L'isola è sull'orlo di un baratro economico e sociale ed il governatore fa un appello ai deputati e ai partiti: "Salviamo la Sicilia tutti insieme. Basta con le guerre, scopriamo la politica della serenità". Ma è difficile che "scoppi la pace" in una situazione da sabbie mobili, con un Crocetta bis già quasi ter, gli scontri con il Pd e le fronde interne.
Si cammina sul ciglio del burrone. Tra Finanziaria bis in alto mare, migliaia di dipendenti regionali a rischio stipendio, rapporti col Pd ridotti ai minimi storici ed un Crocetta bis che ha tutta l’aria di dover durare una settimana, il governatore ha deciso di fare un appello all’Ars.
“Occorre salvare la Sicilia- scrive in una nota Crocetta- Occorrerà un'immediata risposta ai tanti lavoratori che non vengono pagati, agli agricoltori che rischiano di fallire per la mancanza d'acqua che non arriva nelle campagne, alle imprese che rischiano di chiudere per assenza di risorse delle Asi, alla politica sociale e culturale
massacrata, al crack finanziario che produrrebbe la mancata approvazione del dl
pagamenti, le variazioni di bilancio e il dl sullo sviluppo”.
La nota dolente è proprio il ddl pagamenti, all’attenzione da oggi in Commissione prima del passaggio in Aula. La prima, ghiotta occasione per la fronda interna al Pd per far cadere la giunta regionale. La maggioranza in Commissione bilancio era già risicatissima (8 contro 7) adesso, dopo un Crocetta bis voluto senza l’accordo con i cuperliani e con il segretario regionale Raciti, i numeri cambiano e si ribaltano. Antonello Cracolici, Pd e Nino Dina, Udc (tra i 4 deputati che hanno contestato D’Alia sui nomi degli assessori del Crocetta bis) renderanno la vita difficilissima al ddl della giunta e sarà solo un assaggio di quanto accadrà in Aula.
Da qui l’appello di Crocetta che sa che il rischio è il crack finanziario.
“ Per salvare la Sicila non possono esserci schieramenti, correnti e divisioni che tengano, occorre subito un patto per la Sicilia, per le riforme, per il risanamento. Nessuno si può tirare indietro. Le elezioni si sono svolte un anno e cinque
mesi fa, i cittadini hanno eletto il presidente ma non hanno dato una
maggioranza parlamentare. Occorre lavorare tutti insieme, parlamento e governo,
nel rispetto reciproco dei ruoli, con la coscienza di avere trovato una Sicilia
sull'orlo del fallimento e che oggi comincia a dare segni di ripresa. Il
fallimento viene dal passato, c'è e lo dobbiamo affrontare. In nome del popolo siciliano spero che Iddio ci illumini tutti perchè in questo momento difficile non possiamo affidare la Sicilia ai propri carnefici, a coloro che la vorrebbero cancellare, o persino commissariare e sciogliere. Lo dobbiamo tutti quanti al popolo siciliano. Ognuno di noi prima di rispondere ad una forza politica risponde alla propria coscienza di italiano e siciliano. Basta con le armi, lo scontro, scopriamo la politica della serenità, della pace e del confronto. Per amore della Sicilia”.
Per la verità, lo scontro, il governatore se l’è andato a cercare, e sue due fronti: decidendo in un tavolino a tre gambe (lui, Faraone e Lupo) i nomi Pd per la nuova giunta e aprendo la guerra su Lumia per la lista delle Europee. Quanto all’Udc la conferma di Patrizia Valenti e l’ingresso di Torrisi non sono piaciuti a ben 4 deputati centristi, mentre in casa Drs la scelta di Antonio Fiumefreddo per la poltrona alla cultura ha causato non poche polemiche. Il neonato Crocetta bis naviga in pessime acque e subirà diverse modifiche, diventando Crocetta ter. In gioco c’è anche l’assessorato al turismo che, in quota Megafono è affidato a Michela Stancheris, scelta per correre alle Europee con il PD. Lo stesso Crocetta pochi giorni fa aveva invitato gli assessori candidati a dimettersi, non sappiamo però se sia ancora della stessa idea o se l’invito riguardasse solo gli assessori degli altri partiti.
Negli ultimi giorni si è fatto il nome della messinese Giusy Furnari, vicinissima al Megafono e al governatore che l’ha indicata, in diversi momenti, in più ruoli, da candidata a sindaco, a possibile commissario o presidente dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele, come nuovo assessore ( a questo punto occorre capire cosa farà la Stancheris). La poltrona più a rischio è quella di Fiumefreddo, finito al centro di una serie di polemiche. Fino ad agosto scorso, l’ex sovrintendente del Teatro di Bellini, ex assessore della giunta Scapagnini e vicinissimo a Lombardo negli anni scorsi, era stato il destinatario degli attacchi di Crocetta per “le spese folli del Teatro”. Adesso invece è un assessore nuovo di zecca in quota Drs. Se in riva allo Stretto Picciolo e Greco hanno protestato per l’assenza di un messinese in giunta, il presidente dei Dr, Marco Forzese tiene duro, nonostante mezzo Pd protesti per la scelta:“Si rincorrono voci su presunte dimissioni del nostro assessore Antonio Fiumefreddo- scrive Forzese-. Niente di più inverosimile poteva essere propalato oggi, soprattutto dopo l’incontro che assieme all’assessore stesso, a Totò Cardinale ed al presidente Crocetta abbiamo avuto a palazzo d’Orleans. Per quanto ci riguarda valgono le parole odierne del segretario Pd Raciti che, ha cercato di stemperare le tensioni ed ha auspicato che l’assessore Antonio Fiumefreddo si concentri sul lavoro che ha davanti a sé”.
Ma un anno e mezzo di governo Crocetta ci hanno abituato al fatto che nulla è certo o definitivo. Entro domani sera saranno depositate le liste per le Europee ed è più che probabili che ci saranno nuovi fuochi d’artificio.
Rosaria Brancato