I due imputati erano stati condannati a 30 anni di reclusione ma i loro legali hanno prodotto nuove prove della loro innocenza. Il processo sarà celebrato davanti alla Corte d'Appello di Catanzaro
Potrebbe prospettarsi la revisione del processo per un imputato accusato di un omicidio e di un tentato omicidio, avvenuti nel maggio del 1991. La quinta sezione della Corte di Cassazione ha accolto l’istanza di revisione del processo presentata dagli avvocati Pietro Scibilia e Maria Rita Cicero per conto di Sebastiano Conti Mica. L’uomo era stato , condannato a 30 anni di reclusione per l’omicidio Foti Belligambi e Montagno Bozzone e per il tentato omicidio di Giuseppe Arcodia Pignarello, avvenuti a Tortorici il 2 maggio 1991.
Per questi delitti la Corte d’Assise di Messina il 31 marzo 1993 aveva condannato Conti Mica e Sebastiano Bontempo. La sentenza successivamente era stata confermata dalla Corte d’Assise d’Appello di Messina nel luglio del 1994 ed è divenuta definitiva il 31 maggio 1995. La Corte di Cassazione ha, dunque, annullato con rinvio alla Corte d’Appello di Catanzaro l’ordinanza della Corte d’Appello di Reggio Calabria che per la quarta volta aveva rigettato la richiesta di revisione presentata dai condannati.
Le nuove prove fornite dagli avvocati Pietro Scibilia e Maria Rita Cicero hanno adesso consentito di riaprire quel processo.
Dopo le condanne di Conti Mica e Bontempo i collaboratori di giustizia Giuseppe Chiofalo, Mario Bontempo Scavo, Massimiliano Caliri e Giuseppe Cipriano rivelarono il contesto e gli autori del delitto collocandolo nell’ambito della guerra di mafia che in quegli anni il clan Chiofalo – Bontempo Scavo aveva dichiarato nei confronti di Orlando Galati Giordano e dei suoi uomini. Spiegarono che i due condannati erano stati vittima di un macroscopico errore giudiziario. I killer furono indicati in Lorenzo Chiofalo,figlio del collaboratore, e Giuseppe Giunta. Per entrambi il P.M. della DDA di Messina Giuseppe Verzera aveva chiesto l’archiviazione per morte del reo. Nonostante le corpose dichiarazioni dei collaboratori del processo Mare Nostrum le richieste di revisione presentate da Conti Mica dal 1998 al 2004 erano state tutte rigettate. I difensori di Conti Mica, grazie a serrate indagini hanno prodotto nuove prove rispetto alle chiamate in correità provenienti dai collaboratori di giustizia.
E’ stata infatti prodotta una consulenza tecnica con la quale è stato filmato e cronometrato il percorso più breve tra Tortorici ed Adrano attraversando ben sei centri abitati dell’area nebroidea-etnea che è stato percorso in un tempo incompatibile con la presenza dei due condannati a Tortorici alle ore 20:00 del 2 maggio 1991 e ad Adrano alle ore 21:00. Conti Mica infatti quella sera si trovava a Misterbianco mentre Sebastiano Bontempo si trovava a Centuripe dal barbiere.
La sera del 2 maggio 1991 a Tortorici i killer si erano appostati nella contrada San Basilio pronti a fare fuoco su Orlando Galati Giordano. Quest’ultimo si trovava a Piazza Faranda a Tortorici a bordo di una Fiat Uno di colore rosso. Quella sera, però, a Tortorici vi erano due macchine dello stesso tipo e colore e ciò costituirà la causa dell’errore di persona. Intorno alle 20 dalla piazza di Tortorici partì una Fiat Uno di colore rosso. A bordo però non vi era Orlando Galati Giordano ma tre giovani di Tortorici che nulla avevano a che fare con la criminalità e che qualche momento prima si erano incontrati proprio con Orlando Galati Giordano, l’obiettivo dell’agguato.
Quando l’auto con i tre ignari giovani transitò da contrada San Basilio, in una curva furono raggiunti dal fuoco dei sicari. Biagio Foti Belligambi di 20 anni morì sul colpo, Sebastiano Montagno Bozzone, 21 anni, morì 48 ore dopo all’ospedale di Sant’Agata. L’unico superstite, Giuseppe Arcodia Pignarello, dopo essersi finto morto e avere aspettato la fuga dei Killer, raggiunse a piedi l’ospedaletto di Tortorici. I Killer abbandonano in contrada Cappuccini la loro macchina, una fiat uno bianca, rubata qualche giorno prima a Villafranca Tirrena, e fuggirono verso Galati Mamertino. Ma quella sera questa dinamica non venne ricostruita dagli inquirenti. Secondo i legali dei due condannati perchè Arcodia Pignarello, vicino a Galati Giordano, indirizzò le indagini nei confronti di Sebastiano Bontempo e Sebastiano Conti Mica che invece all’ora del delitto si trovavano tra Centuripe, Adrano e Misterbianco.
