Sei abbreviati ed un rinvio a giudizio. E’ il bilancio dell’udienza preliminare seguita all’operazione -Batana-, l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia e dei carabinieri sugli affari dell’omonimo clan di Tortorici, sfociato nel blitz del 22 febbraio scorso. Stamane il Gup Massimiliano Micali ha rinviato a giudizio Tindaro Accordino, 53 anni, di Gioisa Marea. Per lui il processo comincerà il prossimo 18 gennaio davanti ai giudici del Tribunale di Barcellona.
Hanno scelto il rito abbreviato, invece, gli altri sei indagati. Dovranno quindi tornare davanti al Gup Micali, il prossimo 27 novembre, l’imprenditore Vincenzo Armeli, 27 anni, di S. Agata Militello; Sebastiano Bontempo, 34 anni, di Tortorici; Agostino Campisi, 44 anni, di Patti, residente a Terme Vigliatore; Salvatore Costanzo Zammataro, 23 anni, di Tortorici; Giuseppe Karra, 44 anni, geometra di Alcara Li Fusi, imprenditore edile; Giuseppe Marino Gammazza, 34 anni, di Tortorici. Sono accusati a vario titolo di tentata estorsione aggravata e continuata.
L’inchiesta, condotta dal pm della Dda, Ezio Arcadi, ha svelato la gestione di alcuni appalti da parte di uomini legati al clan della contrada tortoriciana.
Al centro dell’inchiesta c’è un appalto da 400.000 euro, con i ripetuti tentativi dei batanesi di inserirsi nei lavori che la ditta barcellonese -Edil Scavi- di Buglisi avrebbe dovuto intraprendere per la posa di fibre ottiche, attraverso una ditta -amica-.