“Crisi di nervi”: sotto il segno della commedia  cechoviana, il trittico con la regia di Peter Stein

“Crisi di nervi”: sotto il segno della commedia  cechoviana, il trittico con la regia di Peter Stein

Tosi Siragusa

“Crisi di nervi”: sotto il segno della commedia  cechoviana, il trittico con la regia di Peter Stein

domenica 30 Marzo 2025 - 14:36

In cartellone al Vittorio Emanuele di Messina con Maddalena Crippa e u ottimo cast. Applausi a scena aperta

MESSINA – In scena “Crisi di nervi”. Il maestro Peter Stein ha adattato – con Carlo Bellamio – e diretto i tre atti unici, in forma di brevi commedie di Anton Cechov, composti fra il 1884 e il 1891, in scena al Vittorio Emanuele dal 28 al 30 marzo, con notevole resa interpretativa. Una produzione TieffeTeatro Milano e Teatro Quirino Vittorio Gassman.

Un giovane drammaturgo, deluso dagli esiti non brillanti delle prime opere, che decide di volgersi alla scrittura di vaudeville, ha dato origine alla stesura del trittico sulla stravaganza di una variegata umanità, ove l’assurdità è stata il perno degli accadimenti.

Gli script “L’orso”, “I danni del tabacco” e “La domanda di matrimonio” si sono così snodati in apparente leggerezza, pregni invece di ironia e grondanti umana follia.

Nella prima rappresentazione, dallo scontro frontale acceso fra una inconsolabile vedova e un creditore privo di sensibilità,nascerà una attrazione sopra le righe; nella seconda, opera monologante, dovendo illustrare le dannose conseguenze del fumo, il protagonista giunge ad imprevedibili atti di sfogo sulla propria vicenda matrimoniale; infine, nella terza, i futuri coniugi faticano a divenire marito e moglie, attese le loro contese già nella proposta di matrimonio, che il fidanzato esita parecchio a formulare.

Le nevrosi galoppanti, allora come oggi, aleggiano nelle pieghe delle esistenze, generando malintesi, delineati fra sarcasmo e paradossi, fino ad addivenire a forme di crudeltà.

I piccoli drammi delle nostre vite non sono oggi differenti da quelli dell’epoca cechoviana,che pur negli intercorsi mutamenti societari,sono risultati ancora attuali.

Le crisi emotive, divampando, hanno messo a nudo l’umana fragilità e le apparenze sono state contraddette dagli impulsi sottostanti, emersi imperiosi.

Peter Stein, da sempre eccelso rappresentante del Teatro dell’assurdo, ha messo a punto una regia rigorosa, che ha scandagliato gli animi dei personaggi con maestria e senza mai allontanarsi da scelte altamente estetizzanti.

Ne “L’orso” gli eccellenti interpreti, Maddalena Crippa, Sergio Basile e Alessandro Sampaoli, hanno dato vita ad un incontro – scontro, che l’anziano servitore ha dovuto tentare di sedare, fra la donna, legata, più per atteggiamento sfidante che per vero amore, alla memoria di un marito che è mancato da sette mesi e che non era di certo un modello, fra infedeltà e crudeltà, e un ostinato e rude uomo tutto d’un pezzo,apparentemente interessato alla difesa delle proprie sostanze materiali “tout court”.

“I danni del tabacco” ha avuto il pregio della resa attoriale di Gianluca Fogacci, il marito frustrato di una donna di polso con sette figlie,che conduce una scuola pubblica e un pensionato privato, sfruttando i servigi del consorte,appellato“spaventapasseri”,che,sfinito,nel corso di una delle tante sedicenti conferenze pseudo-scientifiche, tirerà fuori il proprio profondo malessere e la propria insoddisfazione per una vita subita e non agita.

Ne “La domanda di matrimonio” si sono brillantemente cimentati Alessandro Averone, Sergio Basile, nuovamente, e Emilia Scatigno, dando luogo a picchi comico-grotteschi fra i fidanzati che fra furiosi confronti animatissimi e assai pretestuosi, sintomo di intima ribellione ad un percorso esistenziale calato dall’alto,sono sembrati destinati ad una futura vita insieme davvero incandescente e probabilmente non soddisfacente.

Le scene,diversificate per ognuno dei tre quadri,in linea sempre con l’ ambientazione ottocentesca, si sono attestate a Ferdinand Woegerbauer, con ausilio dell’illuminazione di Andrea Violato, e le musiche hanno avuto solo funzione di stacco fra gli atti unici,preparatoria alla successiva scenografia.

I ben studiati costumi d’epoca sono stati di Anna Maria Heinreich.

Fra situazioni di forte arrabbiatura, isteria, litigi, si sono delineate forti crisi, che hanno fatto emergere i sottesi desideri,conducendo ne “L’orso” il creditore,prima a sfidare a duello la debitrice, fino a giungere a chiedere alla stessa, in ginocchio, di prenderlo in sposo; è stata poi la volta del presunto oratore che, dovendo discettare in conferenza sui danni del tabacco, finisce, fra uno starnuto e un attacco asmatico, a confessare di voler chiudere la propria infelice vita matrimoniale; e infine quella domanda di matrimonio che il futuro coniuge non riesce a porgere( poiché non scaturita da vero sentimento,ma da mere convenzioni sociali),ha generato risibili litigi nella futura coppia,con inconsulti tic e svenimenti,fino al deciso intervento del padre della giovane donna per riportare l’ordine..

La leggendaria Schaubuhne berlinese, fondata da Stein, qui ha funzionato proprio bene, laddove la base realistica è stata ben strutturata e ha goduto di attento scavo psicologico,nell’adattare e dirigere con indiscussa creatività uno dei propri autori prediletti, unitamente a Harold Pinter,fra gli altri.

L’esasperazione si é alternata a momenti di estrema comicità e i tre diversi contesti si sono mossi lungo questo unificante “fil rouge” nella gustosa performance, che ha serbato intatto l’incanto della commedia popolare di stampo francese, che continua ad essere centro attrattivo di ricerca e ispirazione per artisti a livello internazionale.

E gli spettatori,presenti in numero cospicuo, hanno espresso apprezzamento con ripetuti applausi anche a scena aperta.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Salita Villa Contino 15 - 98124 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007