I nodi riguardano in primis il dimezzamento della durata e del valore del sussidio della Naspi a cui sarebbero esposti dal 2016 i lavoratori stagionali del settore turismo e del comparto termale in assenza di correttivo strutturale. Fortemente penalizzati per i sindacati anche gli operatori del lavoro domestico e di assistenza domiciliare
Le federazioni sindacali di categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs hanno sollecitato il 15 ottobre alla Camera dei Deputati la revisione della normativa sulla Naspi, la nuova assicurazione sociale per l’impiego In vigore dal 1° maggio 2015.
E’ Cesare Damiano, presidente della XI Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera dei Deputati, ad aver raccolto le criticità esposte dalle tre sigle sindacali relative alle modalità di riconoscimento dell’indennità Naspi per i lavoratori stagionali dei settori produttivi del turismo e degli stabilimenti termali e per i lavoratori addetti ai servizi domestici e familiari. I nodi riguardano in primis il dimezzamento della durata e del valore del sussidio della Naspi a cui sarebbero esposti dal 2016 i lavoratori stagionali del settore turismo e del comparto termale in assenza di correttivo strutturale, lo stesso previsto dal Dlgs. 148, comma 4 art. 43 – approvato nel mese di giugno scorso ed in vigore dal 24 settembre 2015 – che ha salvaguardato il trattamento di integrazione salariale per l’anno 2015 tamponando di fatto la contraddizione legislativa che avrebbe penalizzato i lavoratori stagionali di due comparti cardine della nostra economia. Fortemente penalizzati per i sindacati anche gli operatori del lavoro domestico e di assistenza domiciliare, per i quali la circolare Inps 142 del 29 luglio 2015 stabilisce che il requisito di “trenta giornate di lavoro effettivo” nei dodici mesi precedenti la cessazione del rapporto di lavoro “si intende soddisfatto laddove gli assicurati abbiano prestato attività lavorativa per cinque settimane con un minimo di ore lavorate per ciascuna settimana pari a 24 ore”, escludendo dunque di fatto gli operatori che prestano la propria attività sotto le 24 ore settimanali. La proposta sindacale, fermo restando il requisito minimo di 120 ore di lavoro prestato, contempla l’integrazione del requisito lavorativo anche nel caso di prestazione effettiva settimanale inferiore alle 24 ore, in quanto la prestazione lavorativa richiesta è assai modulare ed articolata e può differenziarsi da una settimana ad un’altra.
Il Presidente Damiano ha manifestato interesse per le criticità rappresentategli e ha espresso condivisione per le soluzioni proposte, dichiarando la disponibilità a proseguire gli approfondimenti del caso in occasione delle prossime riunioni della Commissione Lavoro.
“Auspichiamo in un intervento per la revisione della normativa Naspi per gli stagionali del turismo e del comparto termale per i quali crediamo sia urgente il superamento definitivo della riduzione del 50% della durata e del valore sussidio Naspi con l’effettiva corrispondenza, ai fini del calcolo della prestazione, delle settimane di lavoro prestato – ha ribadito il segretario generale della Fisascat Pierangelo Raineri -. Come anche sarà essenziale rivisitare l’interpretazione normativa fornita dall’Inps per gli operatori del lavoro domestico e di assistenza domiciliare che operano con un contratto di lavoro part time inferiore alle 24 ore settimanali che, al pari dei lavoratori di altri settori, hanno diritto a percepire il trattamento Naspi”.
I sindacati hanno infine richiesto al presidente Damiano di voler verificare quante delle risorse impegnate per le annualità 2015 e 2016 saranno effettivamente spese (il Dlgs. 148 ha previsto 32,8 milioni di euro per l’anno 2015 e 64,6 milioni di euro per l’anno 2016), soprattutto ai fini di una nuova attribuzione di stanziamenti già previsti per lo specifico fine.
Il segretario regionale della Fisascat Cisl Sicilia Pancrazio Di Leo spera che con il buon senso si possono trovare le soluzioni per non penalizzare i lavoratori, non si risolvono i problemi riducendo l’indennità e la contribuzione.
I lavoratori aspirano ad avere qualche mese in più di lavoro e evitare di gravare sui costi dello stato: “A tutt’oggi in assenza di circolari chiare gli istituiti territoriali non sono in grado di fornire indicazioni ai lavoratori che si rivolgono ai propri sportelli Inps. Riceviamo continue lamentele da parte dei lavoratori poiché qualche istituto sta creando allarmismi ingiustificati in merito all’applicazione della Naspi e al relativo indennizzo. Probabilmente qualche operatore I.N.P.S. disconosce le disposizioni di legge come previsto dal Dlgs. 148, comma 4 art. 43 – approvato nel mese di giugno scorso ed in vigore dal 24 settembre 2015 – che ha salvaguardato il trattamento di integrazione salariale per i lavoratori stagionali del settore turismo e del comparto termale in merito alle domande presentate entro il 31 dicembre 2015, tamponando di fatto la contraddizione legislativa che avrebbe penalizzato i lavoratori stagionali di due comparti cardine della nostra economia”.