Al dolore per la morte di Stefano Salmeri si aggiunge quello per il racconto dell’assassino che traccia un profilo del giovane che amici e parenti respingono con sdegno. Il calciatore di Falcone, appena 25 anni, è stato assassinato sabato sera con un colpo di fucile in pieno petto dal 49enne Rosario Floramo che poi si è costitutio alla Polizia. -Mi derideva di continuo, mi forava le gomme della bicicletta ed al mio passaggio lui ed i suoi amici mi prendevano in giro-. Stanco di questa situazione avrebbe acquistato un fucile ed ucciso Stefano sotto gli occhi della fidanzata e dei suoi amici. Un racconto che non ha convinto gli investigatori e che ha addolorato la famiglia. Stefano lavorava con i tre fratelli nell’impresa edile del padre, amava la fidanzata Salvina ed il calcio e giocava da centrocampista nella Nuova Falcone: -Mai nessun atto di vessazione o di presa in giro è stato posto in essere da Stefano ai danni del suo assassino -scrivono oggi i familiari in un breve comunicato- Stefano era un ragazzo semplice e mite-. La famiglia smentisce anche la lite fra i due che sabato mattina, all’ufficio postale di Falcone, avrebbe fatto da prologo all’omicidio. E’ vero, invece, che Stefano era preoccupato dalle continue intemperanze di Floramo nei suoi confronti. L’operaio sosteneva che Salmeri gli aveva soffiato un lavoro nel campo edile ma anche questa circostanza è smentita oggi dai parenti. Insomma un omicidio che assume sempre più i contorni della tragedia della follia, forse anche annunciata. Più volte, infatti, gli amici di Salmeri avevano avvertito verbalmente le forze dell’ordine che Floramo importunava il ragazzo e la sua famiglia. Ma l’appello purtroppo è sempre rimasto inascoltato.