Di nuovo nel mirino delle polemiche l'istituto di gestione della più grande riserva naturale siciliana. L'onorevole Nino Germanà, oggi firmatario di una interrogazione a risposta scritta, punta l'indice contro un'amministrazione "scriteriata, incredibile sperpero di denaro pubblico"
Scriteriata e fonte di un incredibile sperpero di denaro pubblico. Queste le parole usate dal deputato regionale del Nuovo Centro Destra, Nino Germanà, per definire l’attuale gestione tecnico amministrativa dell’Ente Parco dei Nebrodi.
L’istituto di direzione e coordinamento delle attività della più grande area protetta della Sicilia, si trova nuovamente al centro di un fuoco incrociato di polemiche. Ancora discussi gli strascichi della vertenza giudiziaria che aveva visto l’Ente coinvolto in un’accesa controversia con i lavoratori impiegati, a causa di un irregolare inquadramento contrattuale, la dirigenza dell’incantevole riserva naturale, subisce ora pesanti attacchi in merito al proprio operato.
“E’ un vero e proprio disastro amministrativo” – ha incalzato Germanà, oggi firmatario di un’interrogazione a risposta scritta indirizzata al presidente della Regione e all’assessore regionale per il Territorio e l’Ambiente, Mariarita Sgarlata. La questione economica è quella che desta maggiori perplessità. Diverse le incongruenze di bilancio che possono sintetizzarsi in uscite di cassa poco trasparenti, inclini a prestare il fianco a dubbi sulla effettiva chiarezza della tenuta dei conti – ha spiegato lo stesso onorevole.
L’intervento chiarificatore del Governatore e del suo amministratore delegato appare urgente alla luce delle disastrate contingenze economiche che costringono a tagli e chiusure sempre più nette e indiscriminate ma anche in base alla considerazione dell’inerzia alla quale sembra improntarsi l’attività dell’istituto e sulla quale già varie volte, in passato, sono state chieste opportune delucidazioni.
“L’Ente Parco dei Nebrodi è dotato di tutti gli organi gestionali imposti dalle vigenti disposizioni di legge ad eccezione del presidente” – puntualizza il deputato regionale, soffermandosi sull’illogicità del perdurante commissariamento avviatosi all’indomani dello scadere del secondo mandato quinquennale del presidente pro tempore e che “inficia gravemente l’espressione delle politiche gestionali dell’Ente, contravvenendo in tal modo a uno dei principi cardine su cui si regge l’istituto”.
Un’inversione di rotta è l’auspicio di Germanà: un deciso stravolgimento di una prassi stagnante che rischia di mettere in pericolo gli equilibri organizzativi di una dirigenza posta a presiedere alla punta di diamante del patrimonio naturale siciliano. Una dimostrazione di maggiore limpidezza che passi attraverso il percorso obbligato dell’attivazione del presidente di Regione e dell’assessore regionale preposto. (Sara Faraci)