E' diventata una crociata ideologica che nulla ha a che vedere con la civiltà ed il Natale. Con l'isola di Ponzio Pilato votata dal Consiglio abbiamo sfiorato il ridicolo. Per favore, mettiamo da parte la superbia ed impariamo ad ascoltare l'altro. La bellezza nelle cose la dobbiamo mettere noi.
Caro diario insieme ai condomini dell’is.48, quelli della via Lazio e quelli della parte alta di via Salandra stiamo lavorando per predisporre il programma dell’Isola pedonale del Quartiere Lombardo e partecipare anche noi alla Guerra delle isole.
Solo a Messina può accadere che una questione di civiltà e qualità della vita diventi crociata ideologica per di più in un periodo natalizio notoriamente dedicato alla spiritualità ed alla pace tra i popoli.
Nata con i migliori intenti ed obiettivi l’istituzione dell’isola pedonale si è trasformata in un campo di battaglia tra Guelfi e Ghibellini senza alcuna possibilità di dialogo e di riconoscimento delle ragioni dell’altro.
Negli ultimi 5 anni l’isola pedonale è diventata quasi un dogma. La si accetta, senza se e senza ma e soprattutto senza alternative. Se non hai un’idea precisa, se provi ad abbozzare un’ipotesi alternativa, vieni guardato con sospetto. Automaticamente passi per zozzone, fan della doppia fila, erede diretto dell’uomo delle caverne.
Non appena si è appalesato, negli anni scorsi, il Comitato spontaneo dei contrari all’isola pedonale in via dei Mille è stato subito messo in “clandestinità”, e per timore di essere scoperti usano messaggi in codice e si riuniscono a Piazza Castronovo.
La crociata è stata accompagnata da sporadiche piccole rivolte tra figli e figliastri, tipo corso Garibaldi o Provinciale. Se hai una famiglia numerosa e passi gli ultimi 5 anni a coccolare solo il figlio che prende bei voti a scuola finisci con il creare acredine.
Così gli ultimi anni si son ritrovati gruppi “l’un contro l’altro armati”.
Mentre i sostenitori della via dei Mille preparavano studi per dimostrare che anche il Big Ben è stato localizzato lì e che la grotta di Gesù Bambino era all’incrocio con via Maddalena, nei confronti dei 16 ex consiglieri comunali contrari all’isola in quella via e favorevoli al viale S. Martino è stata lanciata una fatwa e sono stati crocifissi a Pasqua al posto dei due ladroni. Il loro ricorso al Tar e la sentenza a loro favorevole è stato presentato come un chiaro disegno demoniaco.
Le sorti dei “16 anti-civiltà” sono servite da monito per chiunque negli anni successivi.
Così nelle scorse settimane si è sfiorato il ridicolo. Sedici consiglieri comunali eletti a giugno (sarà il numero che porta sfortuna), hanno osato sfidare il dogma e hanno chiesto l’isola pedonale nel viale S. Martino.
Ma qualcuno ha ripreso dai cassetti i manifesti con la scritta “wanted” sotto le foto di Trischitta e Cucinotta ed i novelli cuori di leone, quando si è trattato di votare in Aula si sono trasformati in Ponzio Pilato.
E’ stato così votato un emendamento che è una “cosa” assai bizzarra che avrà come unico risultato quello di rendere impossibile il rientro a casa di chi abita nella zona sud, se non con lo shuttle (quello vero non la tartaruga dell’Atm). L’idea fantascientifica, ma che accontenta trasversalmente i bacini elettorali è: isola pedonale in via dei Mille e nel viale S. Martino ma solo nell’ ultimo tratto e solo lato monte.
I 16 nuovi Ghibellini al grido di “armiamoci e partite” hanno disconosciuto la paternità del viale S. Martino per non passare la prossima Pasqua crocifissi insieme a Pippo Trischitta e Nicola Cucinotta. Del resto i segnali c’erano tutti, iniziavano le prime accuse d’aver voluto presentare la richiesta dell’isola nel Viale S. Martino per dispetto.
La patata bollente passa al sindaco De Luca che tanto è già cattivissimo, la bocciatura della via dei Mille sarebbe la prova inconfutabile della sua malvagità.
Nel frattempo fioriscono nuove ipotesi di isole pedonali come le primule in primavera. E’ diventata una sfida non per l’isola in sé ma per affermare la “propria” isola, che è la più bella e la più civile in assoluto. Una gara insomma.
Così con le vicine ci siamo dette, se un consiglio comunale è riuscito ad approvare l’isola di Ponzio Pilato perché non presentare pure la nostra ipotesi?
Caro diario tu sai che io cammino sempre a piedi, l’isola pedonale ce l’ho in testa e ricordo un’isola pedonale bellissima. Fu l’allora assessore Barresi, circa 27 anni fa, a trasformare il viale S. Martino in un lungo tappeto di luminarie, un percorso colorato animato da zampognari, slitte, Babbo Natale. Un bus navetta sempre pieno per chi parcheggiava nelle due aree a nord e sud appositamente realizzate. E poi una serie di iniziative natalizie.
Con quanto accade da anni sull’isola pedonale il Natale non c’entra niente.
Si gridano sopra “tu hai l’albero più brutto”, “se fai il mercatino di Natale io posso chiudere bottega”, “tu sei raccomandato”, “tu mi mandi le jettature”. Una roba da far arrossire chiunque tranne noi messinesi che ci siamo assuefatti alla sindrome del primo della classe: “Io, io, io, io, io, io, io, io, io, io, io, io, io, io”.
Ieri ci sono stati i concerti degli zampognari e su facebook ho letto commenti orribili nei confronti di questi artigiani che tramandano una NOSTRA tradizione.
Quando ero piccola mia madre chiamava uno zampognaro che ogni pomeriggio si metteva davanti al presepe e suonava. Poi lo pagava e gli dava un bicchiere di vino. Io e mia sorella ci annoiavamo assai, ma i miei genitori ci hanno insegnato il rispetto. Sono passati 40 anni e mio figlio ha altre tradizioni, ma non per questo mi ritengo talmente culturalmente elevata da disprezzare il loro suono. Siamo talmente imbevuti di superbia che calpestiamo le nostre radici, poi magari andiamo in Scozia, o in Inghilterra e ci spelliamo le mani ad applaudire le cornamuse.
Non tutto è bellissimo, ma la bellezza nelle cose ce la dobbiamo mettere noi. Siamo noi che illuminiamo la strada che percorriamo.
Per favore, smettiamola con questa guerra, abbiamo superato il senso del ridicolo.
Almeno a Natale, sforzatevi di ascoltare l’altro. State zitti per un momento e scoprirete che anche l’altro ha una voce e dice cose illuminate quanto le vostre.
Rosaria Brancato
Gent.ma dott Rosaria mi consenta un mio intervento in particolare per quanto riguarda gli Zampognari nel senso che mi ha fatto ricordare quando anche nella mia famiglia veniva lo Zampognaro è pure mia figlia ,più o meno della stessa Sya età si infastidiva in quanto veniva svegliata . Ma oltre allo aspetto folcloristico mantenere questa tradizione serviva a rinnovare ed inculcare valori religiosi sociali umani che fanno parte della ns vita.dico ciò anche perché condivido con Lei L ossaervazione sui brutti commenti di ieri sui social circa la sfilata fatta in città anche perché si evinceva ,almeno per alcuni, che eran9 dettati solo ed esclusivamente d@ un accanimento ostativo politico .
Ravvivare la tradizione degli zampognari a Natale, che da questa città è lentamente scomparsa negli anni passati, non è certo da biasimare. Quando però questo tentativo si identifica platealmente con la figura di un sindaco che è fortemente divisivo, che rivendica la sua origine paesana, nella cui dimensione questa tradizione è nata e continua in qualche modo eccezionalmente a sopravvivere, allora questo crea disappunto. Tanto più che, non bisogna dimenticare, Messina rimane la 13^ città più grande d’Italia, e meriterebbe, assieme agli eventi folcloristici e di cultura tradizionale, anche qualcosa che la proietti nel XXI secolo, che ricordi ai cittadini di vivere in una città, non in un grosso paese, e di esserne anche orgogliosi.
al quartiere lombardo? e perchè
no a carrubbara?