La Squadra mobile di Palermo ha messo fine alla latitanza di Salvatore Lo Piccolo, ritenuto l’erede di Bernardo Provenzano. L’uomo è stato arrestato a Carini insieme al figlio Sandro, ed alti due latitanti, Andrea Adamo, reggente di Brancaccio, e Gaspare Pulizzi, di Carini. Tutti e quattro, fra i 30 maggiori ricercati d’Italia, sono stati sorpresi in una casolare a Giardinello, nelle campagne di Carini, dove era in corso un vertice tra boss. Durante le fasi concitate della cattura, Alessandro, figlio del boss Salvatore, è uscito dalla casa in lacrime urlando più volte -ti amo papà-.

A consentire l’arresto del super boss è stato uno dei suoi fedelissimi, Francesco Franzese, arrestato lo scorso 2 agosto dagli uomini della Catturandi dello Sco, in una villetta alla periferia della città. Allora gli agenti credevano di arrivare con quel blitz a Lo Piccolo, invece trovarono Franzese, anche lui latitante, ma uomo di fiducia del padrino. Nell’abitazione i poliziotti hanno trovato pizzini e indicazioni utili per ricostruire la cosca dei Lo Piccolo.

Franzese, -Franco di Partanna-, bresciano d’origine ma da sempre residente nel palermitano, era conosciuto anche nel messinese. Già condannato per mafia, aveva scontato la pena, ma era ricercato per una condanna all’ergastolo che gli era stata inflitta dai giudici della Corte d’assise peloritana, nell’ambito del maxi processo alle cosche della provincia, «Mare nostrum». Era stato condannato all’ergastolo per un omicidio ed era ricercato dal luglio dello scorso anno.

Le indagini che hanno portato all’operazione che ha consentito l’arresto dei 4 boss è stata condotta dai pm Nico Gozzo, Gaetano Paci e Francesco Del Bene, coordinati dal procuratore aggiunto Alfredo Morvillo.

(nella foto Ansa, Salvatore Lo Piccolo)