la pena di ricordare che in giunta c’è una sola donna e ben otto uomini, pertanto esprimere giubilo per l’adesione ad un Patto che si disattende nei fatti, è quantomeno incoerente.
L’ANCI, in occasione dell’ 8 marzo ha promosso il Patto per la parità e contro la violenza di genere cogliendo l’occasione per elogiare le amministrazioni comunali dove tra sindaci, assessori, presidenti del consiglio comunale e consiglieri comunali, 1 su 3 è donna, grazie alla Legge 215/2012 che ha introdotto disposizioni volte a promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nelle amministrazioni locali.
La Legge 215/2012, recepita in Sicilia con la Legge n. 8/2013, oltre ad introdurre la doppia preferenza di genere, prevede che il sindaco ed il presidente della provincia sono tenuti: a nominare la giunta nel rispetto del principio di pari opportunità tra donne e uomini, garantire la presenza di entrambi i sessi nelle giunte e negli organi collegiali non elettivi del comune e della provincia, nonché degli enti, aziende ed istituzioni da essi dipendenti.
“Peccato- scrive Mariella Crisafulli– che questa Amministrazione abbia continuamente disatteso gli appelli lanciati in questi anni dalla scrivente nella qualità di Consigliera provinciale di Parità sia provenienti da altri soggetti che, come la scrivente, reclamavano che fosse garantito un equilibrio di rappresentanza di genere nella composizione della Giunta comunale. Ancora oggi la Giunta su 8 componenti 1 sola donna!”
La Consigliera di parità ricorda le note inviate sin dal gennaio 2015 rimaste disattese ed evidenzia come, al di là degli obblighi di legge, nulla vieterebbe ad Accorinti di dar spazio e diritto di cittadinanza alle donne, riconoscendone talenti e competenze.
“Fino a quando si negherà alle donne di stare dove si decide, di sedere ai tavoli di discussione degli uomini, si impedirà alle donne di far sentire la propria voce- prosegue la Crisafulli- Le pari opportunità si garantiscono anche con politiche, strategie ed interventi che consentano alle donne messinesi di lavorare, mentre come dimostrano anche i dati Istat 2017, la situazione dell'occupazione femminile nella nostra provincia è catastrofica. Non è più consentito dire che "non ci sono donne competenti per quel ruolo": solo così si potrà giocare una partita alla pari”.
Sia Mariella Crisafulli che la consigliera comunale Antonella Russo ricordano poi quanto accaduto quando Accorinti sostituì l’assessora Patrizia Panarello con un uomo, Sebastiano Pino. In quell’occasione alle rimostranze della Consigliera di parità Accorinti rispose d’essere stato costretto a scegliere un uomo, Sebastiano Pino, per la delega alle politiche del mare, perché non aveva trovato donne con quelle specifiche competenze. A prescindere dal fatto che non risulta che l’assessore Pino in questi anni abbia svolto attività tali, come guidare negli Oceani la Flotta comunale, che potessero giustificare quella decisione, le politiche del mare non hanno alcuna connotazione di genere. E’ Accorinti, come evidenziato da Crisafulli e Russo, che ha mostrato di avere pregiudizi in tal senso.
“Dopo aver letto il comunicato di adesione al Patto per la parità evidenzio con amarezza come un’Amministrazione che avrebbe dovuto essa stessa attuare in seno alla sua giunta fatti e comportamenti diretti ad assicurare il rispetto della parità di genere, in realtà si limiti a formulare asettiche adesioni a Patti intercomunali, che hanno il sapore della beffa- commenta Antonella Russo– Infatti, da un lato si aderisce ad un progetto atto a ridurre le disparità tra uomini e donne, dall’altro questa disparità la si mantiene da anni. Chi ha dimenticato le parole del Sindaco Accorinti, che, quando doveva nominare il nuovo assessore alle Politiche del mare, ha detto alla stampa che ha scelto un uomo per non aver ravvisato donne all’altezza di quel compito? Chi ha dimenticato che l’attuale giunta comunale è composta da 8 uomini, ed una sola donna? Mi chiedo se una giunta prettamente “maschilista” abbia i requisiti per aderire ad un Patto nazionale tra Comuni in cui si dovrebbe impegnare a compiere azioni politiche che riducano la disparità di genere. Al netto di proclami che hanno il sapore di campagne mediatiche preelettorali: l’attuale amministrazione comunale di Messina soffre per caso di misoginia?”
L’amministrazione ha usato lo stesso “metro” anche per le nomine in tutti gli altri organismi, giacchè nei ruoli di vertice ci sono uomini.
Il Patto per la parità è stato sottoscritto dall’assessore alle pari opportunità Nina Santisi, che ha anche diffuso il comunicato stampa e che è l’unica donna in giunta da anni. Al di là dell’incoerenza palese del firmare un Patto che si disattende resta l’amarezza che a firmare un atto di “resa” ed a non ribellarsi sia stata proprio una donna. Proprio l’assessora Santisi avrebbe dovuto rifiutarsi di firmare quel Patto e ricordare ad Accorinti che le belle parole sono una cosa, i fatti un’altra.
Ancora oggi, le messinesi si chiedono cosa abbia fatto l’assessore Pino che una donna non avrebbe potuto fare (a meno che non abbia portato a riva portandola sulle spalle la Telepass ma conosco donne che ci sarebbero potute riuscire. Senza neanche lamentarsi dopo, ma questa è un’altra storia).
Rosaria Brancato
veterofemminismo da anni 70, maschera incapacità di emergere coi propri mezzi: perchè escludere l’Assessore Pino, percè non ha la gonna??