Crocetta annuncia le dimissioni tra un mese, dopo le riforme, e querela L'Espresso. L'Ars dovrebbe fare in due settimane quel che no ha fatto in 3 anni. L'opposizione prepara battaglia sin da giovedì quando il governatore interverrà in Assemblea. Intanto sull'altare dello scontro il primo "ferito" è il ddl sul Piemonte. Protestano Formica e Picciolo.
Crocetta inventa le “dimissioni ad orologeria” e nel frattempo querela L’Espresso.
Mentre l’Ars, sfiorando la barzelletta, impedisce a Fabrizio Ferrandelli di lasciare la poltrona di deputato regionale respingendo le dimissioni, il governatore prende tempo e annuncia di voler dimettersi tra un mese dopo aver varato quelle riforme che non sono state fatte in 3 anni. Il messaggio è diretto ai suoi alleati, se davvero volete staccare la spina allora dobbiamo portare al traguardo qualche risultato.
La maggioranza ha però fatto i conti senza l’oste perché a mettersi di traverso sarà l’opposizione (Forza Italia, Musumeci e M5S) che, insieme a scontenti, franchi tiratori e ribelli, finirà per l’impallinare qualsiasi cosa arrivi in Assemblea. L’unico atto che con ogni probabilità l’Ars riuscirà a fare prima del 12 agosto sarà mettere una toppa al bilancio. Crocetta sarà in Aula giovedì, per parlare della vicenda Tutino e presumibilmente per fare un appello ai 90 per avviare un percorso che porti alla fine anticipata della legislatura. I vertici del Pd nazionale, da Renzi ad Orfini passando per la Serracchiani, hanno già decretato lo stop, e non in virtù del “vero o falso” della famosa intercettazione, ma alla luce di un’inchiesta e delle dichiarazioni ufficiali dell’ex assessore Lucia Borsellino che fino a ieri ha detto: “Crocetta mi ha tenuto all’oscuro di tutto”.
Dunque, in teoria, se nessun altro colpo di scena sconvolgerà il copione, da oggi inizia l’ultimo mese, quello che dovrebbe (mai condizionale è stato così d’obbligo) portare se non alle dimissioni almeno alle pre-dimissioni o ad un’altra invenzione che gli alleati troveranno per stirare il più a lungo possibile quest’esperienza.
Quanto accaduto finora lascia intravedere nuove sorprese, sia dall’inchiesta che dalla stampa, L’Espresso per primo, anche alla luce dell’appello che il legale di Crocetta, Vincenzo Lo Re ha fatto in conferenza stampa: 'Se qualcuno ha questa intercettazione la tiri fuori, anche anonimamente''. Il legale ha parlato di ''giornalismo a orologeria'' perché a quanto pare l’indiscrezione circolava già da fine giugno (quando si è dimessa la Borsellino) “Mi stupisce che il settimanale non l'abbia pubblicata prima ma abbia aspettato il 18 di luglio per pubblicarla in coincidenza con le commemorazioni di Borsellino. E' evidente che si voleva mettere in difficoltà Crocetta''. Secondo questa tesi i giornalisti del settimanale si sarebbero resi “complici” di quel golpe citato dal governatore per “farlo fuori politicamente”. Il Presidente chiederà un risarcimento danni da 10 milioni di euro a L’Espresso ed una parte dell'eventuale ricavato dalla causa sarà dato in beneficenza. ''L'omessa vigilanza e l'omessa verifica sulla veridicità di questa intercettazione – ha spiegato Lo Re – ha distrutto e massacrato l'immagine personale, politica e professionale di Rosario Crocetta. Non accetteremo che Rosario Crocetta, che ha rischiato la vita per il suo impegno antimafia, passi per connivente di chi non voleva Lucia Borsellino al governo regionale''.
L’avvocato ha ribadito che Crocetta è stato destinatario di un'attività di dossieraggio iniziata sin dal 2012, al punto che il governatore ha querelato Panorama per un articolo sui rapporti del presidente con persone di Gela e con Emanuele Celone. "Abbiamo scoperto che un giornalista di Panorama voleva scoprire presunti 'balletti rosa' nell'atelier sul mare a Tusa – aggiunge – anche con minorenni. E' andato da un noto attivista gay di Palermo chiedendo notizie. Abbiamo presentato un esposto cautelativo alla procura di Palermo anche con la testimonianza di quell'attivista". Crocetta ha confermato che la richiesta sarà di 10 milioni di euro e che secondo lui anche la Regione e l’Ars dovrebbero costituirsi in giudizio per danni all’immagine.
Intanto il previsto intervento in Assemblea del Presidente, proprio per affrontare la vicenda è stato rinviato: “'Prima faccio le riforme poi do la mia disponibilità all'Assemblea siciliana per decidere se porre fine alla legislatura- ha detto Crocetta-'Se me ne devo andare lo farò per motivi politici”.
La palla passa all’Ars ed il primo minuto della nuova partita si giocherà giovedì, per capire le intenzioni dei giocatori. Il Pd ha tutto l’interesse a prendere tempo, come spiegato dal segretario regionale Raciti che ha ammesso come non vi sia un “percorso già individuato per il futuro”. L’opposizione incalza, con il coordinatore regionale di Forza Italia Vincenzo Gibino: “Tre governi dagli esiti disastrosi, oltre due anni e mezzo di mancate riforme e di annunciate rivoluzioni. La gestione del Pd con Crocetta verrà ricordata come la peggiore di ogni tempo. E oggi, il Pd, vuole fare affondare la barca con tanto di nocchiero, scaricando sul governatore le proprie responsabilità, scappando biecamente dall’uscita di sicurezza”.
Ma il passaggio in Aula delle riforme non sarà né facile né scontato, perché se Pd e Udc proveranno a fare muro per una giunta diventata politica con l’ingresso del centrista Pistorio e del democratico Gucciardi, gli altri deputati non faranno sconti. La prima prova si è avuta con la predisposizione dell’ordine del giorno fissata dai capigruppo con il Presidente dell’Ars Ardizzone e che ha visto rinviato l’esame del ddl sul Piemonte-Neurolesi. Il fatto ha scatenato la reazione del firmatario, insieme a Beppe Picciolo, del ddl, Santi Formica che ha tuonato: “ Ardizzone, in accordo con Pd e 5Stelle ha inferto un’ ulteriore umiliazione all’ex assessore Lucia Borsellino, rifiutandosi di iscrivere all’ordine del giorno il ddl sull’integrazione tra l’I.R.C.C.S e Piemonte proposto dalla stessa Borsellino nella finanziaria”. La motivazione del mancato inserimento è dovuta alla richiesta del neo assessore alla sanità Gucciardi che ha chiesto tempo per riflettere. “Appare sempre più evidente l’intento- ha concluso Formica- da parte della maggioranza, di mettere pesantemente le mani sulla sanità ed è la conferma del disagio che ha indotto Lucia Borsellino a dimettersi per le pressioni affaristiche e lottizzatorie che riceveva”.
Sulla vicenda interviene anche l’altro firmatario del ddl Beppe Picciolo che fa anche un appello ricordando che il progetto era stato sposato dalla Borsellini: “Comprendiamo il momento difficile e le priorità che il Governo regionale si è dato, ma non perdiamo la speranza che possa esserci uno scatto d’orgoglio della deputazione messinese che induca a calendarizzare il disegno di legge “salvaPiemonte” permettendo una serena discussione in aula. Abbiamo più volte affermato che non si abbandonasse ad un triste destino lo storico nosocomio purtroppo anche oggi constatiamo che pur volendo dare il tempo necessario al neo assessore Gucciardi per studiare il Ddl, ancora qualcuno ritiene che sia meglio che non si tocchi nulla e che Messina, perdendo anche chances come quella trovata per salvare gli acuti al Piemonte, continui ad essere la cenerentola della Sicilia”.
E’ evidente che il clima sarà caldissimo e che non è affatto scontato che le riforme che Crocetta spera di veder varate in due settimane vedano la luce, prima fra tutte quella sulle province, perché se il neo assessore Pistorio dovesse adottare per la riforma lo stesso metro adottato dal collega Gucciardi per il Piemonte, dovrebbe chiedere “tempo per riflettere” e quindi rinviare . Superfluo ricordare che in quasi 3 anni nessuna riforma annunciata ha visto la luce, sembra quindi arduo immaginare che sotto il fuoco incrociato del sole d’agosto, delle inchieste, degli scoop, l’Ars ingrani la marcia e faccia in 15-20 giorni quel che non è stato fatto in quasi mille…..
Rosaria Brancato
Noi siciliani non ti vogliamo più nemmeno per un giorno figurati un mese,vai via .Le riforme ma quale riforme ? devi andare via immediatamente.
LUCIA BORSELLINO PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIA.
Noi siciliani non ti vogliamo più nemmeno per un giorno figurati un mese,vai via .Le riforme ma quale riforme ? devi andare via immediatamente.
LUCIA BORSELLINO PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIA.