Giuseppe Mulè, un boss indomabile

Giuseppe Mulè, un boss indomabile

Giuseppe Mulè, un boss indomabile

mercoledì 21 Novembre 2007 - 13:09

Il capo della Squadra Mobile, Marco Giambra, lo ha definito “il pericolo pubblico numero uno a Messina per il suo spessore criminale-. Il sostituto procuratore della DDA Giuseppe Verzera ne ha parlato come “l’uomo che massacra gli operatori commerciali riducendoli sul lastrico e che sarebbe fintamente malato di Aids da molti anni. Se fosse vero sarebbe un caso clinico da studiare attentamente-. Lui, il soggetto in questione, è Giuseppe Mulè il boss di Giostra, l’uomo passato attraverso le varie stagioni della criminalità messinese ma, caso unico, sempre rimasto sulla cresta dell’onda. Ancora oggi il suo nome incute terrore, come dimostrano le ultime operazioni di Polizia. Ergastolano, affetto da aids, accusato da decine di pentiti, nulla è riuscito negli anni a scalfire la sua tempra e l’immagine di ferocia che si porta dietro. Dal tre settembre è nuovamente latitante e per stanarlo la DDA e la Squadra Mobile gli stanno facendo terra bruciata tutto attorno arrestando parenti e uomini di fiducia. Ma non sarà facile costringerlo alla resa. Mulè, 50 anni, nato a Villa Lina è cresciuto all’ombra di padrini storici del quartiere. In breve è divenuto un uomo di rispetto accrescendo il suo spessore criminale con omicidi, spaccio di droga ed estorsioni. Nel maggio del 1995 viene condannato all’ergastolo per l’uccisione di Letterio Rizzo. Nel 2005 la Corte d’appello conferma a suo carico ben due ergastoli nel processo Peloritana 2 nel quale viene accusato di quattro omicidi e tre ferimenti nella guerra di mafia fra il clan Mancuso-Rizzo e quello di Villa Lina, all’epoca capeggiato da Luigi Galli. E’ proprio in questo periodo che a Mulè viene riscontrato l’aids. Fra perizie e controperizie il boss riesce ad ottenere permessi e ricoveri nei centri clinici delle carceri in cui è detenuto. Proprio mentre si trovava agli arresti ospedalieri al “Margherita- il 29 aprile 1998 Mulè si rende protagonista di una clamorosa evasione. Fugge su una sedia a rotelle dal reparto di Malattie infettive e si rende irreperibile. Due settimane dopo gli agenti della Mobile, pedinando la convivente Floriana Ro, lo arrestano in un’abitazione di villaggio Molino. Da allora, per via dell’aids conclamato, entra ed esce dal carcere. I suoi legali dimostrano più volte che il suo stato di salute non è compatibile con la detenzione in cella. Esattamente un anno fa Mulè lascia il carcere di Milano “per gravi motivi di salute- e torna a Messina. Le sue condizioni di salute dovrebbero essere gravi ma in realtà viene avvistato più volte in città mentre gira sulla sua auto. Nell’agosto scorso il tribunale di sorveglianza di Milano gli revoca il beneficio e gli infligge gli arresti ospedalieri. Ma Mulè non si sogna nemmeno lontanamente di tornare in clinica. Rimane a Messina finchè la Procura Generale non emette un ordine di carcerazione per rispedirlo in cella. Ma quando i Carabinieri lo cercano a casa per notificarglielo il boss è sparito. Dal tre settembre Giuseppe Mulè è nuovamente uccel di bosco. Ricomincia l’infinita sfida fra il boss e lo Stato.

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