L'ex candidato sindaco: "L'Autorità nazionale anticorruzione ha messo nero su bianco che posso restare nel Consiglio comunale di Messina"
MESSINA – Ora parla Maurizio Croce. Dopo l’articolo di Tempostretto, interviene l’ex candidato sindaco del centrodestra al centro di un caso politico e giuridico: si dibatte se sia ineleggibile o meno, come consigliere comunale, perché ricopre il ruolo di “soggetto attuatore” per la realizzazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione siciliana.
Sottolinea il diretto interessato, che dal gruppo misto è passato a Forza Italia: “L’Avvocatura dello Stato mi attribuisce un ruolo regionale, mentre l’Anac parla di incarico nazionale. Ricostruiamo la vicenda: io avevo chiesto un parere al mio legale e la Regione siciliana ne ha chiesto uno all’Avvocatura: in discussione l’interpretazione del decreto legge 39 su inconferibilità e incompatibilità. Però, dopo questi due pareri, opposti, c’è stato quello dell’Autorità nazionale anticorruzione, organo di vigilanza, che si è pronunciata contro la mia incompatibilità. Quindi, il parere dell’Avvocatura dello Stato regionale è stato superato da quello dell’Anac, a cui si era rivolto pure il presidente del Consiglio comunale Pergolizzi”.
“Il mio è un incarico fiduciario”
Aggiunge Croce: “Altra cosa è il caso politico e la mia eventuale incompatibilità sopravvenuta sul piano giuridico. Su questo c’è una valutazione in corso. Vorrei chiarire che il mio è un incarico fiduciario, con compenso equiparato a quello di un dirigente. Ma si tratta di un aspetto economico, non c’è scritto da nessuna parte che io sia un dirigente. Ho una delega, per questo incarico, sulla base di un rapporto di fiducia”.
Nel frattempo, il consigliere è stato designato dal presidente Schifani componente del Comitato di gestione dell’Adsp in quota Regione siciliana. “Ma non mi sono ancora insediato”, precisa. Di conseguenza, in questa fase, non si pone il tema dell’incompatibilità in relazione a questo nuovo ruolo.
Lo chiamavano Bostik