Nuovo prestigioso riconoscimento per lo scrittore di Galati Mamertino con il racconto "Io che sono Rita"
Caserta – Inanella riconoscimenti Cristiano Parafioriti, che ha raccontato la sua Galati Mamertino come pochi, facendone lo scenario di tante sue novelle storiche e romanzi. Questa volta lo scrittore originario dei Nebrodi ha vinto il premio Melagrana-Città di Caserta 2024 con il racconto “Io che sono Rita“, sulla vita di Rita Atria.
La motivazione del premio
La giuria ha assegnato la vittoria all’unanimità con la seguente motivazione: “Racconto molto ben costruito tra ‘memoria d’oltretomba’ e testo di denuncia, benché sviluppato su un argomento e su una vicenda largamente presenti nella narrativa. Assieme al percorso di maturazione della ragazza, il contesto mafioso emerge, passo dopo passo, in tutta la sua tragicità, costantemente accompagnato da un sapiente registro linguistico, che si modifica via via senza scosse. La sintesi giornalistica finale si pone come efficace fusione tra micro e macrostoria.”
Il monologo della Picciridda di Partanna
Parafioriti racconta la “picciridda” di Partanna in un monologo, che ha scalzato più di cento racconti, narrando le vicissitudini umane e il coraggio di Rita Atria che nel 1991, dopo l’assassinio del padre e del fratello per mano della cosca rivale guidata da Mattia Messina Denaro, si ribella alla mafia. Insieme alla cognata Piera Aiello e contro l’intera famiglia, Rita decide di collaborare aiutando nelle indagini l’allora procuratore di Marsala, il giudice Paolo Borsellino. Questa collaborazione farà di Piera e Rita le prime testimoni di giustizia che a differenza dei “collaboratori di giustizia” non erano appartenenti o affiliati a Cosa Nostra. Dopo il 19 luglio 1992 e la morte del “suo” giudice Borsellino Rita, affranta dal dolore, si suicida lanciandosi dal settimo piano nell’appartamento di via Amelia a Roma dove viveva sotto copertura. Oggi Rita è, a ragione, considerata la settima vittima di via d’Amelio.