Dopo settimane concitate, oggi per i dipendenti del gruppo Gicap si apre la fase delle conciliazioni, molto critici i sindacati. Eì invece passato l'accordo del gruppo Cambria
L’ondata di crisi che sta colpendo le aziende locali della grande distribuzione alimentare siciliana ha aperto un delicatissimo fronte occupazionale che tra Sicilia e Calabria coinvolge oltre 1300 lavoratori.
Sono state settimane difficili e durissime, decine di supermercati hanno abbassato le saracinesche, migliaia di dipendenti sono con il fiato sospeso per quello che potrà accadere. I fronti sono tre e riguardano la crisi di tre grandi gruppi: Distribuzione Cambria Spa, Gruppo Abate e, ultima in ordine temporale, Commerciale Gicap Spa, azienda con oltre 700 dipendenti operante in Sicilia e Calabria con più insegne.
La vertenza Gicap
Proprio oggi per i dipendenti del gruppo Gicap della famiglia Capone inizia una nuova fase che arriva dopo giorni di concitazione. I dipendenti sono chiamati a scegliere se firmare la conciliazione. Su questo punto fortemente critici sono stati Filcams Gicl, Fisascat Cisl e Uiltucs Sicilia che stanno seguendo la vertenza. Per i segretari generali delle tre federazioni siciliane, insieme alle segreterie nazionali, i verbali di conciliazione individuale proposti ai dipendenti sono fortemente penalizzanti per i lavoratori, che rischierebbero il recupero del credito vantato con Gicap, a partire dal proprio TFR.
Sindacati critici
Per comprendere meglio tutta la vicenda, i sindacati ripercorrono le tappe salienti: la crisi aziendale inizia a marzo di quest’anno, poi la possibile soluzione dell’affitto, finalizzato alla cessione, del ramo d’azienda costituito da 42 negozi, per arrivare alla presentazione di concordato in bianco al Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto.Un iter che subisce un’importante accelerazione negli ultimi giorni.
“Subito dopo il primo incontro al Ministero dello Sviluppo Economico del 27 maggio scorso, dove erano state individuate possibili intese con la subentrante Like Sicilia Srl, ed il successivo incontro al Ministero del lavoro, dove è stato sottoscritto l’accordo per l’utilizzo della Cigs, – affermano Monja Caiolo, Mimma Calabro’ e Marianna Flauto, segretarie generali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Sicilia – la Commerciale Gicap Spa ha proceduto alla sottoscrizione del verbale di accordo per l’affitto del ramo d’azienda con sindacati autonomi, prevedendo la firma di verbali di conciliazione individuale fortemente penalizzanti per i lavoratori”.
Il Tfr
Proprio sulla deroga al Tfr, in base alla quale i lavoratori dovrebbero rinunciare alla responsabilità in solido nei confronti della subentrante Like Sicilia Srl, sulla scorta di un parere in merito richiesto all’INPS, le tre Sigle Sindacali avevano espresso forti dubbi.
“L’azienda – proseguono le sindacaliste – sta procedendo in spregio alle normative vigenti, alle corrette relazioni sindacali e, soprattutto, in spregio ai diritti dei propri dipendenti. Quelle conciliazioni, infatti, oltre a mettere in rischio il Tfr, ratifica azioni individuali aziendali che hanno peggiorato le condizioni contrattuali dei lavoratori, la maggior parte dei quali già sottoinquadrati”.
Le tre sigle hanno annunciato di essere pronte ad avviare ogni azione legale a tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, sia nei confronti di Commerciale Gicap Spa che di Like Sicilia Srl.
I lavoratori
Ma sul campo di battaglia ci sono centinaia di lavoratori chiamati a scegliere per il proprio futuro. Molti di loro continuano a ringraziare la famiglia Capone per come sta continuando a gestire questa delicatissima fase. Uno dei lavoratori ha lanciato un messaggio a tutti i colleghi in vista di questo appuntamento di oggi, un messaggio che invita tutti a riflettere su quello che potrebbe essere il futuro se Like Sicilia si ritirasse da questa partita. Per questo l’appello a decidere con coscienza di firmare la conciliazione, nonostante il parere negativo dei sindacati.
«In questo momento mi sembra di essere seduto ad un tavolo di poker, dove ci sono 4 giocatori: Gicap, Dipendenti, Like Sicilia e sindacati. Sicuramente quelli che hanno il punto più debole siamo noi dipendenti e Gicap, non abbiamo grandi possibilità di vittoria, dobbiamo accettare e rinunciare. Però a me hanno sempre insegnato che se non puoi vincere una guerra devi cercare di non perderla. E non perdere la guerra per noi significa firmare le conciliazioni a qualsiasi costo, perché ci daranno certezze lavorative.
Ci vengono riconosciuti tutti gli arretrati e le spettanze, un passaggio con LIKE Sicilia immediato, il riconoscimento dei livelli e degli scatti di anzianità, dopo un determinato periodo. Rimane il TFR, nodo cruciale di tutta la vicenda. Come ci viene detto da tutte le parti, tranne che dalla parte sindacale, non dovremmo avere problemi in quanto paga l’Inps. A questo punto di qualcuno bisogna fidarsi. Chiedetevi: qual è l’alternativa? Messina e Reggio Calabria, come Cosenza o Sciacca, non sono Milano o Verona».
Vertenza Cambria
L’altro fronte riguarda i supermercati del gruppo Cambria, titolare del marchio Spaccio Alimentare.
In questo caso però sembra essere arrivata una fumata bianca perché l’85% dei creditori ha detto sì all’accordo di ristrutturazione per evitare il fallimento e il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto ha deciso di omologare l’accordo di ristrutturazione dei debiti proposto dalla Distribuzione Cambria, assistita dagli avvocati Gaetano Franchina, Andrea Vasaperna e Isabella Barone
In questo modo è stata scongiurata la crisi, salvaguardati, al massimo possibile, i livelli occupazionali e garantita la continuità aziendale evitando così ulteriori impatti sociali ad un territorio già pesantemente colpito dalle crisi aziendali degli ultimi anni.
Il risultato è stato reso possibile anche grazie alla tempestività con la quale sono state evase le numerose istanze presentate dalla ricorrente nel corso della procedura, da parte del collegio della sezione Fallimentare del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto,presieduta dal dott. Giovanni De Marco, relatore dott. Fabrizio Di Sano.
Il piano di salvataggio
Il Piano prevede, tra l’altro, l’accordo con SMA Spa e SMA Sicilia srl (titolari di circa il 73% dell’indebitamento complessivo della Distribuzione Cambria s.r.l.) che hanno accettato un consistente stralcio, rinunciando a 77 dei 117 milioni vantanti ed il pagamento dilazionato del residuo in 25 anni senza interessi, e la dismissione al momento dell’omologa definitiva della procedura di 10 punti vendita al “Gruppo Arena” relativamente agli esercizi commerciali di: Siracusa, Aci Sant’Antonio, Milazzo, Giardini Naxos, Misterbianco (Centro Sicilia), Catania, Lascari, Palermo via crocifisso A. Pietratagliata, Palermo via Igham e Palermo Via Ugo La Malfa, anche se i punti vendita di Siracusa e Centro Sicilia sono posti a condizioni in corso di avveramento.
Ciò garantirà il pagamento integrale dei creditori residuali (rispetto a Sma Spa e Sma Sicilia), costituiti da centinaia di piccole imprese siciliane e il rilancio della propria attività, seppur con un perimetro ridotto.
Francesca Stornante