Ieri le baracche, oggi solo macerie con vista sul mare. Il grande “braccio” meccanico cancella il campo San Raineri

Ieri le baracche, oggi solo macerie con vista sul mare. Il grande “braccio” meccanico cancella il campo San Raineri

Ieri le baracche, oggi solo macerie con vista sul mare. Il grande “braccio” meccanico cancella il campo San Raineri

venerdì 01 Aprile 2011 - 22:33

Gli interventi di demolizione effettuati con l’escavatore della Demoter, sono terminati nel giro di un’ora e mezza: abbattute tutte le baracche e le roulotte presenti nell’accampamento. Soddisfatto l’assessore Isgrò, già da lunedì si comincia il conferimento in discarica

Un “braccio” lungo 12 metri ha spazzato via in un’ora e 35 minuti 22 anni di vita. Si sono concluse alle 17.29 le operazioni di demolizione della baracche del campo rom di San Raineri; l’ultima famiglia ha abbandonato il “Villaggio Fatima” intorno alle 16.30 e si è poi dato immediatamente via agli interventi con il grande escavatore della Demoter, parcheggiato all’ingresso dal campo già dalle 3.00 della notte precedente. Al nostro arrivo buona parte delle strutture e delle roulotte, completamente svuotate di ogni elemento di arredo, sono già state abbattute. E’ il momento dell’assessore alle politiche del mare Pippo Isgrò, che dopo una notte trascorsa tra trasferimenti e accoglienze nei nuovi appartamenti, si riappropria del suo ruolo di “demolitore” indicando all’autista guidatore dell’escavatore la rotta da seguire per chiudere al più presto la pratica e serrare il cancello in ferro del campo.

All’espressione soddisfatta di Isgrò e dei suoi collaboratori, si contrappone il volto malinconico di Joseph Feryzay, capo villaggio di un villaggio che ormai non esiste più. Feryzay mantiene la parola, e come confessatoci nel corso dell’intervista di martedì pomeriggio avvenuta nella sua ex-abitazione, ha deciso di assistere fino alla distruzione dell’ultima baracca, compresa la sua. Con lo sguardo cerca di catturare ogni piccolo particolare, ma nei suoi occhi è come se scorressero le immagini d tutta una vita passata fra le strettoie che separavano una roulotte dall’altra. È fermo davanti al cancello, non fa più un passo in avanti, le sue labbra pronunciano solo un’esclamazione: «È impressionante». E se lo è per noi, immaginiamo cosa possa significare per chi dice definitivamente addio ad una parte della propria vita, sia essa positiva o negativa, facile o difficile.

Il grande “mestolo” in ferro gira e rigira tra i cumuli di macerie cercando di “sminuzzare” il meglio possibile ciò che rimane di tetti, pareti, mobili e qualsiasi altro pezzo di carcassa. Lunedì tutto il materiale ottenuto dalle demolizioni, dopo avere fatto intervenire una ditta specializzata per l’eliminazione delle lamiere in ferro cemento che ricoprivano i tetti, verrà conferito in discarica sempre dalla Demoter: «Successivamente – continua Isgrò – con un martellone faremo dei grandi fori nel terreno in modo da renderlo impraticabile, poi recinteremo tutta la zona e la illumineremo in attesa che si decida cosa farne». Proprio così, perché già tra le macerie c’è chi pensa al futuro, si fantastica su ciò che potrà diventare quel grande spiazzo in riva al mare dall’invidiabile posizione.

Alle 17.52 l’escavatore viene riposizionato sul grande mezzo che lo riporterà in deposito. Il catenaccio viene chiuso a doppio giro, un ultimo sguardo oltre il cancello: a distanza di 16 ore dall’inizio degli sgomberi, il “Villaggio Fatima” di San Raineri rimane solo nell’obiettivo della macchina fotografica, che oggi immortala le poche tracce rimaste di una quotidianità ormai parte del passato.(Elena De Pasquale)

(SU PHOTOGALLERY TUTTI GLI SCATTI DI DINO STURIALE)

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